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    “ADRIATICI È PERICOLOSO, REAZIONE SOVRADIMENSIONATA” – IL GIP DI PAVIA HA CONVALIDATO I DOMICILIARI PER L’ASSESSORE LEGHISTA DI VOGHERA MASSIMO ADRIATICI, MA IN UNA LOCALITÀ SEGRETA PER VIA DI UN SERIO E FONDATO TIMORE PER LA SUA INCOLUMITÀ – L’INTERROGATORIO: “SE AVESSI VOLUTO SPARARE VOLONTARIAMENTE AVREI ESPLOSO PIÙ COLPI. HO SENTITO IL COLPO AL VOLTO IMPROVVISAMENTE. QUANDO ERO A TERRA, AVEVO ANCORA IL BRACCIO DESTRO TESO CON ANCORA LA PISTOLA BEN STRETTA NELLA MANO. POI…” – PERCHÉ ANDAVA IN GIRO CON LA PISTOLA E SENZA SICURA INSERITA? A CHE TITOLO? E PERCHÉ DOPO AVER SPARATO NON HA CHIAMATO I SOCCORSI MA IL COMMISSARIATO?


     
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    massimo adriatici massimo adriatici

    1 - «NON VOLEVO COLPIRLO, SE NO AVREI SPARATO PIÙ VOLTE SONO STATO ADDESTRATO»

    Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

     

    A domanda risponde. Pm: «Ma lei è sicuro che il colpo sia partito accidentalmente?». Adriatici: «Sì, ne sono sicuro Se avessi voluto sparare volontariamente, avrei esploso più colpi, sfruttando le caratteristiche dell'arma che consente di sparare più colpi in rapida successione.

     

    Posso affermare questo anche in virtù dell'addestramento che ho avuto da poliziotto».

     

    youns el boussetaoui con la madre youns el boussetaoui con la madre

    Le 3.27 nella caserma dei carabinieri di Voghera. La notte tra martedì e mercoledì. Il primo interrogatorio. Da tre ore, El Boussettaoui ha perso la vita in ospedale a causa di quell'unico proiettile che, entratogli nel petto, è sceso nell'addome.

     

    Una direzione che potrebbe contrastare con le identiche versioni dei testimoni - uno sparo dal basso verso l'alto -, però ogni pensiero è inutile in considerazione della piccolezza e mobilità dello stesso proiettile, e delle variabili della balistica.

     

    youns el boussetaoui youns el boussetaoui

    Ma rimane uno dei punti da chiarire dopo la conclusione della prima fase dell'inchiesta (in giorni di incidibili pressioni politiche), insieme agli accertamenti sull'unico video a disposizione (adesso sotto l'analisi di un tecnico), dei dati degli esami tossicologici successivi all'autopsia, delle relazioni di Adriatici con il commissariato, del perché a nessuno fosse venuto in mente di togliergli il porto d'armi, dell'accettazione da parte della sua giunta e nonostante le segnalazioni delle forze dell'ordine di un invadente e pericoloso assessore-sceriffo, e insieme anche ai motivi reali e concreti che hanno spinto un testimone a cambiare versione dei fatti, senza che la modifica abbia alterato l'impianto prima della Procura e poi del gip.

    LA LITE TRA MASSIMO ADRIATICI E YOUNS EL BOSSETTAOUI - 1 DI 2 LA LITE TRA MASSIMO ADRIATICI E YOUNS EL BOSSETTAOUI - 1 DI 2

     

     

    In questa storia, dice un investigatore, si sono incrociate due esasperazioni: quella del leghista col colpo in canna, incapace nonostante le vanterie di gestire l'arma, la tensione e le sue conseguenze; e quella dell'immigrato, per il quale risulta generica la colpa attribuita dai parenti allo Stato.

     

    Era stato Youns ad avvicinarsi minaccioso ad Adriatici, dopo una serata di insulti e molestie ai clienti del bar «Ligure» come dice un testimone: «all'interno del locale aveva finto di scagliare una sedia contro il cane di una ragazza proferendo nei confronti della medesima la parola "Vaff".

     

    Poi era andato verso il barista inveendo contro di lui e gli altri avventori, e uscito dal bar aveva scagliato una bottiglia di birra contro la piazzola esterna La birra l'aveva sottratta poco prima al tavolo di clienti».

     

    LA LITE TRA MASSIMO ADRIATICI E YOUNS EL BOSSETTAOUI - 2 DI 2 LA LITE TRA MASSIMO ADRIATICI E YOUNS EL BOSSETTAOUI - 2 DI 2

    Ed era stato Youns a sferrare l'attacco all'assessore, come da quest' ultimo verbalizzato (e confermato dagli stessi testimoni): «Notavo il nordafricano avvicinarsi a me con fare aggressivo.

     

    Consapevole dei precedenti penali, con la mano sinistra tenevo il telefono e infilavo la mano destra nella tasca impugnando la pistola, che sono solito portare con me la sera quando esco Il soggetto continuava ad avvicinarsi e io rispondevo di stare calmo che stava arrivando la polizia, estraendo l'arma e puntandola verso il basso.

     

    la miglior difesa e' l'attacco l'assessore leghista by altan la miglior difesa e' l'attacco l'assessore leghista by altan

    Lo stesso mi incalzava chiedendomi che cosa volessi fare, e improvvisamente mi colpiva con forza all'altezza dell'occhio destro. Io cadevo all'indietro battendo il gomito sinistro, la parta alta della schiena e la nuca».

     

    A domanda risponde. Pm: «Come mai lei non è riuscito a difendersi con le mani?». Adriatici: «Nella mano sinistra impugnavo il telefono cellulare, mentre con la destra impugnavo la pistola lungo la gamba rivolta verso il basso.

     

    Non avrei mai allungato tale braccio verso il cittadino nordafricano. L'aggressione poi è stata molto rapida e ho sentito il colpo al volto improvvisamente.

     

    Quando ero a terra, ricordo che avevo ancora il braccio destro teso con ancora la pistola ben stretta nella mano. Per istinto, per non far partire il colpo e per non perdere l'arma, preservavo il braccio destro».

     

    voghera il video della lite ttra massimo adriatici e youns el boussetaoui voghera il video della lite ttra massimo adriatici e youns el boussetaoui

    Quella sera , l'assessore aveva conversato con il titolare del bar «Cervinia»; il commerciante gli aveva parlato di un «marocchino», ovvero El Boussettaoui, il quale da aprile, con la riapertura dei locali dopo il lockdown, ogni giorno molestava i clienti, avvicinandosi alle spalle e rubando tartine e bottiglie oppure infilando loro le mani nei capelli. A domanda risponde, e torniamo allo sparo.

     

    Pm: «Da questa ricostruzione il colpo pare partito inavvertitamente. Come è possibile che sia avvenuto nonostante le sicurezze di regola previste in tutte le armi da fuoco?».

     

    «Ero consapevole dell'elevata pericolosità del soggetto. Ho ritenuto di estrarre l'arma solo per mostrarla. Volevo solo che lui si accorgesse che io ero armato». Sono le 5.09. L'interrogatorio viene sospeso, Adriatici va in bagno e si sciacqua il volto con acqua fredda. Trema.

     

    YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI

    2 - “REAZIONE SPROPOSITATA”. L’ASSESSORE DI VOGHERA RIMANE AI DOMICILIARI

    Monica Serra per “La Stampa”

     

    L'assessore leghista Massimo Adriatici lo ha ammesso anche davanti al giudice: «Ero solito portare la pistola in tasca, col colpo in canna e senza sicura», perché «nelle situazioni di pericolo la sicura avrebbe potuto farmi perdere tempo». Di più. Adriatici ha confessato che martedì sera, in piazza Meardi a Voghera, prima di uccidere il trentottenne marocchino Youns El Boussetaoui, «ho estratto l'arma dalla tasca dei pantaloni già nel momento in cui ho visto il soggetto avvicinarsi verso di me in modo minaccioso. Volevo che lui si accorgesse che ero armato».

     

    Questo per il giudice Maria Cristina Lapi, che ieri ha convalidato i suoi arresti domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa ma in una località protetta per via di un «serio e fondato timore per la sua incolumità e sicurezza», è gravissimo: «Riflette la pericolosità dell'indagato, la sua attitudine a porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazioni di criticità».

     

    voghera il video della lite ttra massimo adriatici e youns el boussetaoui voghera il video della lite ttra massimo adriatici e youns el boussetaoui

    Tutta l'azione dell'assessore alla Sicurezza, al gip «appare decisamente spropositata a fronte di un uomo che lo stava aggredendo disarmato»: nei confronti del trentottenne, Adriatici «si è posto in anticipo in una posizione predominante, in modo gravemente sproporzionato e creando le condizioni perché si arrivasse all'evento nefasto poi effettivamente accaduto».

     

    A fare specie al giudice è soprattutto che Adriatici abbia compiuto così gravi imprudenze nonostante la sua esperienza da «ex poliziotto, penalista e istruttore delle forze dell'ordine». Ma il fatto che l'assessore autosospeso dalla giunta di Voghera abbia levato la sicura della calibro 22 prima e non al momento dello sparo lo ha salvato dall'accusa di omicidio volontario, come spiega ancora il gip nell'ordinanza.

    massimo adriatici 2 massimo adriatici 2

     

    Che mette in fila le divergenze tra le dichiarazioni rese da Adriatici nel primo interrogatorio davanti al pm: «Ricordo che mentre stavo cadendo notavo il soggetto avvicinarsi, come per continuare a colpirmi. Mentre cadevo mi è partito un colpo. Non riesco a ricordare se sia partito per via della maggiore stretta esercitata a causa della manata al volto o in seguito della caduta».

     

    il video dell'aggressione di youns el boussettaoui a massimo adriatici 3 il video dell'aggressione di youns el boussettaoui a massimo adriatici 3

    E quello che invece ha detto due giorni dopo davanti a lei: «A causa del colpo alla testa mi sono ritrovato in uno stato di forte stordimento, tale da non essere in grado di ricordare cosa sia successo quando è partito il colpo». La prima versione appare al giudice più genuina. Anche perché corrisponde con quanto raccontano due testimoni che hanno assistito allo sparo: «Non ho visto l'attimo esatto in cui l'italiano ha estratto la pistola dalla tasca, ho visto che dopo che è stato colpito da Youns sul viso ed è caduto a terra, ha puntato la pistola che aveva in mano verso Youns e ho sentito lo sparo. Devo precisare che l'italiano ha sparato per difendersi da un'ulteriore aggressione di Youns che era già sopra di lui con fare minaccioso».

     

    YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI

    L'unico testimone che non è d'accordo con gli altri, e che nega che Adriatici abbia sparato mentre era già a terra e il trentottenne stava per colpirlo di nuovo è stato trovato dai legali della famiglia della vittima. Ma per il giudice contraddice anche quanto si vede dai filmati delle telecamere di videosorveglianza sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale. Testimonianze e filmati raccolti documentano anche la sofferenza della vittima, di Youns, che spesso creava problemi a baristi e clienti, che aveva diversi precedenti penali e che quella stessa sera aveva avuto atteggiamenti violenti.

    MASSIMO ADRIATICI MASSIMO ADRIATICI

     

    Che purtroppo dava fastidio e magari faceva anche paura. Abbandonato com' era a se stesso e alla sua disperazione. L'uccisione di Youns, inevitabilmente, ha scatenato la polemica politica. Da una parte contro la Lega e il suo leader Matteo Salvini, che non ha condannato il comportamento dell'assessore del suo partito.

     

    sparatoria a voghera sparatoria a voghera

    «Se a Voghera quel signore che purtroppo è morto fosse stato espulso dopo i reati che aveva commesso, come avrebbe dovuto essere espulso, oggi piangeremmo una vittima di meno», ha dichiarato ieri Salvini a Rimini. Dall'altra anche sulla necessità di aumentare i controlli nel rilascio e nel rinnovo della licenza del porto d'armi. Su cui tra l'altro giace una proposta di legge depositata dal deputato Pd Walter Verini alla Camera, firmata anche da deputati M5s, Iv e Leu. Ed è stata presentata prima ancora della tragedia di Voghera.

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