GANGSTER, POTERE E RESA DI CONTI DELL'EUROPA - OCCHIO ALL'AFGHANISTAN
LITVINENKO? AVRA' OFFESO QUALCHE RICCO GANGSTER CON ENTRATURE AL CREMLINO
L'ISLAM È IN UNO STATO DI GUERRA CIVILE - AMERICANI? CAPACI SOLO DI BOMBARDARE

Andrea Purgatori per il settimanale Left


Nella vecchia Europa si muore di polonio 210. E ciò che resta del Kgb regola i suoi conti interni con un occhio al potere e agli affari. In Medio Oriente la guerra civile è una faccenda tra musulmani. Osama è un ricordo, più che una minaccia. E nel mezzo, gli americani continuano a non capirci niente combinando solo guai. Lo scenario che Frederick Forsyth dipinge, è quello di un mondo diviso in due. Dove la metà che brucia, quella «a est di Roma», va alla deriva senza che nessuno sappia bene come spegnere l'incendio. Ma lui, l'inventore dello Sciacallo, ormai è irresistibilmente attratto proprio da quella metà. Il futuro delle spy story, almeno per ora, si chiama Afghanistan. E se ogni tanto qualche agente russo in pensione ci lascia ancora malamente le penne, la sua opinione è che il Grande Circo delle spie, coi suoi riti e gli inganni, sia roba polverosa che appartiene al passato. Inutile farsene una malattia.

Strano personaggio questo Alexander Litvinenko, annientato da un gioco più grande di lui. Non trova, mister Forsyth?
Penso che abbia offeso qualche ricco gangster con buone entrature al Cremlino, se non addirittura agli ordini di. Quella roba radioattiva con cui è stato ucciso te la puoi procurare solo attraverso un'istituzione governativa, mica la trovi in giro così.

Cosa dice un messaggio al polonio?
Esattamente questo. Meglio che te e quelli come te imparino per bene la seguente lezione: non vi azzardate a rompere più le scatole a noi e al Cremlino.

Altrimenti avrebbero potuto farlo fuori con due colpi di pistola sotto casa.
Magari inscenando una finta rapina. Gli porti via portafogli, chiavi, cellulare e lo lasci lì per terra. Morto ammazzato. E chi vuol capire capisca. In questo caso, no. Tutti devono ricevere il messaggio.

I legami tra Cremlino e agenti dell'ex Kgb sono ancora fortissimi.
Nessun dubbio. Immagini un tipo alla John Gotti. Un padrino vero. Cambiamogli nome in Gottovski. Mettiamo che faccia il gangster e l'uomo d'affari, e abbia a disposizione tutti i killer che vuole. Appartiene a un'organizzazione di estrema destra, sciovinista e nazionalista all'estremo che si nasconde dietro l'etichetta del patriottismo. Dentro ci sono tutti ex. Ex Cia, ex Fbi, ex Navy Seals, ex paracadutisti.

Una specie di Spectre.
Una specie, giusto. E mettiamo che tra i membri coperti dell'organizzazione ci sia anche un vecchio camerata che adesso è diventato presidente. Che è stato offeso, pesantemente insultato.

Uno come Gottovski saprebbe perfettamente da che parte stare.
Da quella del presidente, ovvio. E mettiamo adesso che a insultarlo sia stato un certo Litvinenko. Uno che si crede un pesce grosso e invece è un piccolo pesce che nuota in una vasca piena di squali. Ecco, per lavare l'offesa gli squali decidono di dare una lezione al pesce piccolo. Ma per farlo, non c'è bisogno che il presidente dia un ordine preciso. Insomma, non credo che Putin abbia detto: quest'uomo lo voglio morto. In Italia ne sapete qualcosa.

In Italia che cosa, mi scusi?
C'è stato un periodo in cui la parte più reazionaria dei vostri servizi segreti dava lezioni e mandava messaggi mettendo o facendo mettere bombe qua e là. Gli esecutori erano membri di organizzazioni di estrema destra, ma la mente aveva a che fare con l'intelligence di Stato. In Russia oggi funziona allo stesso modo.

Invece delle bombe, il polonio.
Che ti fai consegnare da uno dei tuoi amici che lavora all'interno di qualche struttura governativa. Attenti a non infangare la nostra amata patria, dice il messaggio. Così si muore, quando vai a sbattere contro questo mix di grandi mafiosi, politici ed ex agenti di uno dei più spietati servizi segreti della storia.

Vogliamo dire che uomini e documenti dell'ex Kgb vengono utilizzati ancora oggi da questa specie di organizzazione senza nome che fa affari e maneggia il potere?
Diciamolo. È così. È una faccenda molto seria. Gente del genere, organizzazioni di questo tipo le abbiamo noi, le avete voi, ce l'hanno i russi. Loro più in grande. Per capire, occhio al curriculum. Quello di Putin dice che è stato capo del Kgb.

Perché a Londra?
Perché qui abbiamo una immensa comunità di immigrati. Ci sono arabi che fanno l'opposizione ai loro governi. Ci sono comunità di persone dell'Asia centrale che fanno l'opposizione ai loro governi. Ci sono un sacco di rifugiati che vengono da ogni parte del mondo. Pensi ai pachistani, tra loro può trovare gente che appartiene ai movimenti più estremisti e fanatici.



Difficile individuarli.
Certo. E poi viaggiano. Vanno a trovare le loro famiglie, a studiare nelle madrasse. E ritornano qui. Quelli delle seconde generazioni, col passaporto britannico. Anche questo è l'impero. certo, la questione riguarda tutti. Ci sarà anche un Abdul curdo che guida il taxi a Berlino o un Ibrahim pachistano che vende cibo nella sua bottega a Trieste. Ma la maggior parte finisce in Gran Bretagna.

Quanto è pericolosa la minaccia terroristica che viene dal Medio Oriente, dal Libano all'Afghanistan?
Nell'Europa occidentale, secondo me la stiamo esagerando. Dia un'occhiata a chi ammazza chi. Si stanno massacrando tra loro. L'Islam è in uno stato di guerra civile. In Algeria ci siamo dimenticati che il fondamentalismo ha fatto migliaia di morti.

Erano i sauditi a finanziare il Gia.
Beh, se è per questo i sauditi hanno usato il loro denaro in tutto il mondo. Ma insisto, la questione è interna all'Islam e ai suoi movimenti. In Palestina, Hamas contro Al Fatah. In Libano, Hezbollah contro i cristiani. In Iraq, i sunniti contro gli sciiti.

Quanto pesa la variabile iraniana?
Tanto. Foraggiano Hezbollah in Libano, gli sciiti in Iraq. Noi abbiamo truppe nel Sud, intorno a Bassora. E attraverso il confine sappiamo che ogni giorno transitano dall'Iran soldi, armi e agenti. Ahmadinejad finanzia e sostiene Moqtada al Sadr. E a nord i sauditi passano soldi e armi ai sunniti. Vogliamo fare un calcolo percentuale per capire come stanno le cose? Beh, io dico che per ogni cristiano ci sono cinquanta musulmani ammazzati. È un regolamento di conti tutto islamico.

Esagerato anche l'incubo Osama?
Quello no. Ma la sensazione evidente è che in questo momento Bin Laden sia più mezzo morto che vivo. Comunque, impresentabile davanti a una telecamera. Ma nelle montagne conta ancora su un apparato di al Qaeda che funziona. Io però mi preoccuperei più della Jamal Islamyia che mette le bombe a Bali. Fanatici ma indonesiani. O di alcuni gruppi di fondamentalisti pachistani che danno sostegno ai talebani nel nord dell'Afghanistan.

I servizi segreti pachistani che gioco fanno?
Doppio? Triplo? Chi sa. i talebani li hanno sempre sostenuti loro. Lo sanno tutti.

L'intelligence come dovrebbe contrastare il terrorismo in Afghanistan?
Andando al bazar ad ascoltare le voci della gente. Impiegando agenti reclutati sul posto, che parlano la lingua locale. E pagandoli. Anche se un vecchio detto dice: l'Afghanistan non si compra, al massimo si affitta. E sono d'accordo.

Insomma, in Occidente dobbiamo stare più tranquilli.
Tranquilli mai. Ma chi parla di scontro di religioni e civiltà tra Islam e cristianità sbaglia di grosso. Semplicemente non è così.

Torniamo alla vecchia Europa e al Grande Circo delle spie. Qualche settimana fa è morto Markus Wolf, per trent'anni alla guida della Stasi. Quanti segreti si è portato nella tomba?
Dopo il crollo del Muro, il 95 per cento degli archivi della Stasi fu recuperato. Dopo diciassette anni, ci sono ancora non so quante équipe di specialisti al lavoro per esaminarli e decodificarli. Ormai sappiamo tutto o quasi tutto di quel periodo e di come funzionavano i servizi della ex Germania orientale. Wolf è stato un maestro di spionaggio. Una figura misteriosa, ma senza più grandi segreti da rivelare.

Nessuna nostalgia di quel mondo?
Una volta ho sentito dire che qualche autore di spy story sarebbe stato disposto a pagare di tasca propria, pur di tornare indietro ai tempi in cui c'erano soltanto due nemici e in mezzo un sacco di traditori. Ma anche adesso in Iraq i nemici sono due e ci sono un sacco di traditori. E un sacco di gente disposta a pagare. Pensi ai sauditi, quanto sarebbero disposti a sborsare pur di non far finire i pozzi di petrolio nel sud dell'Iraq in mano agli sciiti.

Gli americani non ci hanno capito niente.
Come al solito, quando si occupano di politica estera. Dagli un'isola da invadere o un paese da bombardare fino a farlo tornare all'età della pietra e sono bravissimi. Ma per il resto.

Poca Human Intelligence, come si dice.
Beh, qualche persona intelligente che aveva suggerito cosa fare o non fare in Iraq ce l'avevano. Ma poi si sono ritrovati Rumsfeld ministro della Difesa. Iraq cosa? Iraq dove? Non saprebbe dire che differenza passa tra il Libano e l'Arabia Saudita, tra un sunnita e uno sciita. Lui sa muovere i carri armati, gli aerei, i soldati. Un idiota, paragonato a certi generali a quattro stelle. Che rispetto a lui sono dei raffinati intellettuali. E il risultato eccolo là, sotto gli occhi di tutti. Una buona metà del mondo più instabile di quanto lo fosse il Sudamerica negli anni Settanta. Perciò, occhio a quello che succede a est di Roma. Anzi, a est di Aviano...


Dagospia 22 Dicembre 2006