Emilio Orlando per www.leggo.it
AIDS
Ricerche serrate della polizia per rintracciare e fermare l’untore che avrebbe contagiato con il terribile e mortale virus dell’Aids, la sua ex moglie e probabilmente anche altre donne adescate in chat per cuori solitari. L’uomo - un 41 enne originario dell’Ecuador ma residente da anni nella capitale - lavorava come addetto alle pulizie presso una ditta che aveva la manutenzione in alcuni condomini nel quartiere Prati.
L’identikit può risultare decisivo per eventuali vittime di “incontri ravvicinati”: alto poco più di un metro e sessanta, capelli neri corti mossi, tratti somatici tipici del sudamericano, indossa spesso un cappellino con la visiera.
hiv virus
La procura gli contesta i reati di lesioni gravi ed epidemia. Gli inquirenti lo stanno braccando, anche gli ospedali sono stati informati delle ricerche nella speranza di fermarlo e di chiarire la sua posizione. Le indagini mediche e giudiziarie dovranno appurare da quanto tempo l’uomo avrebbe contratto la malattia e soprattutto quando si sarebbe infettata l’ex moglie. Al vaglio degli investigatori anche un episodio accaduto qualche anno fa nel quartiere dove lo straniero lavorava.
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Una ragazzina di 17 anni lo denunciò per la tentata violenza vicino all’ascensore di un palazzo dove prestava servizio come addetto alle pulizie. Sembra però che in quell’occasione tra i due non ci fu rapporto sessuale. La minorenne si divincolò subito dalla presa del maniaco e chiese aiuto mettendosi ad urlare. In Italia, negli ultimi anni, sono scoppiati diversi casi in cui donne e uomini sono stati accusati di aver trasmesso (attraverso rapporti sessuali non protetti) il virus dell’Hiv, pur sapendo di essere malati. Le condanne inflitte dai giudici hanno comportato pene severissime.