LAZIO, LA REGIONE DELLE TANGENTI (BIPARTISAN) - LA MAPPA DELLE MAZZETTE DELL'UOMO DI STORACE - LA CONTABILITA' DEGLI AFFARI E L'APPUNTO TORAX - LE REGALIE PROSEGUITE CON MARRAZZO - ECCO LA GRANDE SPARTIZIONE.
Marco Lillo e Peter Gomez per "L'espresso" in edicola domani
Due documenti sequestrati dalla procura di Roma nelle indagini sulle mazzette di Lady Asl offrono una radiografia esclusiva del malaffare nella gestione della Regione Lazio. Il primo secondo gli inquirenti offre una mappa dettagliata della spartizione di tutti gli appalti nel periodo in cui era governatore Francesco Storace, con indicate tangenti e referenti. Il secondo invece svela il meccanismo con cui ancora oggi consiglieri di maggioranza e opposizione si spartiscono circa 30 milioni di euro di finanziamenti gentilmente concessi a centinaia di organizzazioni, ufficialmente senza fini di lucro, segnalate dai singoli esponenti di partito. I due documenti sono descritti da "L'espresso" in edicola domani nell'inchiesta di copertina sulla "Cupola delle tangenti".
LA CONTABILITA' DEGLI AFFARI
Il primo documento è un file di un computer intitolato Torax ("torace" in spagnolo). A scriverlo, con l'intenzione di ricavarne una lettera da inviare a Storace, è stato l'ex assessore ai Trasporti Giulio Gargano, attualmente agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato una pena a 4 anni e sei mesi per lo scandalo della sanità. Gargano lo ha preparato per difendersi dalle accuse di aver intascato denaro all'insaputa del partito, mosse contro di lui all'interno di Alleanza nazionale. Con precisione l'ex assessore fa allora il punto della situazione: elenca tutta una serie di appalti relativi alla costruzione di strade, ferrovie e acquisti di bus.
Parla della privatizzazione dell'azienda per il trasporto su gomma. Cita quasi tutte le grandi opere del governo Storace più una serie di gare dell'Anas regionale, l'Astral e della società a capitale misto che deve costruire la bretella autostradale per Formia. Ricorda, infine, gli appalti per le pulizie, per le assicurazioni e per la vigilanza. Spesso accanto ai nomi delle aziende vincitrici (ci sono pure le cooperative rosse e alcune imprese considerate vicinissime ad An) indica il nome dei loro referenti politici e in un caso arriva a scrivere: «Tu dovresti ripartire la cifra fra te, Forza Italia e Udc». Poi fa riferimento quasi esplicito a delle somme di denaro mascherate da una serie di "X".
ASSOCIAZIONI BENEDETTE
Il secondo documento è invece la lista delle associazioni e degli enti a cui vengono erogati fondi pubblici in occasione delle leggi di bilancio regionali (l'ultima risale al 2006). È un elenco lunghissimo che i carabinieri hanno per ora acquisito solo nella parte riguardante 46 diversi finanziamenti sponsorizzati dallo stesso Gargano e dall'attuale sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi (Udeur), sotto inchiesta per corruzione. Gli investigatori si sono resi conto che accanto al denaro stanziato per iniziative meritevoli, come l'assistenza agli anziani, la promozione di eventi culturali e sportivi, i finanziamenti alle parrocchie, compaiono soldi destinati anche a una serie di organizzazioni amministrate da parenti o collaboratori dei consiglieri regionali.
Il sospetto è insomma che alla Pisana (il consiglio del Lazio) ci sia chi sostiene la propria attività politica utilizzando denaro dei contribuenti. Il tutto in maniera formalmente legale visto che quest'anno per ciascuno dei 70 consiglieri sono stati messi a disposizione 350 mila euro (100 mila cash per le associazioni, più 250 mila in conto capitale per i lavori pubblici); che erano 550 mila 12 mesi fa e addirittura circa 700 mila quando alla testa della Regione c'era ancora Storace.
Sull'intera materia è stata però aperta una seconda inchiesta, da parte del pm romano Giuseppe De Falco, e dai primi accertamenti è emerso, per esempio, il caso di un'associazione pro Amazzonia beneficiata con più di un milione di euro che, secondo le denunce dei Comunisti italiani, ha sede dove un consigliere ha il proprio gruppo politico "rosso-verde": stesso indirizzo, stesso numero di telefono.
Il clima che per anni si è respirato in Regione e il via vai di denaro (lecito o meno) che avveniva in quegli uffici lo raccontano, del resto, bene due testimoni. «Ho visto nascondere sacchetti neri, tipo immondizia, in un armadietto blindato. Chiaramente si trattava di versamenti per la campagna elettorale», ha detto Dario Pettinelli, esperto in comunicazioni e fino al 2005 membro dello staff di Storace. «Il venerdì santo del 2002 o del 2003, mentre stavo uscendo dal palazzo della Regione, un fattorino mi consegnò una colomba. Non ricordo chi fosse il mittente, ma il nome non mi diceva nulla. Aprii la scatola e scoprii che dentro c'erano 10 milioni di lire. Denunciai subito tutto ai carabinieri», ha aggiunto spaventato Tommaso Nardini, sino al 2002 segretario particolare dell'ex governatore, delineando i contorni di una situazione ormai fuori controllo.
L'APPUNTO TORAX
Gargano, ex fedelissimo di Storace, si trova a un certo punto costretto a difendersi dalle accuse di aver intascato mazzette all'insaputa del partito. Quando si tratta di quantificare le mazzette ricorre alle "X". Lo fa, per esempio, affrontando il capitolo relativo alla «privatizzazione» di parte del Cotral, l'azienda di trasporto regionale. «La Sita», si legge nel file, « ci ha fatto sapere che, se vincerà, è disposta a XXXXX, stessa cifra che aveva pattuito con Aracri (Francesco, assessore ai trasporti prima di Gargano, anche lui di An, ndr) però per il 49 per cento del pacchetto azionario, cifra che hanno comunicato anche a Tajani, Ciocchetti e che tu dovresti ripartire tanto a te, tanto Forza Italia, tanto Udc». Ciocchetti è Luciano Ciocchetti, ex capogruppo Udc in regione, oggi deputato nazionale. Tajani è invece Antonio Tajani, all'epoca coordinatore laziale di Forza Italia e addirittura capogruppo degli azzurri all'europarlamento.
Dovevano essere dunque loro i terminali delle presunte tangenti? Non è chiaro. Secondo indiscrezioni Gargano avrebbe già spiegato che in realtà a occuparsi della questione sarebbero stati alcuni personaggi del loro entourage. Pochi dubbi invece su che cosa sia la Sita, la Società italiana di trasporti automobilistici che fattura 230 milioni ospitando sui suoi pullman 10 milioni di passeggeri in tutta Italia. Sulla carta è una controllata dello Stato. In realtà si tratta di una creatura dell'imprenditore pugliese Luciano Vinella che ne detiene ancora il 45 per cento delle quote. Vinella, che vanta rapporti anche con i Ds, è un amico di famiglia di Gianfranco Fini. In ogni caso, per quanto riguarda la privatizzazione del Cotral, nel file Torax si legge: «La gara viene sospesa come da tua richiesta».
Gargano afferma, per esempio, di essere rimasto fuori dalla «gara per la vigilanza in regione». Dice che «né Lotito», il quale cura la security in via Colombo, «né Gravina (Domenico, titolare dell'Italpol, ndr) né Di Gangi (Pasquale, patron della Sipro, ndr) hanno corrisposto nulla al sottoscritto». E aggiunge, facendo forse riferimento all'ex assessore al Personale e attuale vicepresidente del consiglio Bruno Prestagiovanni (An): «Mi risulta però che sono stati chiamati da Prestagiovanni». Infine scrive: «Metro C gara da parte del Comune Roma».
LE AZIENDE AMICHE
Accenni espliciti alle tangenti, in questo caso forse già versate, non mancano poi in altri brani del documento. Gargano scrive: «Ho fatto consegnare per te XXX euro dall'ingegnere Crivellone ad Abodi». Il riferimento è tutto per il business delle strade. Andrea Abodi è infatti il presidente dell'Astral, l'azienda pubblica delle strade regionali, e dell'Arcea, una società mista che dovrebbe realizzare due autostrade: la Roma-Formia e la Cisterna-Valmontone. Proprio per questo ad Abodi, stando all'appunto, sarebbero stati «delegati i rapporti aziendali» con le società che lavorano per l'Astral e l'Arcea. Umberto Crivellone, l'ingegnere che gli avrebbe consegnato il denaro, presiede invece il consorzio d'imprese che si è aggiudicato la costruzione della tangenziale dei Castelli, quella che dovrebbe decongestionare dal traffico la via Appia.
Crivellone e Gargano sono molto amici: l'appartamento dove ha sede l'ufficio politico dell'ex assessore ai Trasporti è di proprietà dell'imprenditore, il quale è anche al vertice del Centro di studi sociali, una delle tante associazioni finanziate dalla Regione. L'amicizia è però una cosa. Il business e la politica sono un'altra. Gargano nella sua lettera, quindi annota: «Tangenziale Castelli perizia variante approvata XX,00 x X=XX,000 (2004)». L'affare ha comunque un secondo risvolto interessante: del consorzio impegnato nella costruzione della tangenziale fa parte la So.Co.Stra.Mo di Erasmo Cinque, membro delle segreteria nazionale di An ed ex presidente dell'associazione costruttori edili di Roma e provincia (Acer).
LOTTO CONTINUO
L'abitudine di avere un occhio di riguardo nei confronti delle aziende amiche sembra confermata da altri brani del documento. Per la «vecchia gara sulla cartografia», scrive Gargano, «doveva corrispondere Galeazzi perché la ditta era sua. Mi ha assicurato che veniva direttamente da te». L'appalto (3,5 milioni di euro) risulta vinto da un'impresa di Latina, di proprietà di Pasquale Marrone, un imprenditore amico dell'ex deputato di An, Alessandro Galeazzi. Ma Marrone a "L'espresso" dice: «La gara è stata regolare. Conosco bene Galeazzi, chi però si azzarda a dire che è mio socio o che ho versato un solo euro verrà querelato, perché è falso». Nel suo file l'ex assessore ai Trasporti non delinea comunque un sistema basato esclusivamente sulle mazzette.
Spesso fa riferimento solo a una ben poco liberista vicinanza politica: la gara per la sicurezza stradale sarebbe così stata assegnata ad «amici di De Lillo (Stefano, consigliere di Forza Italia)»; quella per un'altra importante via di comunicazione a degli amici dell'ex assessore Francesco Aracri e di un potente dirigente regionale, mentre le imprese che si sono aggiudicate il secondo lotto della strada statale dei Monti Lepini sarebbero state «mandate da Carnevale», verosimilmente il segretario amministrativo della Lista Storace. Tra esse compare pure il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna (Ccc), la più grande coop rossa d'Italia. Non deve stupire. Intercettando i telefoni degli indagati i carabinieri hanno capito che quando si parla di affari il clima è assolutamente bipartisan. Un esempio? Nel maggio del 2006 Gargano, ormai semplice consigliere, chiama il capo della segreteria dell'assessore alla Sanità Augusto Battaglia (Ds) per sollecitare dei pagamenti in favore di un laboratorio di analisi cliniche a lui legato.
PARENTI E AMICI
Intercettazione dopo intercettazione si scopre però dell'altro. L'ex assessore sollecita pure «i contributi previsti nell'ambito della legge regionale che riguarda il bilancio». Saltano fuori così una serie di associazioni, come la Polis, la Idee per la vita, la Pensiero e lavoro, la Nuova orizzonti e Il centro studi sociali, amministrate da suoi parenti, amici o collaboratori, alle quali nel corso degli anni sono arrivati due milioni e 200 mila euro, in parte versati all'epoca del centrosinistra. È insomma facile immaginare la sorpresa degli investigatori quando si rendono conto che in Regione esiste un elenco dei beneficiati dei finanziamenti accanto al quale compare il nome del consigliere sponsor.
Dalle carte che "L'espresso" ha potuto consultare emerge, per esempio, che Verzaschi (Udeur) ha ottenuto 270 mila euro in favore degli enti da lui segnalati: 60 mila sono finiti alla fondazione Nova Civitas, i cui uffici sono stati usati da Verzaschi (ora sottosegretario) per la sua campagna elettorale; altri 10 mila all'associazione Bacus, di Sara Ugolini, candidata alle comunali per una lista di Verzaschi pro-Veltroni. È chiaro che una parte dei contributi rappresentano ormai qualcosa di molto simile a un finanziamento pubblico mascherato ai partiti. Per questo suscita interrogativi il milione di euro andato agli istituti Iswel e Irem specializzati in corsi d'informatica. Entrambi gli enti hanno lo stesso indirizzo e numero di telefono di un'associazione politica, il Centro democratico, presieduta dall'ex dc Giampiero Oddi, il patron dei due istituti che fino a qualche mese fa si vantava di rappresentare i 10 per cento degli iscritti romani della Margherita.
Dagospia 01 Marzo 2007
Due documenti sequestrati dalla procura di Roma nelle indagini sulle mazzette di Lady Asl offrono una radiografia esclusiva del malaffare nella gestione della Regione Lazio. Il primo secondo gli inquirenti offre una mappa dettagliata della spartizione di tutti gli appalti nel periodo in cui era governatore Francesco Storace, con indicate tangenti e referenti. Il secondo invece svela il meccanismo con cui ancora oggi consiglieri di maggioranza e opposizione si spartiscono circa 30 milioni di euro di finanziamenti gentilmente concessi a centinaia di organizzazioni, ufficialmente senza fini di lucro, segnalate dai singoli esponenti di partito. I due documenti sono descritti da "L'espresso" in edicola domani nell'inchiesta di copertina sulla "Cupola delle tangenti".
LA CONTABILITA' DEGLI AFFARI
Il primo documento è un file di un computer intitolato Torax ("torace" in spagnolo). A scriverlo, con l'intenzione di ricavarne una lettera da inviare a Storace, è stato l'ex assessore ai Trasporti Giulio Gargano, attualmente agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato una pena a 4 anni e sei mesi per lo scandalo della sanità. Gargano lo ha preparato per difendersi dalle accuse di aver intascato denaro all'insaputa del partito, mosse contro di lui all'interno di Alleanza nazionale. Con precisione l'ex assessore fa allora il punto della situazione: elenca tutta una serie di appalti relativi alla costruzione di strade, ferrovie e acquisti di bus.
Parla della privatizzazione dell'azienda per il trasporto su gomma. Cita quasi tutte le grandi opere del governo Storace più una serie di gare dell'Anas regionale, l'Astral e della società a capitale misto che deve costruire la bretella autostradale per Formia. Ricorda, infine, gli appalti per le pulizie, per le assicurazioni e per la vigilanza. Spesso accanto ai nomi delle aziende vincitrici (ci sono pure le cooperative rosse e alcune imprese considerate vicinissime ad An) indica il nome dei loro referenti politici e in un caso arriva a scrivere: «Tu dovresti ripartire la cifra fra te, Forza Italia e Udc». Poi fa riferimento quasi esplicito a delle somme di denaro mascherate da una serie di "X".
ASSOCIAZIONI BENEDETTE
Il secondo documento è invece la lista delle associazioni e degli enti a cui vengono erogati fondi pubblici in occasione delle leggi di bilancio regionali (l'ultima risale al 2006). È un elenco lunghissimo che i carabinieri hanno per ora acquisito solo nella parte riguardante 46 diversi finanziamenti sponsorizzati dallo stesso Gargano e dall'attuale sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi (Udeur), sotto inchiesta per corruzione. Gli investigatori si sono resi conto che accanto al denaro stanziato per iniziative meritevoli, come l'assistenza agli anziani, la promozione di eventi culturali e sportivi, i finanziamenti alle parrocchie, compaiono soldi destinati anche a una serie di organizzazioni amministrate da parenti o collaboratori dei consiglieri regionali.
Il sospetto è insomma che alla Pisana (il consiglio del Lazio) ci sia chi sostiene la propria attività politica utilizzando denaro dei contribuenti. Il tutto in maniera formalmente legale visto che quest'anno per ciascuno dei 70 consiglieri sono stati messi a disposizione 350 mila euro (100 mila cash per le associazioni, più 250 mila in conto capitale per i lavori pubblici); che erano 550 mila 12 mesi fa e addirittura circa 700 mila quando alla testa della Regione c'era ancora Storace.
Sull'intera materia è stata però aperta una seconda inchiesta, da parte del pm romano Giuseppe De Falco, e dai primi accertamenti è emerso, per esempio, il caso di un'associazione pro Amazzonia beneficiata con più di un milione di euro che, secondo le denunce dei Comunisti italiani, ha sede dove un consigliere ha il proprio gruppo politico "rosso-verde": stesso indirizzo, stesso numero di telefono.
Il clima che per anni si è respirato in Regione e il via vai di denaro (lecito o meno) che avveniva in quegli uffici lo raccontano, del resto, bene due testimoni. «Ho visto nascondere sacchetti neri, tipo immondizia, in un armadietto blindato. Chiaramente si trattava di versamenti per la campagna elettorale», ha detto Dario Pettinelli, esperto in comunicazioni e fino al 2005 membro dello staff di Storace. «Il venerdì santo del 2002 o del 2003, mentre stavo uscendo dal palazzo della Regione, un fattorino mi consegnò una colomba. Non ricordo chi fosse il mittente, ma il nome non mi diceva nulla. Aprii la scatola e scoprii che dentro c'erano 10 milioni di lire. Denunciai subito tutto ai carabinieri», ha aggiunto spaventato Tommaso Nardini, sino al 2002 segretario particolare dell'ex governatore, delineando i contorni di una situazione ormai fuori controllo.
L'APPUNTO TORAX
Gargano, ex fedelissimo di Storace, si trova a un certo punto costretto a difendersi dalle accuse di aver intascato mazzette all'insaputa del partito. Quando si tratta di quantificare le mazzette ricorre alle "X". Lo fa, per esempio, affrontando il capitolo relativo alla «privatizzazione» di parte del Cotral, l'azienda di trasporto regionale. «La Sita», si legge nel file, « ci ha fatto sapere che, se vincerà, è disposta a XXXXX, stessa cifra che aveva pattuito con Aracri (Francesco, assessore ai trasporti prima di Gargano, anche lui di An, ndr) però per il 49 per cento del pacchetto azionario, cifra che hanno comunicato anche a Tajani, Ciocchetti e che tu dovresti ripartire tanto a te, tanto Forza Italia, tanto Udc». Ciocchetti è Luciano Ciocchetti, ex capogruppo Udc in regione, oggi deputato nazionale. Tajani è invece Antonio Tajani, all'epoca coordinatore laziale di Forza Italia e addirittura capogruppo degli azzurri all'europarlamento.
Dovevano essere dunque loro i terminali delle presunte tangenti? Non è chiaro. Secondo indiscrezioni Gargano avrebbe già spiegato che in realtà a occuparsi della questione sarebbero stati alcuni personaggi del loro entourage. Pochi dubbi invece su che cosa sia la Sita, la Società italiana di trasporti automobilistici che fattura 230 milioni ospitando sui suoi pullman 10 milioni di passeggeri in tutta Italia. Sulla carta è una controllata dello Stato. In realtà si tratta di una creatura dell'imprenditore pugliese Luciano Vinella che ne detiene ancora il 45 per cento delle quote. Vinella, che vanta rapporti anche con i Ds, è un amico di famiglia di Gianfranco Fini. In ogni caso, per quanto riguarda la privatizzazione del Cotral, nel file Torax si legge: «La gara viene sospesa come da tua richiesta».
Gargano afferma, per esempio, di essere rimasto fuori dalla «gara per la vigilanza in regione». Dice che «né Lotito», il quale cura la security in via Colombo, «né Gravina (Domenico, titolare dell'Italpol, ndr) né Di Gangi (Pasquale, patron della Sipro, ndr) hanno corrisposto nulla al sottoscritto». E aggiunge, facendo forse riferimento all'ex assessore al Personale e attuale vicepresidente del consiglio Bruno Prestagiovanni (An): «Mi risulta però che sono stati chiamati da Prestagiovanni». Infine scrive: «Metro C gara da parte del Comune Roma».
LE AZIENDE AMICHE
Accenni espliciti alle tangenti, in questo caso forse già versate, non mancano poi in altri brani del documento. Gargano scrive: «Ho fatto consegnare per te XXX euro dall'ingegnere Crivellone ad Abodi». Il riferimento è tutto per il business delle strade. Andrea Abodi è infatti il presidente dell'Astral, l'azienda pubblica delle strade regionali, e dell'Arcea, una società mista che dovrebbe realizzare due autostrade: la Roma-Formia e la Cisterna-Valmontone. Proprio per questo ad Abodi, stando all'appunto, sarebbero stati «delegati i rapporti aziendali» con le società che lavorano per l'Astral e l'Arcea. Umberto Crivellone, l'ingegnere che gli avrebbe consegnato il denaro, presiede invece il consorzio d'imprese che si è aggiudicato la costruzione della tangenziale dei Castelli, quella che dovrebbe decongestionare dal traffico la via Appia.
Crivellone e Gargano sono molto amici: l'appartamento dove ha sede l'ufficio politico dell'ex assessore ai Trasporti è di proprietà dell'imprenditore, il quale è anche al vertice del Centro di studi sociali, una delle tante associazioni finanziate dalla Regione. L'amicizia è però una cosa. Il business e la politica sono un'altra. Gargano nella sua lettera, quindi annota: «Tangenziale Castelli perizia variante approvata XX,00 x X=XX,000 (2004)». L'affare ha comunque un secondo risvolto interessante: del consorzio impegnato nella costruzione della tangenziale fa parte la So.Co.Stra.Mo di Erasmo Cinque, membro delle segreteria nazionale di An ed ex presidente dell'associazione costruttori edili di Roma e provincia (Acer).
LOTTO CONTINUO
L'abitudine di avere un occhio di riguardo nei confronti delle aziende amiche sembra confermata da altri brani del documento. Per la «vecchia gara sulla cartografia», scrive Gargano, «doveva corrispondere Galeazzi perché la ditta era sua. Mi ha assicurato che veniva direttamente da te». L'appalto (3,5 milioni di euro) risulta vinto da un'impresa di Latina, di proprietà di Pasquale Marrone, un imprenditore amico dell'ex deputato di An, Alessandro Galeazzi. Ma Marrone a "L'espresso" dice: «La gara è stata regolare. Conosco bene Galeazzi, chi però si azzarda a dire che è mio socio o che ho versato un solo euro verrà querelato, perché è falso». Nel suo file l'ex assessore ai Trasporti non delinea comunque un sistema basato esclusivamente sulle mazzette.
Spesso fa riferimento solo a una ben poco liberista vicinanza politica: la gara per la sicurezza stradale sarebbe così stata assegnata ad «amici di De Lillo (Stefano, consigliere di Forza Italia)»; quella per un'altra importante via di comunicazione a degli amici dell'ex assessore Francesco Aracri e di un potente dirigente regionale, mentre le imprese che si sono aggiudicate il secondo lotto della strada statale dei Monti Lepini sarebbero state «mandate da Carnevale», verosimilmente il segretario amministrativo della Lista Storace. Tra esse compare pure il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna (Ccc), la più grande coop rossa d'Italia. Non deve stupire. Intercettando i telefoni degli indagati i carabinieri hanno capito che quando si parla di affari il clima è assolutamente bipartisan. Un esempio? Nel maggio del 2006 Gargano, ormai semplice consigliere, chiama il capo della segreteria dell'assessore alla Sanità Augusto Battaglia (Ds) per sollecitare dei pagamenti in favore di un laboratorio di analisi cliniche a lui legato.
PARENTI E AMICI
Intercettazione dopo intercettazione si scopre però dell'altro. L'ex assessore sollecita pure «i contributi previsti nell'ambito della legge regionale che riguarda il bilancio». Saltano fuori così una serie di associazioni, come la Polis, la Idee per la vita, la Pensiero e lavoro, la Nuova orizzonti e Il centro studi sociali, amministrate da suoi parenti, amici o collaboratori, alle quali nel corso degli anni sono arrivati due milioni e 200 mila euro, in parte versati all'epoca del centrosinistra. È insomma facile immaginare la sorpresa degli investigatori quando si rendono conto che in Regione esiste un elenco dei beneficiati dei finanziamenti accanto al quale compare il nome del consigliere sponsor.
Dalle carte che "L'espresso" ha potuto consultare emerge, per esempio, che Verzaschi (Udeur) ha ottenuto 270 mila euro in favore degli enti da lui segnalati: 60 mila sono finiti alla fondazione Nova Civitas, i cui uffici sono stati usati da Verzaschi (ora sottosegretario) per la sua campagna elettorale; altri 10 mila all'associazione Bacus, di Sara Ugolini, candidata alle comunali per una lista di Verzaschi pro-Veltroni. È chiaro che una parte dei contributi rappresentano ormai qualcosa di molto simile a un finanziamento pubblico mascherato ai partiti. Per questo suscita interrogativi il milione di euro andato agli istituti Iswel e Irem specializzati in corsi d'informatica. Entrambi gli enti hanno lo stesso indirizzo e numero di telefono di un'associazione politica, il Centro democratico, presieduta dall'ex dc Giampiero Oddi, il patron dei due istituti che fino a qualche mese fa si vantava di rappresentare i 10 per cento degli iscritti romani della Margherita.
Dagospia 01 Marzo 2007