CASETTA BIANCA - POLLO AL KERRY VINCE IN CINQUE STATI SU SETTE: IL BOTOX FUNZIONA! UN SONDAGGIO LO DÀ DAVANTI A BUSH. LIEBERMAN RINUNCIA. NE RESTANO SEI.
E proprio mentre un sondaggio Cnn-Gallup lo dà addirittura vincente su Bush con il 53% dei voti, il senatore John Kerry, botox o non botox, allunga sui diretti concorrenti e guadagna cinque stati su sette tra quelli che ieri hanno votato per le primarie democratiche degli Stati Uniti. A lui sono andati Arizona, Missouri e Delaware, oltre ai caucus del North Dakota e New Mexico.
Kerry non ha fatto il pieno solo perché John Edwards ha vinto a valanga nel suo stato (South Carolina) e Clark si è aggiudicato di strettissima misura l'Oklahoma, con Edwards ad un'incollatura. Ma proprio il fatto che i due candidati si siano divisi i due stati consente a Kerry (dividi et impera) di aumentare il vantaggio e il numero di delegati da portare alla convention. Dei 269 delegati in ballo ieri sera, Kerry ne ottiene 128, Edwards 61, Clark 49, Dean 7, e Al Sharpton 1. 23 devono ancora essere assegnati. Dennis Kucinich resta all'asciutto.
Nel computo totale Kerry supera i 200 dei 2.162 delegati necessari per ottenere la nomination del partito. Segue Edwards con più di cento e Dean con poco meno di 90.
"La questione è chiusa. Si tratta di sapere solo chi si arrenderà per ultimo", sostiene Steve Murphy, l'ex manager della campagna elettorale di Dick Gephardt, ritiratosi dopo il caucus dell'Iowa.
A proposito di rinunce, ci si aspettava anche che Sharpton e Kucinich lasciassero la corsa, ma finora, soltanto Joe Lieberman ha preso atto dei pessimi risultati e ha rinunciato alla candidatura.
A meno di novità nelle prossime ore, in gara restano sei: Kerry, Clark, Edwards, Sharpton, Kucinich e Dean.
E proprio quest'ultimo, l'ex gran favorito, sembra essere in grave difficoltà.
I soldi spesi in gran parte nei primi giorni della campagna elettorale sono svaniti come neve al sole dopo i pessimi risultati in Iowa e New Hampshire, e mentre i fondi per Kerry continuano a crescere, la campagna di Dean resta all'asciutto.
L'ex Governatore del Vermont, infatti ha rinunciato a fare campagne pubblicitarie in televisione nei sette stati che hanno votato ieri e punta tutto sulle primarie in Wisconsin il prossimo 17 febbraio. Ma intanto si voterà in Michigan, nel Maine, e poi ancora il 10 febbraio in Virginia e Tennessee e il 14 in Nevada, e questa strategia a lungo termine potrebbe rivelarsi assai controproducente.
Su internet ormai si viene invitati a votare virtualmente per Bush o per Kerry. Siamo solo all'inizio, ma per molti l'impressione è che i giochi siano fatti.
Dagospia 4 Febbraio 2004
Kerry non ha fatto il pieno solo perché John Edwards ha vinto a valanga nel suo stato (South Carolina) e Clark si è aggiudicato di strettissima misura l'Oklahoma, con Edwards ad un'incollatura. Ma proprio il fatto che i due candidati si siano divisi i due stati consente a Kerry (dividi et impera) di aumentare il vantaggio e il numero di delegati da portare alla convention. Dei 269 delegati in ballo ieri sera, Kerry ne ottiene 128, Edwards 61, Clark 49, Dean 7, e Al Sharpton 1. 23 devono ancora essere assegnati. Dennis Kucinich resta all'asciutto.
Nel computo totale Kerry supera i 200 dei 2.162 delegati necessari per ottenere la nomination del partito. Segue Edwards con più di cento e Dean con poco meno di 90.
"La questione è chiusa. Si tratta di sapere solo chi si arrenderà per ultimo", sostiene Steve Murphy, l'ex manager della campagna elettorale di Dick Gephardt, ritiratosi dopo il caucus dell'Iowa.
A proposito di rinunce, ci si aspettava anche che Sharpton e Kucinich lasciassero la corsa, ma finora, soltanto Joe Lieberman ha preso atto dei pessimi risultati e ha rinunciato alla candidatura.
A meno di novità nelle prossime ore, in gara restano sei: Kerry, Clark, Edwards, Sharpton, Kucinich e Dean.
E proprio quest'ultimo, l'ex gran favorito, sembra essere in grave difficoltà.
I soldi spesi in gran parte nei primi giorni della campagna elettorale sono svaniti come neve al sole dopo i pessimi risultati in Iowa e New Hampshire, e mentre i fondi per Kerry continuano a crescere, la campagna di Dean resta all'asciutto.
L'ex Governatore del Vermont, infatti ha rinunciato a fare campagne pubblicitarie in televisione nei sette stati che hanno votato ieri e punta tutto sulle primarie in Wisconsin il prossimo 17 febbraio. Ma intanto si voterà in Michigan, nel Maine, e poi ancora il 10 febbraio in Virginia e Tennessee e il 14 in Nevada, e questa strategia a lungo termine potrebbe rivelarsi assai controproducente.
Su internet ormai si viene invitati a votare virtualmente per Bush o per Kerry. Siamo solo all'inizio, ma per molti l'impressione è che i giochi siano fatti.
Dagospia 4 Febbraio 2004