GIÙ LE MANI DALLA BUONAMINA DI ALBERTO SORDI - CON SPAGHETTI, PIZZE, VINI, SALAMI, ECC. SI STANNO "PAPPANDO" L'IMMAGINE DI ALBERTONE (UNO CHE NON MAI FATTO UNO SPOT IN VITA SUA) - IN CAMPO L'AVV. ASSUMMA.

Comunicato:

L'avvocato Giorgio Assumma, tutore dell'identità personale e dell'immagine di Alberto Sordi, dichiara quanto segue:
"Sia in Italia che negli Stati Uniti ed in Australia si è diffuso, soprattutto negli ultimi mesi, e si sta diffondendo ulteriormente, l'uso abusivo della notorietà di Alberto Sordi per fare pubblicità a prodotti per lo più legati alla tradizione italiana.

Si tratta principalmente di prodotti destinati all'uso alimentare, quali spaghetti, pizze, vini, salami, ecc.
Sulle etichette, nella pubblicità, anche televisiva, e nei manifesti, appare l'immagine dell'attore, spesso accompagnata dal suo nome, tratta, nella maggior parte dei casi, dalla scena di un noto film, in cui lo si vede mangiare famelicamente un piatto di pastasciutta.

Questo uso, non autorizzato dalla famiglia dell'attore, viene effettuato nella convinzione che le sembianze di un personaggio celebre e amato possano essere liberamente impiegate per promuovere generi commerciali".
Assumma precisa di aver messo in atto una serrata campagna anche legale, preventiva e repressiva dell'uso in questione, mediante la mobilitazione di uno staff di informatori e di legali nel territorio nazionale e negli altri paesi interessati.



Assumma ha concluso affermando che: "Alberto Sordi, in vita, non aveva mai voluto mettere la sua notorietà al servizio della pubblicità di qualsiasi prodotto, salvo i casi di iniziative di carattere sociale e di promozione delle sue prestazioni artistiche. Aveva rifiutato tutte le offerte, anche se miliardarie, attinenti alla pubblicità di servizi o di prodotti che non rientrassero nelle due specie suddette.

La vigente legge impone un tassativo divieto dell'impiego, a fini commerciali, dell'immagine e del nome di un qualsiasi essere umano, se non sia stato espressamente da questi consentito o, in caso di sua morte, se non sia stato autorizzato dai parenti più stretti.

Pertanto l'azione preventiva e repressiva viene attuata legalmente non solo a salvaguardia della memoria dell'attore, ha concluso Assumma, ma anche per impedire che si ingeneri il falso convincimento che la sua famiglia sfrutti la situazione a fini lucrativi.
A fondamento dell'azione concorrono due norme della Legge 22 aprile 1941 n.633.

La prima è l'art. 96 secondo cui il ritratto di una persona non può essere esposto senza il consenso di questa e, dopo la sua morte, senza l'assenso dei parenti, a partire dalla moglie progressivamente fino al IV grado.
Il successivo art. 97 secondo cui l'immagine, anche se di persona nota, non può essere usata per scopi commerciali quando rechi pregiudizio al suo decoro.
La storia del diritto ha già avuto alcuni precedenti, simili all' azione in questione: per Lucio Dalla, Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante".


Dagospia 24 Aprile 2008