1989, LETTERA 'SVENUTA' DEL MORALIZZATORE BASSANINI A CRAXI: "A TUA DISPOSIZION PER OGNI COLLABORAZIONE CHE RITERRAI UTILE." - SANTARELLI: "FU CRAXI A DIRMI DI FAR ELEGGERE BASSANINI".

1 - COME SIAMO CADUTI IN BASSANINI
Filippo Facci per Il Giornale


Ecco una classica polemica per cui i lettori dei giornali si strappano i capelli: l'onorevole Franco Bassanini che si mette a smentire d'esser mai stato craxiano (e dintorni) dopo che un altro socialista storico, Rino Formica, l'ha tirato in ballo in un'intervista al Corriere della Sera. Formica e Bassanini si sono beccati e ribeccati, poi è intervenuta Stefania Craxi e ora, se non disturbiamo, interveniamo anche noi e pubblichiamo una lettera originale di Bassanini datata 11 dicembre 1989 e indirizzata appunto a Craxi: la prosa e postura della lettera, spalmate ai piedoni di Bettino, chiudono almeno in parte la disputa.

Riassumiamo la cosa, prima di divertirci a leggere. Formica che era stato intervistato per commentare la presidenza della «commissione saggi» che il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha deciso di dare a Giuliano Amato. Formica ha detto: «Amato divenne consigliere di Craxi soffiando il posto a Bassanini». Ha replicato Bassanini: «Mai stato craxiano, io ero con Signorile nella sinistra lombardiana, non capisco perché Formica mi ha tirato in ballo. La sua è una chiara polemica contro Amato, in cui sono chiamato in causa incidentalmente come se io fossi stato in concorrenza con Giuliano per fare il consigliere di Craxi. Non può essere vero perché quando Giuliano assunse questo ruolo io ero stato già espulso dal Psi nel 1981 per aver fatto un manifesto a favore della questione morale e contro Craxi».

Insomma, un puro. Rino Formica però ha avuto da eccepire: «Bassanini cerca di presentarsi sempre come un giglio candido, lo ha fatto anche quando dentro i Ds si è scagliato contro D'Alema e Consorte per la scalata a Bnl. Invece è un giglio sul letamaio. Lui era il consigliere giuridico di Mazzanti all'Eni (Petronim, quella delle tangenti, ndr) punto e basta. Nella sua corrente ha subìto anch'egli la contaminazione con affari e massoneria. Altrimenti dov'era?». Botto finale: «Ricorda Bassanini a chi era intestata l'utenza telefonica della sede dei lombardiani a Roma? A Gelli».

L'affare s'ingrossa, anzi no. Nella sua ultima replica, sempre sul Corriere, Bassanini ha continuato a prendere ogni distanza da Craxi («Cercò di farmi passare nelle sue file, rifiutai») mentre Stefania Craxi, senza troppo calore, spiegava che «fare il consigliere del principe è per Bassanini una vocazione ed un mestiere».

Il percorso di Bassanini, in effetti, è degno di nota. Nel 1978 era accanto a Claudio Martelli in un convegno che proponeva la fine del monopolio Rai e la parità con le televisioni private: oggi difende il primato della Rai. Venne eletto deputato nel 1979 e nello stesso anno difese a spada tratta Claudio Signorile, coinvolto nello scandalo Eni-Petronim. Al congresso socialista del 1981 emersero i primi dissapori: si prese del «servo di Mosca, lacchè della Dc» proprio da Rino Formica.

Cacciato dal Psi, fondò una sfortunata «Lega dei socialisti» che Craxi definì summa di «piccoli trafficanti, girovaghi e avventurieri della politica». Rieletto nel gruppo della Sinistra indipendente, quando spedisce a Craxi la lettera in questione Bassanini ha già cominciato una sua personale campagna moralizzatrice: a Milano, dove è consigliere comunale, tuona regolarmente contro il sindaco Paolo Pillitteri e ovviamente contro Craxi.

2 - 1989, LETTERA 'SVENUTA' DI BASSANINI A CRAXI: "A TUA DISPOSIZION PER OGNI COLLABORAZIONE CHE RITERRAI UTILE."
da Il Giornale




Roma, 11 dicembre 1989, Roma.

Caro Bettino,
mi congratulo con te per il prestigioso e importante incarico che ti è stato affidato come rappresentante personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il problema del debito nei paesi in via di sviluppo. Poichè si tratta, come tutti sappiamo, di uno dei problemi più rilevanti e più ardui del nostro tempo, credo che nessuno possa sottovalutare l'importanza del riconoscimento che in tal modo il segretario dell'Onu ha voluto dare alla tua persona, ma anche al ruolo del nostro Paese e a quello dell'intera sinistra socialista europea di cui sei autorevole rappresentante.

Consentimi anche di formulare i più sinceri auguri per il tuo nuovo incarico. Se, come spero, il tuo lavoro avrà successo, questi anni saranno ricordati non soltanto per l'affermarsi in tutto il mondo dei principi e dei valori della libertà e della democrazia, ma anche per l'avvio di una nuova epoca di cooperazione, equilibrato sviluppo, e giustizia nei rapporti fra i popoli. Infine, e certo per ultimo, un successo in questo tuo impegnativo compito non potrà - credo - non avere riflessi positivi anche sugli equilibri politici del nostro Paese, contribuendo a creare le condizioni per l'affermarsi di una maggioranza riformista e progressista. Per quel poco che valgono, considera le competenze mie e di altri colleghi del mio gruppo a tua disposizione per ogni collaborazione che riterrai utile.

Con i più cordiali saluti
Franco Bassanini

3 - SANTARELLI: FU CRAXI A DIRMI DI FAR ELEGGERE BASSANINI
Dal Corriere della Sera


Caro Direttore, è difficile capire le ragioni che inducono Bassanini a collocarsi nella schiera dei politici che abiurano il loro passato craxiano e a farlo ricorrendo a costruzioni facilmente smentibili. A sostegno della tesi di Formica posso portare una testimonianza diretta e prove concrete.

Alla vigilia delle elezioni politiche del '79, ero presidente della Giunta regionale del Lazio, Craxi mi invitò a passare a Via del Corso per discutere della campagna elettorale e della formazione delle liste. Il suo invito fu esplicito: «Dobbiamo eleggere deputato Bassanini, risulterà di grande utilità per il lavoro del gruppo parlamentare e della direzione del partito». Bassanini dovrebbe ricordare che la campagna elettorale la iniziammo proprio nel mio comune di residenza. I lombardiani a Roma e nel Lazio avevano i voti appena sufficienti per eleggere Cicchitto, dal momento che sulla sinistra di Craxi a Roma e nel Lazio si collocavano Querci e Dell'Unto.

C'è un dato che taglia la testa al toro ed è la verifica dei tabulati con le preferenze dei singoli seggi elettorali. Bassanini vedrà che non c'è traccia dell'alleanza con Cicchitto, c'è invece la dimostrazione del sostegno avuto da me e dai miei amici in tutto il collegio elettorale del Lazio.
Chiunque sa di elezioni e di preferenze sa che non esiste un segretario di partito che possa promuovere l'elezione a deputato di un rappresentante della corrente avversa.
Giulio Santarelli
ex presidente della Giunta regionale del Lazio


Dagospia 22 Agosto 2008