EXPO: LA VITTORIA DI SMIRME, UN BOOMERANG PER VELTRONI - BERSANI SI PREPARA AL DOPO-VOTO E WALTER SI BLINDA: NUOVE PRIMARIE - LA RICE E ISRAELE SI SCHIERANO CON I TURCHI.
1 - EXPO: LA VITTORIA DI SMIRME, UN BOOMERANG PER VELTRONI - BERSANI SI PREPARA AL DOPO-VOTO E WALTER SI BLINDA
Laura Cesareti per Il Velino.it
Anche il verdetto che arriverà oggi da Parigi sull'Expò finirà per pesare sull'ultimo scorcio di campagna elettorale. La campagna per Milano è stata condotta dal 2006 in modo bipartisan da centrosinistra al governo e centrodestra all'opposizione (ma al governo in città e regione), ma nel Pd ora si paventa fortemente il contraccolpo che una sconfitta, con l'assegnazione dell'Expò a Smirne, potrebbe avere: come è successo con Alitalia, anche in questo caso la questione potrebbe diventare uno strumento di propaganda anti-governativa, e quindi di riflesso anche anti-Veltroni, rimettendo in moto i malumori del Nord e costringendo il Pd e il suo leader a giocare ancora in difesa.
E i segnali che arrivano dall'interno del partito non migliorano la situazione. Oggi esce allo scoperto un dirigente di primo piano che finora è rimasto molto silenzioso: Pierluigi Bersani. Che, intervistato dalla STAMPA manda a dire al segretario che bisogna ammettere che "fatichiamo ad arrivare a una certa fascia di elettorato", proprio quella più moderata e incerta su cui si punta per la "rimonta", e che è necessario "un colpo di reni" perchè la campagna elettorale che "a noi sembra brillante e vivace a loro è un pochino estranea".
Niente di esplicito e dirompente, anche se il giornale torinese calca la mano nel titolo ("Caro Walter, è ora di cambiare passo"), ma il segnale è chiaro: nel Pd ci si sta preparando al dopo-elezioni, e al regolamento di conti interno. E Bersani, che era il candidato alla segreteria su cui puntava Massimo D'Alema prima della discesa in campo di Veltroni, è sicuramente uno dei personaggi che avranno un ruolo importante in quella fase.
Non a caso ieri Veltroni, impegnato a rettificare l'intervista a NEWSWEEK che sembrava riaprire le porte all'ipotesi di larghe intese (ma solo sulle riforme, perchè chi vince "anche di un solo voto deve governare", e "senza pasticci", ha ripetuto in ogni sede per allontanare il sospetto di perseguire "inciuci" con Berlusconi), ha mandato anche un messaggio chiaro ai maggiorenti Pd. Spiegando che, anche in caso di sconfitta, lui non ha alcuna intenzione di lasciare la guida del partito: ha preso un "impegno etico", sancito dal voto di 3 milioni di persone alle primarie, e "lo farò fino a quando non potrà essere superato da una scadenza analoga".
Nessuno dunque pensi di spodestarlo o commissariarlo attraverso manovre di corridoio o percorsi congressuali interni: serve una nuova sfida alle primarie per costituire una nuova leadership legittima, ha messo le mani avanti Veltroni.
2 - LA RICE E ISRAELE SI SCHIERANO CON I TURCHI
Il Velino.it
Prima del voto per l'assegnazione dell'Expo vanno in scena "gli ultimi appelli con testimonial d'eccezione per Milano: dal premio Nobel Al Gore all'economista Jacques Attali, dal cantante senegalese Yossou N'Dour ad Andrea Bocelli - scrive LA STAMPA -. 'Vinca il migliore e il migliore è Milano', il premier Romano Prodi, atteso a Parigi per la votazione, che molto si è speso per vincere questa sfida bipartisan, interpreta al meglio lo spirito combattivo del team italiano che ha dovuto affrontare tanti ostacoli, alcuni davvero imprevisti. 'Variabili che sfuggono a ogni logica', li definisce il ministro del Commercio Estero, Emma Bonino. Il 14 febbraio al Forum di Smirne l'ex cancelliere tedesco, Gerard Schroeder si era schierato per la città dell'Egeo.
'Questa candidatura proverà al mondo intero che la Turchia è un Paese moderno. Un ponte eccezionale tra mondo cristiano e musulmano'. In attesa dell'ultima serata per sedurre i coccolatissimi delegati Bie (una sfilata degli abiti di Ferré e il concerto di Elisa) negli ambienti del comitato per Milano Expo sono trapelati retroscena e malumori. Mentre Francia e Spagna sostengono Milano, l'asse Berlino-Ankara è inflessibile. 'Sono molto contenta per il sì formale degli inglesi alla candidatura di Milano. Spero che si tirino dietro altre nazioni: in questa partita le cordate esistono', dice Emma Bonino. Domanda: chi l'ha delusa? 'L'Europa come sempre' (...).
Nelle ultime ore è circolata a Parigi la voce che per ragioni geopolitiche il delegato di Israele voterebbe per Smirne; quanto agli Usa la situazione è ancora più paradossale. La maggiore potenza del mondo, nostra storica alleata, non vota al Bie e, mentre il democratico Al Gore si spendeva per Milano, Condoleezza Rice si sarebbe spesa per la Turchia".
Dagospia 31 Marzo 2008
Laura Cesareti per Il Velino.it
Anche il verdetto che arriverà oggi da Parigi sull'Expò finirà per pesare sull'ultimo scorcio di campagna elettorale. La campagna per Milano è stata condotta dal 2006 in modo bipartisan da centrosinistra al governo e centrodestra all'opposizione (ma al governo in città e regione), ma nel Pd ora si paventa fortemente il contraccolpo che una sconfitta, con l'assegnazione dell'Expò a Smirne, potrebbe avere: come è successo con Alitalia, anche in questo caso la questione potrebbe diventare uno strumento di propaganda anti-governativa, e quindi di riflesso anche anti-Veltroni, rimettendo in moto i malumori del Nord e costringendo il Pd e il suo leader a giocare ancora in difesa.
E i segnali che arrivano dall'interno del partito non migliorano la situazione. Oggi esce allo scoperto un dirigente di primo piano che finora è rimasto molto silenzioso: Pierluigi Bersani. Che, intervistato dalla STAMPA manda a dire al segretario che bisogna ammettere che "fatichiamo ad arrivare a una certa fascia di elettorato", proprio quella più moderata e incerta su cui si punta per la "rimonta", e che è necessario "un colpo di reni" perchè la campagna elettorale che "a noi sembra brillante e vivace a loro è un pochino estranea".
Niente di esplicito e dirompente, anche se il giornale torinese calca la mano nel titolo ("Caro Walter, è ora di cambiare passo"), ma il segnale è chiaro: nel Pd ci si sta preparando al dopo-elezioni, e al regolamento di conti interno. E Bersani, che era il candidato alla segreteria su cui puntava Massimo D'Alema prima della discesa in campo di Veltroni, è sicuramente uno dei personaggi che avranno un ruolo importante in quella fase.
Non a caso ieri Veltroni, impegnato a rettificare l'intervista a NEWSWEEK che sembrava riaprire le porte all'ipotesi di larghe intese (ma solo sulle riforme, perchè chi vince "anche di un solo voto deve governare", e "senza pasticci", ha ripetuto in ogni sede per allontanare il sospetto di perseguire "inciuci" con Berlusconi), ha mandato anche un messaggio chiaro ai maggiorenti Pd. Spiegando che, anche in caso di sconfitta, lui non ha alcuna intenzione di lasciare la guida del partito: ha preso un "impegno etico", sancito dal voto di 3 milioni di persone alle primarie, e "lo farò fino a quando non potrà essere superato da una scadenza analoga".
Nessuno dunque pensi di spodestarlo o commissariarlo attraverso manovre di corridoio o percorsi congressuali interni: serve una nuova sfida alle primarie per costituire una nuova leadership legittima, ha messo le mani avanti Veltroni.
2 - LA RICE E ISRAELE SI SCHIERANO CON I TURCHI
Il Velino.it
Prima del voto per l'assegnazione dell'Expo vanno in scena "gli ultimi appelli con testimonial d'eccezione per Milano: dal premio Nobel Al Gore all'economista Jacques Attali, dal cantante senegalese Yossou N'Dour ad Andrea Bocelli - scrive LA STAMPA -. 'Vinca il migliore e il migliore è Milano', il premier Romano Prodi, atteso a Parigi per la votazione, che molto si è speso per vincere questa sfida bipartisan, interpreta al meglio lo spirito combattivo del team italiano che ha dovuto affrontare tanti ostacoli, alcuni davvero imprevisti. 'Variabili che sfuggono a ogni logica', li definisce il ministro del Commercio Estero, Emma Bonino. Il 14 febbraio al Forum di Smirne l'ex cancelliere tedesco, Gerard Schroeder si era schierato per la città dell'Egeo.
'Questa candidatura proverà al mondo intero che la Turchia è un Paese moderno. Un ponte eccezionale tra mondo cristiano e musulmano'. In attesa dell'ultima serata per sedurre i coccolatissimi delegati Bie (una sfilata degli abiti di Ferré e il concerto di Elisa) negli ambienti del comitato per Milano Expo sono trapelati retroscena e malumori. Mentre Francia e Spagna sostengono Milano, l'asse Berlino-Ankara è inflessibile. 'Sono molto contenta per il sì formale degli inglesi alla candidatura di Milano. Spero che si tirino dietro altre nazioni: in questa partita le cordate esistono', dice Emma Bonino. Domanda: chi l'ha delusa? 'L'Europa come sempre' (...).
Nelle ultime ore è circolata a Parigi la voce che per ragioni geopolitiche il delegato di Israele voterebbe per Smirne; quanto agli Usa la situazione è ancora più paradossale. La maggiore potenza del mondo, nostra storica alleata, non vota al Bie e, mentre il democratico Al Gore si spendeva per Milano, Condoleezza Rice si sarebbe spesa per la Turchia".
Dagospia 31 Marzo 2008