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    ANGELA, MA CHE FAI? - DOPO LA TELEFONATA CON CUI LA MERKEL HA FATTO CONTENTO LUKASHENKO, LEGITTIMANDOLO, E PUTIN (CHE LE AVEVA CONSIGLIATO DI SENTIRE IL DITTATORE BIELORUSSO), LA GERMANIA CONTINUA A PARLARE DELLA “NECESSITÀ” DI AVERE COLLOQUI CON MINSK - IL MINISTRO DELLA DIFESA POLACCO, BLASZCZAK: “LA CRISI AL CONFINE POTREBBE DURARE MESI” (E INTANTO I MIGRANTI CONTINUANO A MORIRE AL FREDDO) - VIDEO


     
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    migranti al confine tra polonia e bielorussia migranti al confine tra polonia e bielorussia

    1 - BIELORUSSIA: POLONIA, CRISI MIGRANTI POTREBBE DURARE MESI

    (ANSA-AFP) - La crisi dei migranti al confine con la Bielorussia potrebbe durare mesi: lo ha detto oggi il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, ai microfoni di Radio Jedynka.

     

    "Dobbiamo prepararci al fatto che la situazione al confine polacco-bielorusso non si risolverà rapidamente - ha messo in guardia Blaszczak - Dobbiamo prepararci per mesi. Spero non per anni".

     

    Il ministro ha poi indicato che i migranti hanno cercato di attraversare il confine anche la notte scorsa, sottolineando che hanno usato lo stesso "metodo di martedì per attaccare il confine polacco". Ieri le autorità polacche hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per fermare i migranti che tentavano di entrare nel Paese e lanciavano pietre contro le guardie di frontiera.

    migranti lanciano sassi contro la polizia polacca migranti lanciano sassi contro la polizia polacca

     

    2 - PETROLIO: MINSK INTERROMPE FLUSSO OLEODOTTO DRUZHBA

    (ANSA) - La Bielorussia avrebbe interrotto temporaneamente i flussi di petrolio nell'oleodotto Druzhba verso la Polonia. È quanto ha annunciato Igor Demin consigliere del presidente di Transneft, precisando come la motivazione derivi da un'imprevista azione di manutenzione che potrà richiedere fino a 3 giorni. (ANSA).

     

    3 - BERLINO, SITUAZIONE DRAMMATICA, COLLOQUI CON MINSK NECESSARI

    angela merkel vladimir putin angela merkel vladimir putin

    (ANSA) - "La situazione ai confini fra Bielorussia e Polonia è drammatica e preoccupante, per migliaia di persone" che si trovano in questa emergenza per una operazione della stessa Bielorussia.

     

    È dunque "importante" avere colloqui con chi sul posto può migliorare la situazione, "anche se si tratta di una persona che esercita il potere dal nostro punto di vista come per l'Ue senza averne la legittimazione".

     

    È quello che ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda in conferenza stampa sulle critiche ricevute dalla cancelliera per la telefonata con Alexander Lukashenko.

     

    putin merkel putin merkel

    Merkel ha sollecitato "aiuti umanitari" per i migranti "e i primi aiuti stanno arrivando", ha sottolineato il portavoce. Seibert ha poi spiegato che la cancelliera si è consultata con la Commissione europea prima del colloquio e che abbia avvertito "importanti partner della regione".

     

    4 - IL «MURO» POLACCO: IDRANTI E LACRIMOGENI CONTRO I MIGRANTI L'ALLARME: «MUOIONO»

    Andrea Nicastro per il "Corriere della Sera"

     

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    Ieri mattina nella foresta tra Bielorussia e Polonia la polizia di Minsk ha rastrellato circa 3.500 migranti soprattutto dal Medio Oriente e li ha ammassati davanti al valico di frontiera tra Bruzgi (in Bielorussia) e Kuznica (in Polonia). La striscia di asfalto di solito è chiusa da una semplice sbarra bianca e rossa, ma visto il rischio di questi giorni, l'effetto dissuasore è stato rafforzato da una consistente matassa di filo spinato.

     

    I doganieri polacchi sostengono che i colleghi dall'altra parte del confine abbiano fisicamente aiutato i migranti a tagliare la barriera tagliente perché sfondassero in massa verso la Polonia e quindi l'Unione Europea. Per compiere il loro dovere, cioè impedire l'ingresso in Europa di persone senza visto, i polacchi hanno usato gas lacrimogeni e (ancora peggio) cannoni ad acqua.

     

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    I migranti avrebbero lanciato sassi tanto che tre agenti sono rimasti feriti, ma l'«offensiva» è stata brillantemente respinta. Peccato che nel pomeriggio a Bruzgi il termometro non ha superato i 5 gradi e di notte è sceso a zero. Chi è stato annaffiato avrà cercato di asciugarsi al fuoco, ma nella notte ha comunque rischiato l'assideramento. I morti (dichiarati dalla Polonia) per ipotermia in questi 9 giorni di crisi sono stati uno al giorno.

     

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    Dopo l'uso dei cannoni ad acqua, non si sa. L'Europa si blinda nelle sue frontiere, tradisce sè stessa e i valori che proclama di difendere. Quanto appena raccontato, infatti, è riferito sulla fiducia concessa ai rapporti delle forze di sicurezza polacche. Una versione di parte che è possibile verificare solo sommariamente con le immagini inviate dagli stessi migranti a parenti e Ong.

     

    Non ci sono testimoni imparziali. Sul lato polacco, i tre chilometri dal confine sono interdetti ai giornalisti, mentre sul lato bielorusso si apre e si chiude l'accesso a seconda di ciò che si vuole che la stampa racconti. In entrambi i casi la libertà di informazione è calpestata. Così come i diritti umani dei migranti: ingannati da Minsk che aveva promesso loro la porta Nord verso l'Ue e respinti da un'Unione Europea terrorizzata dall'idea che soccorrendo dei migranti infreddoliti si lanci un segnale di disponibilità tale da convincere altri a provare la stessa strada.

     

    alexander lukashenko vladimir putin alexander lukashenko vladimir putin

    La morale dell'intero continente è ostaggio delle paure per l'invasione dei «senza visto» esattamente come i 3.500 che devono sopravvivere al gelo fino a che non si troverà una soluzione. Sul lato polacco del confine stanno arrivando parenti e amici di chi è bloccato nella terra di nessuno. Sono in contatto con i disperati nella foresta attraverso WhatsApp e rare telefonate. I loro racconti sono raccapriccianti.

     

    «Mia figlia è da qualche parte rimpallata tra poliziotti bielorussi e polacchi. E sta morendo. E' dottoressa, ha 25 anni, ma ha perso le unghie per il freddo e forse la fame. Non riesce più a camminare. I bielorussi arrivano mentre dormono e li picchiano con i bastoni elettrici: via di qui, andate in Europa. Si chiama Hilda Naaman.

    incidenti al confine polonia bielorussia incidenti al confine polonia bielorussia

     

    Quelle volte che è passata in Polonia, gli agenti l'hanno rimandata indietro, senza curarla, senza darle un vestito asciutto. È disumano. Non riesco a sentirla da giorni perché i bielorussi chiedono 100 dollari solo per ricaricare le batterie dei cellulari». Il racconto dell'orrore di questo padre, esule da anni in Svezia, si aggiunge a quelli di altri parenti arrivati al confine. Si parla di bielorussi infiltrati tra i migranti per guidare la carica contro le recinzioni, di altri che picchiano, taglieggiano, negano aiuto.

     

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    Non molto diverso da quel che devono fare i polacchi pur di dimostrare ad altri aspiranti migranti che da lì non si passa. La speranza è negli accordi bilaterali con i Paesi d'origine. L'Ue ha ottenuto dall'Iraq la promessa di rimpatriare chi, volontariamente, accetterà il volo governativo. Altri Paesi potrebbero imitarlo. Ma è bene che si faccia presto.

     

    5 - I PIANI DI LUKASHENKA

    Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

     

    Pavel Slunkin Pavel Slunkin

    (…) Lukashenka vuole mantenere il potere a ogni costo, e non ha paura ad aumentare la tensione con l’Ue. Perché lo fa? Perché non soltanto vuole la Bielorussia per sé, ma vuole anche che gli altri lo riconoscano come legittimo presidente, cosa che l’Ue non ha fatto. “Durante gli ultimi voti la strategia del riconoscimento passava attraverso la liberazione dei prigionieri politici”, dice al Foglio Pavel Slunkin, oggi esperto dello European Council on Foreign Relations, che ha lavorato anche per il ministero degli Esteri di Minsk.

     

    (…) Lukashenka ha ricevuto la telefonata della cancelliera tedesca Angela Merkel e i due sono stati al telefono per cinquanta minuti. Minsk ne ha dato notizia immediatamente, Berlino ha confermato dopo un po’. Il senso di esaltazione era dovuto al fatto che dalle elezioni rubate, i leader occidentali non avevano rivolto parola a Lukashenka, lo avevano fatto soltanto tramite Vladimir Putin, il presidente russo, e il motivo per cui non lo avevano fatto si spiega con facilità: chiamarlo poteva sembrare un riconoscimento.

     

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    “Con la telefonata di Merkel, Lukashenka ha parzialmente ottenuto quello che voleva. La cancelliera ha chiamato un leader che non riconosce, lo ha ascoltato mentre lui presentava le sue richieste, Lukashenka ha pensato che il ricatto dei migranti ha funzionato”. A suggerire agli europei di parlare con il dittatore bielorusso era stata proprio la Russia. Era stato un suggerimento interessato, volto a costringere gli europei a un sacrificio: parlare con un presidente che non riconoscono, abbassarsi a trattare con lui e la Merkel ha accontentato sia Mosca sia Minsk.

     

    militari polacchi al confine con la bielorussia militari polacchi al confine con la bielorussia

    “Lukashenka – dice Slunkin – aveva tre obiettivi. Il primo era fare in modo che l’Ue si rivolgesse a lui, dedicasse del tempo a colui che definisce illegittimo. Merkel gli ha parlato. Il secondo è che l’Ue abbandoni tutte le sue richieste sullo stato della democrazia in Bielorussia, vuole che si distragga da quello che avviene dentro ai confini, la smetta di parlare di prigionieri politici e di nuove elezioni.

     

    La crisi al confine è stata creata per allontanare lo sguardo dalle prigioni di Minsk e con la cancelliera infatti si è parlato soltanto di migranti. Il terzo obiettivo è dimostrare che lui, Lukashenka, è pronto a tutto pur di evitare nuove sanzioni, o quanto meno evitare sanzioni forti come quelle che sono state imposte dopo il dirottamento del volo Ryanair.

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    Il messaggio all’Ue è: volete colpirmi? Io smetterò di proteggere i vostri confini. Ma questo è falso, Lukashenka non ha mai protetto i confini, la Bielorussia non è mai stata una rotta percorsa dall’immigrazione illegale, quanto sta accadendo è stato creato artificialmente”.

     

    (…)

     

     

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