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    MENTRE SI GIOCA ALLA CRISI DI GOVERNO, BANKITALIA PROFETIZZA DISASTRI PER L’ECONOMIA ITALIANA: NEL 2021 LA RIPRESA POTREBBE AZZERARSI SE L'EMERGENZA SANITARIA DOVESSE PROSEGUIRE OLTRE LA PRIMA METÀ DELL’ANNO - SE TRA VACCINI E CONTENIMENTO, SI REALIZZASSE LO SCENARIO MIGLIORE, ALLORA DOPO IL -9,2 PER CENTO DEL 2020, IL PIL SI RIPRENDERÀ CON UN MODESTO 3,5 PER CENTO QUEST'ANNO, DEL 3,8 IL SUCCESSIVO E DEL 2,3 NEL 2023 - IL GOVERNO AVEVA PREVISTO UN +6%...


     
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    Luca Cifoni per “il Messaggero”

    GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

     

    Crescita a rischio: nel 2021 la ripresa dell' economia italiana potrebbe sostanzialmente azzerarsi se l' emergenza sanitaria dovesse proseguire oltre la prima metà di quest' anno. La stima della Banca d' Italia contenuta nel Bollettino economico diffuso ieri riprende sostanzialmente quella formulata nel dicembre scorso (nell' ambito delle previsioni elaborate congiuntamente con gli altri Paesi in ambito Bce); ma forse con qualche preoccupazione in più, visto che nell' ultimo scorcio del 2020 si sono concretizzati i timori di un ulteriore peggioramento della situazione.

     

    giuseppe conte roberto gualtieri giuseppe conte roberto gualtieri

    L'analisi degli economisti di Via Nazionale presuppone dunque una progressiva attenuazione dell' epidemia, che con il progressivo effetto dei vaccini tornerebbe gradualmente sotto controllo nel primo semestre 2021, per poi essere del tutto superata nel corso del 2022; ma anche un forte sostegno dall' Europa sia attraverso i fondi del Next Generation Eu sia sul fronte monetario attraverso la banca centrale.

     

    Inoltre si dà per scontata una buona crescita degli scambi internazionali a beneficio del nostro export. Se tutti questi pezzi del puzzle andranno a posto, allora dopo il -9,2 per cento del 2020 il prodotto interno lordo si riprenderà con un incremento del 3,5 per cento quest' anno, del 3,8 il successivo e del 2,3 nel 2023.

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    LA RIPARTENZA

    In queste settimane l' attività economica è ancora molto rallentata (sul fronte consumi più per la paura del contagio che per le restrizioni in sé, viene fatto osservare nel Bollettino). Una ripartenza visibile è attesa in primavera e la tendenza positiva dovrebbe proseguire nei mesi successivi anche grazie alla spinta delle misure di sostegno incorporate nella legge di Bilancio, ma anche di quelle finanziate con le risorse europee.

     

    ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

    Il nodo più delicato però è proprio la capacità dell' economia di risollevarsi, in una situazione così pesantemente condizionata dall' effetto della pandemia sulla scelte delle imprese e delle famiglia. Bankitalia fa notare come dopo la fortissima ripresa del terzo trimestre 2020, successiva al venire meno del primo lockdown, il prodotto interno lordo abbia fatto segnare nell' ultima frazione dell' anno una forte flessione, stimata (con un forte margine di incertezza) intorno al 3,5 per cento.

     

    La data spartiacque è quella del 24 ottobre, quando sono scattate le nuove restrizioni, all' inizio non particolarmente forti: hanno riguardato una quota di valore aggiunto pari al 4 per cento di quello complessivo, mentre le misure scattate a marzo coinvolgevano un ben più significativo 28 per cento. Anche gli ulteriori divieti entrati in vigore per il periodo natalizio non hanno cambiato di molto il quadro. C' è stato quindi un andamento diseguale tra i vari settori, con un impatto vistoso sui servizi e più contenuto sulla manifattura.

     

    LE CIRCOSTANZE

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    Il Bollettino, come si è detto, contiene al suo interno un attento esame degli scenari meno favorevoli già presi in considerazione nelle previsioni di dicembre. Rispetto ad allora è peggiorato il numero del 2020, seppur di pochissimo: dal -9 per cento si passati al -9,2, per il materializzarsi delle circostanze meno favorevoli. Circostanze che però, qualora persistessero, quest' anno avrebbero un effetto molto più pesante, calcolato in -0,9 per cento sul versante degli scambi internazionali, in - 1,6 su quello degli effetti interni del prolungarsi della pandemia e delle relative restrizioni, ed infine in un ulteriore -0,9 relativamente ai fattori finanziari, ossia il conseguente assottigliarsi del credito da parte delle banche.

     

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    Complessivamente dunque, nella combinazione peggiore, il +3,5 per cento del 2021 risulterebbe ridotto quasi a zero. Bankitalia confronta anche le stime con quelle degli altri previsori, rilevando che le proprie sono «più moderate» per quest' anno: si va dal 4,1 della Commissione europea al 5,2 del Fondo monetario internazionale (che però risale a ottobre). Per quanto riguarda il governo, la previsione resta quella della Nota di aggiornamento del fine settembre: un +6 che oggi appare forse superato anche se l' esecutivo, nella relazione al Parlamento con cui chiede ulteriore deficit per 32 miliardi, lo definisce «non irrealistico».

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