CON LIBONATI L'ALITALIA IN QUARESIMA - DA DUE MILIONI E 800MILA EURO L'ANNO PER CIMOLI A 132MILA. DA DIVIDERE IN CINQUE - LA CRISI DI GOVERNO ALLUNGA I TEMPI DELLA PRIVATIZZAZIONE - SCHISANO O CHIELI - ALLA FINE IL ROSSO SARA' RECORD: 450 MILIONI.
Alessandro Barbera per "La Stampa"
Da due milioni e ottocentomila euro l'anno per una persona a 132mila. Da dividere in cinque. Per il tempo che rimarrà in carica - fino al termine della privatizzazione - il nuovo consiglio di amministrazione Alitalia riceverà ciò che l'ex amministratore delegato Giancarlo Cimoli guadagnava ogni venti giorni. Lo ha deciso ieri l'assemblea degli azionisti che ha votato la lista indicata dall'azionista Tesoro: Giovanni Sabatini (l'unico sopravvissuto del vecchio consiglio), Luciano Vannozzi e come consiglieri indipendenti Aristide Police, Carlo Santini e Berardino Libonati. Come annunciato, l'avvocato romano è stato nominato presidente. Il consiglio di transizione dovrebbe rimanere in carica fino a giugno, il termine indicato da Tommaso Padoa-Schioppa per chiudere la procedura di vendita.
Ma se la crisi di governo non si dovesse risolvere in fretta, ci sono buone probabilità che tutto slitti all'autunno. Per questo - raccontano fonti ben informate - Libonati sarebbe sempre più convinto della necessità di nominare al più presto un direttore generale alla guida dell'azienda. Due le candidature forti: o il numero due di Cimoli Giancarlo Schisano, o Massimo Chieli, ex amministratore delegato di Alitalia Express e capo delle risorse umane. La nomina dovrebbe avvenire nella prima riunione operativa, annunciata per «i prossimi giorni».
La questione più delicata che attende il neopresidente è l'approvazione del bilancio 2006 fra poco più di un mese, il 29 marzo. La stima delle perdite fornita alla Consob da Cimoli prima di lasciare era attorno ai 380 milioni di euro. Ma diverse voci dicono che alla fine il rosso ammonterà a circa 450 milioni. Ai quali si potrebbe aggiungere l'inevitabile svalutazione della flotta degli aerei, più volte rimandata da Cimoli. Insomma, è molto probabile che al momento dell'approvazione del bilancio emerga una perdita ben superiore ad un terzo del capitale sociale, pari a un miliardo e 290 milioni. Se così sarà, il consiglio avrà di fronte a sé due strade: o l'abbattimento del capitale, o la ricapitalizzazione entro un anno. Comunque ne risentirà il prezzo di vendita della compagnia, che non potrà non tenere conto dell'ulteriore aggravamento della situazione finanziaria.
Paolo Alazraki, il funambolico finanziere che si era fatto avanti nella prima fase della gara, ieri si è presentato in assemblea in qualità di azionista per chiedere lumi a Sabatini. Il rappresentante del Tesoro è stato cauto, ma nei fatti non ha smentito le indiscrezioni: «Al momento sul bilancio è ancora in corso una valutazione. Non appena scatterà l'obbligo di informativa al mercato lo comunicheremo». Stessa cautela sull'ipotesi di svalutazione della flotta: «Il nuovo consiglio si deve ancora insediare e non ha un quadro preciso della situazione». Le nuove, pessime voci sullo stato dei conti pesano sull'andamento del titolo in Borsa. Ieri a Piazza Affari il titolo Alitalia ha perso l'1,14% attestandosi a 1,043 euro. Fra i piccoli azionisti, affezionati al glorioso passato della compagnia, c'è chi non si cura troppo dei numeri. Ieri uno di loro, per festeggiare i sessant'anni Alitalia, ha proposto per il 5 maggio di far volare gratis ogni passeggero. Alla faccia delle svalutazioni.
Dagospia 23 Febbraio 2007
Da due milioni e ottocentomila euro l'anno per una persona a 132mila. Da dividere in cinque. Per il tempo che rimarrà in carica - fino al termine della privatizzazione - il nuovo consiglio di amministrazione Alitalia riceverà ciò che l'ex amministratore delegato Giancarlo Cimoli guadagnava ogni venti giorni. Lo ha deciso ieri l'assemblea degli azionisti che ha votato la lista indicata dall'azionista Tesoro: Giovanni Sabatini (l'unico sopravvissuto del vecchio consiglio), Luciano Vannozzi e come consiglieri indipendenti Aristide Police, Carlo Santini e Berardino Libonati. Come annunciato, l'avvocato romano è stato nominato presidente. Il consiglio di transizione dovrebbe rimanere in carica fino a giugno, il termine indicato da Tommaso Padoa-Schioppa per chiudere la procedura di vendita.
Ma se la crisi di governo non si dovesse risolvere in fretta, ci sono buone probabilità che tutto slitti all'autunno. Per questo - raccontano fonti ben informate - Libonati sarebbe sempre più convinto della necessità di nominare al più presto un direttore generale alla guida dell'azienda. Due le candidature forti: o il numero due di Cimoli Giancarlo Schisano, o Massimo Chieli, ex amministratore delegato di Alitalia Express e capo delle risorse umane. La nomina dovrebbe avvenire nella prima riunione operativa, annunciata per «i prossimi giorni».
La questione più delicata che attende il neopresidente è l'approvazione del bilancio 2006 fra poco più di un mese, il 29 marzo. La stima delle perdite fornita alla Consob da Cimoli prima di lasciare era attorno ai 380 milioni di euro. Ma diverse voci dicono che alla fine il rosso ammonterà a circa 450 milioni. Ai quali si potrebbe aggiungere l'inevitabile svalutazione della flotta degli aerei, più volte rimandata da Cimoli. Insomma, è molto probabile che al momento dell'approvazione del bilancio emerga una perdita ben superiore ad un terzo del capitale sociale, pari a un miliardo e 290 milioni. Se così sarà, il consiglio avrà di fronte a sé due strade: o l'abbattimento del capitale, o la ricapitalizzazione entro un anno. Comunque ne risentirà il prezzo di vendita della compagnia, che non potrà non tenere conto dell'ulteriore aggravamento della situazione finanziaria.
Paolo Alazraki, il funambolico finanziere che si era fatto avanti nella prima fase della gara, ieri si è presentato in assemblea in qualità di azionista per chiedere lumi a Sabatini. Il rappresentante del Tesoro è stato cauto, ma nei fatti non ha smentito le indiscrezioni: «Al momento sul bilancio è ancora in corso una valutazione. Non appena scatterà l'obbligo di informativa al mercato lo comunicheremo». Stessa cautela sull'ipotesi di svalutazione della flotta: «Il nuovo consiglio si deve ancora insediare e non ha un quadro preciso della situazione». Le nuove, pessime voci sullo stato dei conti pesano sull'andamento del titolo in Borsa. Ieri a Piazza Affari il titolo Alitalia ha perso l'1,14% attestandosi a 1,043 euro. Fra i piccoli azionisti, affezionati al glorioso passato della compagnia, c'è chi non si cura troppo dei numeri. Ieri uno di loro, per festeggiare i sessant'anni Alitalia, ha proposto per il 5 maggio di far volare gratis ogni passeggero. Alla faccia delle svalutazioni.
Dagospia 23 Febbraio 2007