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    SIAMO UOMINI O ROBOT? – IN AMERICA AMAZON USA UN SOFTWARE PER LICENZIARE I DIPENDENTI CHE NON MANTENGONO ALTI I “LIVELLI DI PRODUTTIVITÀ” – IL SISTEMA TRACCIA TUTTI GLI ADDETTI: QUANDO UN LAVORATORE NON SODDISFA GLI STANDARD O SI DISTRAE TROPPO, LO SEGNALA E PARTE LA VERIFICA – IN MARYLAND IL 12% DEI DIPENDENTI HA PERSO IL POSTO COSÌ


     
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    Massimiliano Jattoni Dall’Asén per www.corriere.it

     

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    Vietato prendersi un momento di pausa troppo lungo, distrarsi, mostrare un calo dell’efficienza, non mostrandosi all’altezza degli standard produttivi. Chi sgarra, perde il posto. Così funziona ad Amazon e, stando alla testata tech americana The Verge, questa è la fine che hanno fatto 300 dipendenti di Baltimora rei di non aver tenuto alti i livelli di «produttività».

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    Un portavoce del colosso dell’e-commerce ha confermato che tra agosto 2017 e settembre 2018 hanno perso il posto di lavoro il 12% dei 2.500 impiegati a tempo pieno della sede del Maryland, ma che questa prassi riguarda tutti gli stabilimenti del gruppo.

     

    JEFF BEZOS MANGIA IGUANA JEFF BEZOS MANGIA IGUANA

    Del resto, anche se la crescita nel fatturato frena, Amazon ha un bilancio con utili record e nel primo trimestre dell’anno ha messo a segno un nuovo massimo storico (il quarto consecutivo) con un bilancio netto superiore a 3,56 miliardi di dollari. Tutto puntando sui business più redditizi e sul contenimento dei costi. Che significa anche tagliare spietatamente chi non mostra la necessaria efficienza.

     

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    Ma come funziona? Amazon traccia tutti gli addetti dei suoi centri di distribuzione: quando un lavoratore non soddisfa a pieno gli standard fissati, ci pensa un sistema automatico a segnalarlo. A questo punto, dopo la «delazione tecnologica», inizia un processo di verifica, come racconta The Verge, che ha descritto metodi e numeri (poi confermati dal gruppo) traendoli da una lettera scritta da uno degli avvocati di Amazon nell’ambito di una causa intentata da un ex dipendente. Si è appreso così che i controlli sui dipendenti rei di inefficienza, finiscono molto più spesso di quanto non si immaginasse con un licenziamento.

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    Il controllo di Amazon sulle prestazioni di ogni singolo addetto è dunque pervasivo. L’azienda fondata da Jeff Bezos ha sviluppato un proprio sistema di misurazione che dà un punteggio ai dipendenti in base ai loro tempi di pausa e alla produttività. Nella lettera dell’avvocato di Amazon si legge che il sistema «genera automaticamente eventuali avvisi riguardanti la qualità o la produttività senza l’intervento dei supervisori».

     

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    Il colosso dell’e-commerce ha però spiegato che il sistema automatico di segnalazione è comunque gestito da supervisori in carne ossa. Prima del licenziamento, quindi, vi sono alcuni richiami (il dipendente citato nella lettera dell’avvocato non aveva soddisfatto gli standard per «4 delle precedenti 6 settimane»). E anche se la decisione finale fosse infausta, il dipendente avrebbe diritto ad appellarsi. E a prendersi un costoso avvocato.

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