ESPRESSO RISERVATO - IN PULLMAN CON FAZIO; AL CLUBINO SENZA AGNELLI E CAMERANA; A CAPITALIA, BRAMBILLA SOTTO ARPE.

Dal "Riservato" de "L'espresso" n. 7, a cura di Paolo Forcellini, in edicola domani


1 - In pullman con Fazio
Che affari con il Forex! Il nono convegno annuale degli operatori dei mercati finanziari e degli agenti di cambio, che attrae numerosi partecipanti e molti osservatori della stampa per via della partecipazione fissa del governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, quest'anno si è svolto ad Agrigento. E si è trasformato in un'occasione d'oro per gonfiare i prezzi di alberghi e servizi. I convegnisti, infatti, si sono visti presentare conti più salati del normale dagli alberghi, dove stanze che in questa stagione costano 90 euro sono lievitate a 120. E un piccolo salasso è stato, per chi atterrava a Palermo, il biglietto del pullman per raggiungere la città della Valle dei Templi. Le Autolinee Cuffaro, stesso cognome del presidente della Regione Totò, hanno fatto pagare per l'andata e ritorno 80 euro a passeggero. Non un prezzo esorbitante, certo. Peccato però che dal servizio informazioni delle Autolinee si apprenda che il prezzo del biglietto "normale" è a ben altro livello: 10,85 euro andata e ritorno. Ma solo quando non c'è Fazio.



2 - Clubino senza Camerana
Con la morte di Giovanni Agnelli, seguita a quella di suo cugino Carlo Camerana, il Clubino, circolo della Milano molto-molto-bene, perde non solo il consocio più illustre, ma anche uno degli ultimi torinesi. Certo, rimangono Gabriele Galateri, Niccolò Caissotti di Chiusano, Fabrizio Zanon di Valgiurata e pochi altri. Ma l'Avvocato era socio dal lontano 1946, anche se da anni non lo si vedeva più, come suo fratello Umberto. La cosa dispiaceva ad alcuni. Per la qualità della vita sociale, infatti, al Clubino è più vivo il rimpianto per il conte Camerana, battutista e narratore di storie salaci assai apprezzate in quell'esclusivo ritrovo di soli maschi. Si ricordano con gusto le frasi audaci da lui rivolte, appena due mesi fa, al figlio di un ex ministro degli Esteri all'atto di baciare il seno della statua di bronzo all'ingresso, come vuole il rito d'iniziazione. Anni fa, da quel seno zampillava champagne.

3 - Capitalia: vertice alla rovescia
Può un amministratore delegato considerarsi "sottoposto" di un direttore generale? Giorgio Brambilla, amministratore delegato di Capitalia, l'ex Banca di Roma, ha appreso di essere vittima di una singolare rivoluzione gerarchica che lo vede "subordinate" di Matteo Arpe, direttore generale, leggendo il numero di gennaio di "Institutional Investor", bibbia del mondo della finanza anglosassone, la cui copertina è appunto dedicata al rampante giovane Arpe. Nell'articolo si ricorda che Brambilla era arrivato cinque anni fa, promettendo che se ne sarebbe andato se non avesse raggiunto un "roe" (il rendimento del capitale) del 10 per cento in tre anni: due promesse non mantenute. E si dice anche che invece Arpe i cambiamenti li ottiene nel giro di mesi, non di anni. Quanto a Geronzi, per Matteo è una figura paterna, anzi uno non può fare a meno dell'altro. Di Brambilla, invece, suggerisce il pezzo, si può fare a meno.


Dagospia.com 6 Febbraio 2003