1. LE FOTO MAI VISTE DELLA STRAGE - BUFERA SUL SETTIMANALE «PARIS MATCH» PER LE IMMAGINI CHOC
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Alessandro Sallusti per il Giornale
Sono immagini dure e crude, come tutte quelle che fissano l' attimo della morte.
Le ha pubblicate il prestigioso settimanale francese Paris Match, sollevando scandalo e polemiche. Raccontano di quella folle corsa, esattamente un anno fa oggi, sul lungomare di Nizza di un camion guidato da un terrorista islamico. Oltre ottanta i morti lasciati sull' asfalto, e poi il suo corpo, disteso al posto di guida, crivellato dalle pallottole sparate dai gendarmi per fermarlo. Abbiamo discusso a lungo, ieri in redazione, se ripubblicare o no questo «film» della tragedia. Alla fine ho deciso di farlo, e me ne assumo tutta la responsabilità.
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Sono convinto che la strage di Nizza non rientri tra quei fatti di cronaca nera davanti ai quali lo sguardo del cronista deve voltarsi, per rispetto alle vittime. Nizza è un fatto che appartiene alla storia contemporanea. La storia può essere violenta, cinica, macabra, mai morbosa. Siamo cresciuti guardano le immagini delle cataste di corpi di ebrei uccisi o morti di stenti nei campi di concentramento nazisti, e per questo la verità è diventata unica, irreversibile e incontestabile.
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E abbiamo capito l' atrocità della bomba atomica grazie alle fotografie scattate a Hiroshima a persone ridotte a brandelli di uomini. In tempi più recenti, la fine delle Brigate Rosse è coincisa con la pubblicazione della fotografia del corpo di Aldo Moro crivellato di colpi riverso nel baule di una Renault parcheggiata dai suoi assassini nel centro di Roma.
Le parole passano e sono opinabili. L' orrore, se vogliamo capirlo davvero e definitivamente, va visto. E oggi - grazie a queste immagini - possiamo vedere quanto vigliacco e micidiale allo stesso tempo sia il terrorismo islamico. Anziani, donne e bambini falciati mentre cercano riparo da un pericolo che mai avrebbero immaginato di dovere affrontare.
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Molte altre persone innocenti, dopo Nizza, sono morte più o meno nello stesso modo. Un modo orribile, che non vorremmo mai più vedere. Ma proprio per questo serve guardarlo. Non per imparare a evitare un camion ma per tenere presente quanto sia pericoloso quel politicamente corretto che tende a sminuire e a non combattere adeguatamente - anche sul piano politico e culturale - il pericolo dell' islam estremista.
2. QUANTO FANNO PAURA LE IMMAGINI INEDITE DELLA STRAGE DI NIZZA
Alessandro Rico per la Verità
La sera del 14 luglio 2016 il lungomare di Nizza era gremito di gente per lo spettacolo pirotecnico allestito in occasione della festa nazionale francese. Intorno alle 22.30 un camion piombò sulla folla, mentre l' autista sparava all' impazzata. Alla fine, Mohamed Lahouaiej Bouhlel lasciò a terra 86 morti e 302 feriti, prima di essere ucciso dalla polizia.
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Un anno dopo la strage, il settimanale francese Paris Match ha deciso di pubblicare foto inedite del massacro, riprese dalle telecamere di sorveglianza. Si vedono l' attentatore crivellato di colpi e le persone che vengono investite dal camion. Ma i familiari di chi cadde per la furia jihadista hanno reagito male: a loro avviso le immagini offendono «la dignità delle vittime e dei loro cari», mentre Christian Estrosi, sindaco di Nizza, ha definito l' iniziativa «abietta».
La procura di Parigi, che ha aperto un fascicolo per violazione del segreto investigativo, ha disposto il ritiro dal commercio delle copie della rivista.
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Massimo rispetto per i morti e per i loro congiunti, ovviamente. Bisogna anche ricordare che la deontologia impone ai giornalisti di non spettacolarizzare le tragedie. Resta però il sospetto che la vicenda Paris Match sia sintomo dell' infiacchimento della Francia e dell' Occidente, che preferiscono coprirsi gli occhi dinanzi alla barbarie, anziché prendere atto che ci sono uomini crudeli, il cui unico scopo è fare delle nostre strade dei veri e propri mattatoi.
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Il direttore della testata parigina, Olivier Royant, ha giurato di voler «difendere con le unghie e con i denti il diritto dei cittadini, in primo luogo delle vittime, di sapere cosa è veramente successo». Ma la verità magari nessuno vuole conoscerla: forse per paura di fare i conti con la bestialità che minaccia la nostra pace domestica, o forse per timore di alimentare quel senso comune etichettato come «islamofobo», che potrebbe favorire i partiti «populisti».
Il caso Paris Match ha dei precedenti. In primis, quello del Bataclan: il governo aveva chiesto di censurare la foto che ritraeva i corpi delle vittime riversi sul pavimento del locale coperto di sangue. Inoltre, secondo alcuni siti di controinformazione, i media avrebbero deliberatamente ignorato presunte torture cui sarebbero stati sottoposti i giovani intrappolati dagli attentatori.
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Anche in Germania si sono verificate delle omissioni. Celeberrima è la storia delle molestie sessuali di massa nella notte di Capodanno del 2015 a Colonia, quando una cinquantina di nordafricani prese letteralmente d' assalto le donne che festeggiavano in centro.
La notizia iniziò a circolare solo alcuni giorni dopo, tra numerose reticenze: la polizia addirittura accusò il ministero dell' Interno della Renania settentrionale-Vestfalia di aver chiesto di eliminare dal rapporto la parola «stupro».
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Più recenti sono le indiscrezioni su un documento riservato della polizia criminale tedesca, che avrebbe diffuso queste linee guida sugli attentati: «negare tutto» e «divulgare la teoria dell' autore singolo, come pure quella della persona psichicamente disturbata».
Persino peggiore è la situazione in Svezia, dove, come riportato ieri da La Verità, i poliziotti, che hanno perso il controllo di interi quartieri in cui di fatto vige la sharia, chiedono aiuto agli stessi cittadini.
Dinanzi al negazionismo di governi e giornalisti, echeggia la drammatica domanda posta da Donald Trump, durante il discorso di Varsavia, alle nostre società occidentali: «Vogliamo davvero sopravvivere?».
3. NIZZA UN ANNO DOPO, IL RICORDO E LE POLEMICHE
Tullio Giannotti per l’ANSA
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Il ricordo del dolore, la commemorazione solenne, ma anche le polemiche e i veleni. Un anno dopo il terribile attentato di Nizza, 86 persone uccise da un camion-kamikaze mentre seguivano i fuochi d'artificio del 14 luglio, la Francia rivolge lo sguardo alla Promenade des Anglais e piange le vittime del più grave attentato che abbia mai insanguinato la festa nazionale. C'è spazio anche per le polemiche, quella per le foto della carneficina pubblicate oggi da Paris Match - per le quali è stato chiesto il sequestro della rivista dalle edicole, negato il serata dal giudice - e delle associazioni di familiari delle vittime, che si sentono abbandonate dal governo.
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Il Comune di Nizza ha invitato tutti gli abitanti a mettere bandiere tricolori alle finestre, restituendo il senso dell'unità e della fratellanza che la violenza dell'attentato ha allontanato, provocando diffidenza e rancore. Sul lungomare, la gente è stata invitata a depositare un cartello colorato che, insieme con migliaia di altri, formerà una grande scritta, un messaggio multicolore. Solenne il pomeriggio, con l'arrivo di Emmanuel Macron direttamente da Parigi - dove il capo dello stato avrà assistito alla cerimonia militare sugli Champs-Elysees - per presenziare a una sfilata delle forze armate.
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Al suo fianco, i predecessori Nicolas Sarkozy e Francois Hollande. insieme con i familiari degli 86 morti e degli oltre 400 feriti. Macron pronuncerà un discorso, seguito da un minuto di silenzio in tutta la città. In serata, concerto e illuminazione con centinaia di riflettori della Promenade des Anglais. A protestare già da giorni sono le associazioni delle vittime del terrorismo. Accusano il governo di aver fatto retromarcia rispetto agli impegni di Francois Hollande, che aveva creato la figura di un sottosegretario per l'Aiuto alle vittime. Il governo Philippe non vuole mantenerlo e vuole riorganizzare il settore, le associazioni sono insorte ritenendo che vada così in fumo il loro lavoro di anni.
STRAGE DI NIZZA - IL TIR SI LANCIA SULLA FOLLA
Oggi polemica sulle foto di Paris Match, che ha suscitato già in mattinata la richiesta della procura di Parigi di sequestro della rivista. Si tratta di immagini molto crude, prese dai fermo immagine di video della sorveglianza, mai pubblicate prima.
La procura ha parlato di "turbativa dell'ordine pubblico", in serata il giudice ha emesso parere opposto, lasciando in edicola la rivista ma vietando ogni nuova pubblicazione di due delle foto più incriminate. La redazione di Paris Match ha difeso "con le unghie e con i denti il diritto dei cittadini, soprattutto quello delle vittime, di sapere quello che è successo esattamente durante l'attentato di Nizza".
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