Virginia Piccolillo per "www.corriere.it"
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«Ridateci parte del risarcimento perché Eleonora morirà presto». L’ultimo oltraggio alla piccola, resa tetraplegica dagli errori in sala parto, è stata presentato oggi dinanzi alla Quarta Sezione Civile della Corte d’Appello a Venezia, dagli assicuratori dei Lloyd’s e dall’Am Trust Europe Limited.
Una perizia di un neonatologo che tenterà di riaprire il caso giudiziario sollevato dal Corriere, nel peggiore dei modi. Sostenendo che la bambina abbia un’aspettativa di vita limitatissima: tra i 10 e i 20 anni.
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E chiedendo quindi che la famiglia restituisca parte dei soldi che il Tribunale di Rovigo, con un risarcimento record, ha calcolato necessari alle cure e al mantenimento di Eleonora per tutta la sua vita che, spiega il difensore Mario Cicchetti, «secondo i massimi luminari interpellati nel corso del giudizio civile di primo grado e del parallelo processo penale, sarà lunga quanto quella di tutte le sue coetanee. E non così breve come vorrebbero far credere le difese». I giudici sono riuniti per decidere se ammettere la perizia-choc.
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«È chiusa in una gabbia»
Così, dopo il «danno» della lunga attesa di una sentenza che riconoscesse come la negligenza e l’imperizia delle due ginecologhe, Cristina Di Bello e Paola Cisnotto, avesse reso l’infanzia di Eleonora una via crucis di interventi chirurgici e sofferenze, ora, secondo la famiglia, arriva la «beffa».
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«È assurdo. La bambina è sanissima. — protesta il papà — è solo che a causa dei danni che ha subito alla nascita non riesce ad esprimersi. È chiusa in una gabbia». In quelle 14 ore in cui la madre, gridando dal dolore, implorava un taglio cesareo (necessario per la posizione della bimba, che si presentava di viso, ma negato fino all’ultimo dalle ginecologhe che si accanivano invece con ventose e manovre di Kristeller), la piccola ha subito gravissimi danni neurologici permanenti.
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Nessuno però di quelli capaci di accorciarle la vita, secondo l’avvocato Cicchetti che annuncia: «Ci opporremo in ogni modo a questa argomentazione inammissibile: non essendo stata sollevata in dibattimento non può che essere stralciata. In ogni caso la Corte non potrà riconoscere una riduzione della quantificazione del danno di oltre 5 milioni in ragione di una asserita diminuita aspettativa di vita.
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Giacché anche questo pregiudizio è connesso casualmente in modo inscindibile alla condotta delle ginecologhe e della Azienda sanitaria». Ma soprattutto, conclude il difensore, «è un’argomentazione che non risponde alla realtà: la bambina non è, infatti, nata prematura né sottopeso, non soffre di epilessia, non ha bisogno di sondino o peg per alimentarsi».
Canta Ligabue e ama il cioccolato
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«Basta guardarla» assicura il padre, mostrando i suoi video. Eleonora, che 10 anni li ha già compiuti lo scorso 3 dicembre, è vitalissima. Risponde agli stimoli del musicoterapista con la chitarra pigiando i tasti di una pianola.
Mangia i biscotti al cioccolato che ama preparare con la mamma e, guardando Sanremo, con il babbo, canta, a modo suo, la sua canzone preferita: Balliamo sul mondo di Ligabue. Come tutte le bambine che si affacciano ad una lunga vita.
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Con buona pace di chi gliel’ha resa più complicata, dolorosa e bisognosa di cure che ora non vuole risarcire, rimarca Davide, che accusa: «Pensavamo che l’Azienda Sanitaria rinunciasse a fare Appello, dopo il riconoscimento dei danni causati dalle ginecologhe. Invece no. Siamo molto arrabbiati. Eleonora, dopo quello che ha subìto, non merita tanta cattiveria».
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