AMORI - VERA, UNA MOGLIE VERA PER NABOKOV; LA DODICENNE DI CHARLOT; AFEF-SMS; L'OCCHIO DI FRANCA CIAMPI; IL PRIMO BACIO DI MARTELLI? AL FRATELLO.
da Il Foglio
1 - VERA
Per lo scrittore Vladimir Nabokov era essenziale che le sue donne fossero belle: a uno studente, fidanzato con una ragazza poco avvenente e sostenitore della tesi che "la bellezza non è tutto", rispose: «Questa è solo un'idea che ci portiamo dietro. La bellezza è tutto». Conobbe sua moglie Vera, bellissima, colta, in una ballo di beneficenza a Berlino, l'8 maggio 1923. Lei indossava un abito di seta nero a forma di cappa, dotato di cappuccio che le lasciava scoperti solo gli occhi azzurri e una corona di capelli ondulati. Diventarono rapidamente amanti e da allora lei fu la sua ombra. Lavoravano insieme e mentre lui le dettava i suoi appunti, componevano un nuovo testo. Scrivevano insieme persino il diario. Quando Vladimir desiderava andare a scrivere in auto («l'unico posto in America senza rumori e correnti d'aria») lei si metteva al volante, parcheggiava sotto un albero e si dileguava senza dir nulla. Lo accompagnava sempre nelle lezioni all'università, dov'era presentata come sua assistente. Elegante e sobria, si sedeva al primo banco, mentre lui spiegava indossando camicie color salmone e altre eccentricità. Quando lui era malato, lo sostituiva recitando i suoi appunti. I flirt del marito con le studentesse, si limitava a smentirli. All'epoca della pubblicazione di Lolita, per proteggere Vladimir dalle accuse di pedofilia, lo accompagnava ad ogni evento mondano. Sempre preoccupata di ribadire la grandezza del marito, pronta ad aggredire chiunque non gli desse ragione, sosteneva che le conoscenze sul mondo delle fanciulle erano state accumulate ascoltando le loro chiacchiere sui bus della scuola. Sopportò anche la ripugnanza di Nabokov per ogni domicilio fisso (abbandonata la Russia per lui «non esistevano altre radici»). Trascorsero l'ultima parte della vita in una suite del Palace hotel di Montreux, Svizzera. Lui morì nel '77. Lei nel '91, sempre nello stesso albergo (Giuseppe Scaraffia, "Io donna" 18/1/2003).
2 - CHAPLIN
«Sono sempre stato innamorato delle ragazze giovani. Ho avuto un'infatuazione molto violenta per una che aveva solo dieci o dodici anni. È buffo: non in modo amoroso o sessuale. Semplicemente mi piaceva accarezzarla e coccolarla. Non con passione. Mi piaceva tenerla tra le braccia» (Charlie Chaplin) (Laura Laurenzi, Infedeli).
3 - LOLITE
Lillita McMurray, interprete dodicenne de Il Monello e quindicenne della Febbre dell'oro, nome d'arte Lita Gray. Sposata con Charlie Chaplin, nella prima udienza di divorzio chiese un assegno di mantenimento così alto che al regista i capelli diventarono tutti bianchi dalla sera alla mattina. Nabokov si sarebbe ispirato proprio a lei per la protagonista del suo romanzo Lolita (Laura Laurenzi, Infedeli).
4 - BAGNO
Nel libro Les hommes et les femmes, Françoise Giroud sosteneva di riuscire ad amare solo uomini «belli», ma di non voler convivere con nessuno: «Ritrovarsi nel medesimo bagno deteriora le relazioni fra esseri umani» ("La Stampa" 20/01/2003).
5 - SMS
Pare che Marco Tronchetti Provera e Afef Jnifen si mandino 20 sms al giorno, e si siano inventali un codice di comunicazione (tra cui parlare arabo) per muoversi in sincronia tra feste e appuntamenti d'affari o conquistare posti strategici nelle tavolate (Mariella Boerci, Davide Burchiellaro, "Panorama" 16/1/2003).
6 - OCCHIO
«Lo dico sempre alle mie nipotine: ho avuto buon occhio nello scegliermi il marito» (Franca Ciampi) (Mariella Boerci, Davide Burchiellaro, "Panorama" 16/1/2003).
7 - FRATELLI
Martelli imparò a baciare grazie alle lezioni pratiche di suo fratello, maggiore di un anno («È stato il primo uomo che ho baciato) (Stefania Rossini, "l'Espresso 23/1/2003)
8 - PADRI
« lo amo Andreotti più di mio padre, che non ho conosciuto. A quel 'cristianù non lo tocco» (l'ex aspirante pentito Pino Lipari, in una confidenza alla figlia Cinzia, nel carcere Opera di Palermo) (Ansa 21/1/2003)
Dagospia.com 14 Febbraio 2003
1 - VERA
Per lo scrittore Vladimir Nabokov era essenziale che le sue donne fossero belle: a uno studente, fidanzato con una ragazza poco avvenente e sostenitore della tesi che "la bellezza non è tutto", rispose: «Questa è solo un'idea che ci portiamo dietro. La bellezza è tutto». Conobbe sua moglie Vera, bellissima, colta, in una ballo di beneficenza a Berlino, l'8 maggio 1923. Lei indossava un abito di seta nero a forma di cappa, dotato di cappuccio che le lasciava scoperti solo gli occhi azzurri e una corona di capelli ondulati. Diventarono rapidamente amanti e da allora lei fu la sua ombra. Lavoravano insieme e mentre lui le dettava i suoi appunti, componevano un nuovo testo. Scrivevano insieme persino il diario. Quando Vladimir desiderava andare a scrivere in auto («l'unico posto in America senza rumori e correnti d'aria») lei si metteva al volante, parcheggiava sotto un albero e si dileguava senza dir nulla. Lo accompagnava sempre nelle lezioni all'università, dov'era presentata come sua assistente. Elegante e sobria, si sedeva al primo banco, mentre lui spiegava indossando camicie color salmone e altre eccentricità. Quando lui era malato, lo sostituiva recitando i suoi appunti. I flirt del marito con le studentesse, si limitava a smentirli. All'epoca della pubblicazione di Lolita, per proteggere Vladimir dalle accuse di pedofilia, lo accompagnava ad ogni evento mondano. Sempre preoccupata di ribadire la grandezza del marito, pronta ad aggredire chiunque non gli desse ragione, sosteneva che le conoscenze sul mondo delle fanciulle erano state accumulate ascoltando le loro chiacchiere sui bus della scuola. Sopportò anche la ripugnanza di Nabokov per ogni domicilio fisso (abbandonata la Russia per lui «non esistevano altre radici»). Trascorsero l'ultima parte della vita in una suite del Palace hotel di Montreux, Svizzera. Lui morì nel '77. Lei nel '91, sempre nello stesso albergo (Giuseppe Scaraffia, "Io donna" 18/1/2003).
2 - CHAPLIN
«Sono sempre stato innamorato delle ragazze giovani. Ho avuto un'infatuazione molto violenta per una che aveva solo dieci o dodici anni. È buffo: non in modo amoroso o sessuale. Semplicemente mi piaceva accarezzarla e coccolarla. Non con passione. Mi piaceva tenerla tra le braccia» (Charlie Chaplin) (Laura Laurenzi, Infedeli).
3 - LOLITE
Lillita McMurray, interprete dodicenne de Il Monello e quindicenne della Febbre dell'oro, nome d'arte Lita Gray. Sposata con Charlie Chaplin, nella prima udienza di divorzio chiese un assegno di mantenimento così alto che al regista i capelli diventarono tutti bianchi dalla sera alla mattina. Nabokov si sarebbe ispirato proprio a lei per la protagonista del suo romanzo Lolita (Laura Laurenzi, Infedeli).
4 - BAGNO
Nel libro Les hommes et les femmes, Françoise Giroud sosteneva di riuscire ad amare solo uomini «belli», ma di non voler convivere con nessuno: «Ritrovarsi nel medesimo bagno deteriora le relazioni fra esseri umani» ("La Stampa" 20/01/2003).
5 - SMS
Pare che Marco Tronchetti Provera e Afef Jnifen si mandino 20 sms al giorno, e si siano inventali un codice di comunicazione (tra cui parlare arabo) per muoversi in sincronia tra feste e appuntamenti d'affari o conquistare posti strategici nelle tavolate (Mariella Boerci, Davide Burchiellaro, "Panorama" 16/1/2003).
6 - OCCHIO
«Lo dico sempre alle mie nipotine: ho avuto buon occhio nello scegliermi il marito» (Franca Ciampi) (Mariella Boerci, Davide Burchiellaro, "Panorama" 16/1/2003).
7 - FRATELLI
Martelli imparò a baciare grazie alle lezioni pratiche di suo fratello, maggiore di un anno («È stato il primo uomo che ho baciato) (Stefania Rossini, "l'Espresso 23/1/2003)
8 - PADRI
« lo amo Andreotti più di mio padre, che non ho conosciuto. A quel 'cristianù non lo tocco» (l'ex aspirante pentito Pino Lipari, in una confidenza alla figlia Cinzia, nel carcere Opera di Palermo) (Ansa 21/1/2003)
Dagospia.com 14 Febbraio 2003