CASETTA BIANCA - LA FIGLIA LESBICA DI CHENEY? UN'EGOISTA EDONISTA. PAROLA DI REPUBBLICANO - GIULIANI E PATAKI FANNO LE PROVE GENERALI PER CANDIDARSI NEL 2008.

1 - REPUBBLICANI CONTRO - LA FIGLIA LESBICA DI CHENEY È EGOISTA, IL MATRIMONIO GAY UN ORRORE.
Anche i repubblicani hanno il loro Tom Daschle. Un candidato impegnato in una personale campagna elettorale che per conquistare gli elettori non ci pensa due volte prima di mettere in imbarazzo i suoi leader nazionali.

Stavolta tocca a Alan Keyes, candidato repubblicano per un seggio vacante al Senato nello stato dell'Illinois. Il buon Alan ha sferrato un attacco diretto alla figlia del vicepresidente Dick Cheney, definedola una "Egoista edonista", in quanto lesbica.

Che l'omosessualità di Mary Cheney fosse un problema per il vice di Bush era chiaro da tempo. Ma visto che i democratici non possono permettersi un attacco così meschino, Cheney sperava che nessun repubblicano fosse così pazzo da sollevare pubblicamente il problema.

Ma durante un'intervista radiofonica Keyes non ha usato mezzi termini: "L'essenza della famiglia è la procreazione. Se decidiamo che l'omosessualità è una base accettabile per il matrimonio, diciamo che è possibile un matrimonio che in principio esclude la procreazione e si basa solo sulla premessa di un edonismo egoista".

Alla domanda se anche la figlia del vicepresidente corrispondesse a questa descrizione, Keyes non ha avuto dubbi: "Ma certo."

Pochi giorni fa, lo stesso Cheney aveva di fatto sconfessato il progetto di Bush per un veto costituzionale ai matrimoni gay, sostenendo che era materia di decisione dei singoli stati.



2 - LE MANOVRE PER IL 2008 DI GIULIANI E PATAKI. PERCHÉ SI TURANO IL NASO E SOSTENGONO BUSH.
Nel frattempo, al Madison Square Garden già si pensa al futuro. E c'è chi comincia a tessere la tela per la nomination repubblicana del 2008. Che Bush vinca o perda infatti, è certo che il partito dovrà cercare un nuovo candidato per le successive elezioni. La prassi di passare il testimone al vicepresidente non potrà essere utilizzata in questo caso, visto che Cheney sarà troppo vecchio e malandato per tentare il grande salto.

E allora - rivela il sito NY1 (www.ny1.com), sia Rudy Giuliani che George Pataki, l'ex sindaco di New York e il governatore dello stato, sarebbero stati visti in fitte chiacchiere con i delegati di Iowa e New Hampshire, i primi due stati nei quali si voterà per le primarie del 2008.

E come insegna il caso Kerry, una importante vittoria all'inizio, può segnare l'intera corsa.

I repubblicani di New York, non hanno una tradizione di successi a livello nazionale, anzi, non sono mai riusciti a esprimere un presidente. Ma l'undici settembre e il successo personale di Giuliani potrebbero aver cambiato le cose.

Sarebbe per questo che malgrado le notevoli differenze con Bush (sia Giuliani che Pataki sono favorevoli all'aborto, ai diritti dei gay e al controllo sulle armi da fuoco), i due hanno deciso di sostenere con forza la rielezione del presidente.

Partecipare attivamente alla campagna elettorale, dà loro la possibilità di girare il paese e farsi conoscere da tutto l'elettorato repubblicano. Fedeli ad una sperimentata teoria secondo la quale, più ci si mostra insieme al presidente, più la gente pensa che si può diventare presidente.


Dagospia 01 Settembre 2004