manuel agnelli afterhours
1 - «X FACTOR», LA GIURIA CONTA PIÙ DEI CANTANTI (E AGNELLI È IL MIGLIORE)
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
«X Factor» ha cambiato il modo di rappresentare la musica in tv: con una carica innovativa, con eleganza, con un format ben strutturato. Nel corso degli anni ha dimostrato senza ombra di dubbio che anche la tv può ritrovare un suo forte impatto sonoro e visivo ed esprimere quelle forme d'arte che si credevano perdute. Solo per la messa in scena, «X Factor» merita un'ovazione.
È altrettanto vero, giunti intanto alla decima edizione, che ormai la composizione della giuria è l'aspetto fondamentale nel decretare le dinamiche narrative delle puntate e nel costruire i profili dei concorrenti cui i giudici fanno da mentori. Con il rischio, immagino calcolato, che la giuria diventi più importante degli stessi cantanti. Quest' anno, a dispetto del cognome, la parte del leone tocca a Manuel Agnelli, indubbiamente il più bravo. È più competente di Morgan, soprattutto più lucido, ha una naturale dote carismatica, i suoi giudizi sembrano inappellabili.
manuel agnelli x factor 10
Sa di essere bravo e a volte si comporta da primo della classe. Naturalmente la sua presenza ha messo un po' in ombra Fedez, mostrando quello che realmente è: un artista «mainstream» a cui l'industria discografica ha assegnato un ruolo anticonformista. Arisa è ormai prigioniera del cliché «ci è o ci fa?» e, visto che la domanda rimane insoluta, il suo manager farebbe bene a farla solo cantare.
Quanto ad Álvaro Soler (sostituto di Mika) è il tipico «belloccio commerciale», ma non porta il valore aggiunto che ci si aspetterebbe da una «star» internazionale. Un ruolo importante è anche quello svolto da Alessandro Cattelan, il metronomo della trasmissione. Bravo come sempre, ma ho l'impressione che ormai preferisca giocare una partita in proprio, con il suo programma. Le scelte musicali e i concorrenti sono stati relegati, volenti o nolenti, a un ruolo di secondo piano.
manuel agnelli afterhours 6
2 - L’ULTIMO DIO DEL ROCK E DEL SESSO
Barbara Costa per Dagospia
All You Need Is Love? Non sempre. Spesso va benissimo del sano, indecente, torrido sesso, senza complicazioni sentimentali a minarne l’incanto. Sesso che ti ispira. Che ti fa trovare le parole più adatte per metterne in musica odori, umori e gemiti. Il contatto dei corpi. Il sapore, l’umidità del sesso e della saliva sulla pelle. Che ti fa scrivere di eccitanti avventure erotiche, di stuzzicanti giochi di lingua, di rapporti a tre e vizi sadomaso da trasformare in versi e note di splendide canzoni rock. C’è chi lo sa fare in modo spettacolare. E’ Manuel Agnelli.
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Manuel Agnelli è il cantante e leader degli Afterhours, gruppo rock sconosciuto al grande pubblico fino a pochi mesi fa, ovvero fino a quando Manuel ha accettato di essere uno dei quattro giudici di X Factor, la cui nuova edizione è appena iniziata su Sky Uno. Manuel è un grandissimo musicista, chiunque scriva di musica con competenza lo sa e glielo riconosce, ma non basta.
Lui possiede una qualità speciale che nessuno mette mai in rilievo: è l’unico rocker italiano capace di “trattare” il sesso come si deve, cioè senza censure né sentimentalismi. Nei suoi testi la donna è dea e dannazione. Le sue canzoni sono inni al segreto incavo scuro racchiuso tra le gambe femminili, e alla felicità che ti può regalare se ti concede di entrarci dentro.
manuel agnelli x factor 10
Manuel canta di voler fondere le sue dita nella tua fica per succhiarne energia. Vuole scoparti tra fiori vibranti strategie. Vuole venirti dentro per contaminarti col suo liquido lento e nero. Cerca e vuole quel male di miele che ti cola tra le gambe. Ti promette di leccartelo e succhiartelo via, fino a sentirti sussultare. Tu lasciati fottere forte. Fallo arrivare a leccare l’adrenalina. Perché lui vuole essere il tuo giocattolo vibrante.
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E molto altro ancora. Il sesso nelle canzoni di Manuel Agnelli è poco rassicurante: è crudo e claustrofobico, è un rogo, è una patologia che uccide e ti toglie il sonno e la pace. E’ energia e tensione ai massimi livelli. Trasuda gelosia, rabbia ed eccitazione. Invade i sensi. Il suo è rock ruvido, ossessivo, a tratti anche fastidioso perché sovraccarico di tensione sessuale pronta ad esplodere.
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I suoi testi sono visionari ed eversivi, dissacranti e mai banali, e possono raccontare di rapporti sadomaso giocosi e consenzienti, con donne che ti seducono solo se vestite di lividi e che ti sfidano ad annullare ogni tuo limite. Per alcune anime candide può apparire disumano. Per altri niente è più meraviglioso e necessario. Manuel forse scherza e forse no. “Picchia” con l’identica dolcezza di un Jimmy Page. Sazia il bisogno di sesso basico, privo di romanticismo, che ognuno di noi ha. Le donne soprattutto.
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Manuel Agnelli è l’ultimo dio del rock rimastoci. L’ultimo vero sciamano. Il suo stile cantautorale così personale è preso dal modello anglosassone: le canzoni degli Afterhours nascono da un’architettura strumentale poco lineare ma decisa, su cui Manuel innesta testi “per immagini”, scritti secondo il cut-up di William Burroughs: versi sconnessi ma che, legati insieme, acquistano un senso. Creano la stessa atmosfera.
Yoko Ono ha detto che il rock è diverso da ogni altro genere musicale perché va all’unisono con i battiti del cuore. Diciamo pure che batte forte in altre parti del corpo femminile, visto le mutandine bagnate di umori e di urina che le fan urlanti lanciavano sul palco ai Beatles. Le ragazze degli anni ’60 hanno scoperto per prime il pericoloso legame tra rock e sesso, tra rock e perdita di ogni freno inibitorio.
i giudici di x factor 10
Perché rock e sesso sono sposati: il loro è un rapporto unico e un po’ magico. Il rock prende chi lo ascolta alle viscere e gli fa provare un senso di libertà (anche sessuale) così alto, che il pubblico abituato alla musica inflazionata dei talent-show non immagina neanche. Una volta a Firenze, durante un concerto degli Afterhours, una ragazza è salita sul palco, ha strappato i pantaloni a Manuel con la ferma intenzione di staccargli il pene per portarselo a casa. E meno male che l’hanno fermata in tempo.
In un’intervista Manuel Agnelli ha dichiarato che in ogni suo album ci finisce solo un milionesimo della sua vita. Lo credo anch’io: lo sa benissimo che basta quel milionesimo a scatenare l’appetito sessuale della più affamata delle groupie.
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