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    CI MANCAVA SOLO LA “MUTAZIONE DELLA MUTAZIONE” – A ROMA È COMPARSA IN ALCUNI SEQUENZIAMENTI DI CAMPIONI DI VIRUS PROVENIENTI DALL BULGARIA LA AY.43, LA MUTAZIONE DELLA “DELTA PLUS” (AY 4.2) GIÀ PRESENTE IN GRAN BRETAGNA, CHE HA UNA VELOCITÀ DI TRASMISSIONE TRA IL 10 E IL 15 PER CENTO PIÙ ALTA DELLA VERSIONE ORIGINALE DELLA DELTA, SEPPURE CAUSI PIÙ ASINTOMATICI...


     
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    Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

    COVID VARIANTE DELTA PLUS COVID VARIANTE DELTA PLUS

     

    La Delta plus, una mutazione della variante che ormai è dominante in Europa, sta avanzando anche in Italia. La sigla ufficiale è AY.4.2: secondo una ricerca inglese ha una velocità di trasmissione tra il 10 e il 15 per cento più alta della versione originale della Delta. 

     

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    «Non solo - avverte il professor Vittorio Sambri, direttore dell'Unità Operativa Microbiologia in Emilia-Romagna - nel corso dell'attività di sequenziamento del virus, abbiamo trovato anche una presenza crescente di un altro sotto lineaggio, la AY.43. Per essere più chiari: tra i vari lineaggi che sono emersi ultimamente della variante Delta, il più rappresentativo in termini di numeri è la Y. Di qui si è sviluppata la AY.4.2, ovvero la Delta Plus. E di recente l'AY.43. Dobbiamo capire se anche quest' ultima ha una velocità di diffusione elevata come la Plus. O più elevata. Queste mutazioni possono in parte spiegare la crescita velocissima dei casi in alcune aree dell'Europa». 

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    L'AY.43 è comparsa anche in alcuni sequenziamenti effettuati a Roma di campioni di virus provenienti dalla Bulgaria. Bisogna comprendere se sia collegato alla forte diffusione di Sars-CoV-2 in quella zona. Il professor Massimo Ciccozzi, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all'Università Campus Biomedico di Roma, è uno dei massimi esperti in Italia nello studio della mutazione del virus. 

     

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    È prudente nel valutare l'esito delle ricerche svolte in Inghilterra che parlano di una maggiore capacità di infettare della Delta Plus, ma ritiene che sia necessario e urgente alzare una barriera protettiva ancora più forte con i vaccini: qualcosa in Europa sta succedendo e l'Italia non lo può sottovalutare. 

     

    TERZA DOSE VACCINI TERZA DOSE VACCINI

    DECADENZA 

    «Dobbiamo essere molto più veloci con le terze dosi, non possiamo permetterci, anche alla luce della diffusione di queste mutazioni della Delta, che troppe persone siano attaccabili perché hanno ricevuto la seconda iniezione più di sei mesi fa. La decadenza della protezione è evidente. E anche per difenderci dalle nuove sottovarianti avremmo dovuto essere più tempestivi nel valutare i dati di Israele che grazie alle terze dosi ha fermato una nuova ondata. Ed è necessario oggi ripristinare l'obbligo di mascherina anche all'aperto, dallo stadio alle piazze affollate». 

     

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    Ieri in Gran Bretagna sono stati diffusi questi dati emersi dallo studio di lungo periodo noto come React-1: «Un contagio da Covid su dieci in Inghilterra arriva dalla sempre più diffusa sotto-variante del ceppo Delta, denominata Delta Plus, e identificata dal codice AY.4.2. Da settembre avanza con un tasso di crescita del 2,8 per cento al giorno. In base ai test effettuati tra il 19 ottobre e il 5 novembre, su un campione di 100.000 persone, è risultato che l'11,8 per cento era affetto dalla variante, che è più infettiva ma ha una minore capacità di causare sintomi rispetto al più comune ceppo Delta».

     

    COVID VARIANTE DELTA PLUS COVID VARIANTE DELTA PLUS

     Secondo gli studiosi inglesi la Delta plus corre di più, ma causa anche più infezioni asintomatiche. E questo è allo stesso tempo una buona notizia (per ora il sistema sanitario nel Regno Unito, per quanto sotto stress, sta tenendo) ma anche una cattiva notizia (molti asintomatici sono inconsapevoli e possono trasmettere il virus ai più fragili).

     

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    Conclude Sambri: «Ormai ci sono due malattie differenti per il Covid: quella dei non vaccinati è ancora molto grave, purtroppo; quella dei vaccinati, invece, causa meno problemi e intasa meno gli ospedali». Purché, va ricordato, chi è stato vaccinato da più di sei mesi rinnovi la protezione con la terza dose.

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