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    “LA VERA EMERGENZA È IL CONTEVIRUS” - BELPIETRO: “DOBBIAMO AMMETTERE, QUALCHE ESAGERAZIONE C'È STATA E QUALCHE COSA È SCAPPATA DI MANO. MA NON SI TRATTA DEL CORONAVIRUS, BENSÌ DEL CONTEVIRUS, UN MORBO IMPAZZITO CHE SE NE ESCE OGNI GIORNO CON UN NUOVO TRASFORMISMO. SPERIAMO CHE GLI SCIENZIATI TROVINO PRESTO UN VACCINO…”


     
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    Maurizio Belpietro per “la Verità”

     

    maurizio belpietro con matteo salvini (3) maurizio belpietro con matteo salvini (3)

    Abbiamo già avuto modo di verificare che Giuseppe Conte non ha la stoffa dello statista, in compenso da lunedì sera abbiamo la prova che ha una bella faccia tosta. A nessuno infatti sarebbe venuto in mente di attaccare medici che lavorano giorno e notte contro il contagio da coronavirus, alcuni dei quali proprio per questo rimasti infettati, accusandoli di essere incompetenti e di aver sbagliato ad applicare i protocolli. Men che meno nessuno avrebbe il coraggio di prendere a sganassoni i dottori se, come il presidente del Consiglio, portasse la responsabilità di aver avuto un atteggiamento a dir poco contraddittorio di fronte all'epidemia.

    luca zaia milano cortina 2026 luca zaia milano cortina 2026

     

    Come tutti ricorderanno, alla fine di gennaio, quando l'allarme per la diffusione della malattia aveva già valicato i confini della Cina, il nostro governo decise di chiudere gli aeroporti italiani a tutti i voli provenienti da Pechino. La misura, annunciata dal premier e firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, era stata da subito criticata e addirittura ritenuta controproducente, perché impediva il controllo dei viaggiatori che potevano giungere dalle aree infette.

     

    Tuttavia, sebbene sconsigliato, Giuseppe Conte non solo non fece marcia indietro, ma anzi si vantò della decisione presa, quasi che il gesto fosse un atto di coraggio. Passati pochi giorni, alcuni governatori del Nord, tra i quali quelli della Lombardia, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, suggerirono la quarantena per chiunque fosse di ritorno dalla Cina.

     

    giuseppe conte giuseppe conte

    Siccome i suddetti erano tutti quanti leghisti e Giuseppi, da quando è stato sfiduciato da Matteo Salvini, teme la Lega come la peste, ovviamente rispose picche, sollecitando Fontana, Zaia e Fedriga a farsi i fatti loro, senza farsi venire strani grilli per la testa. Con l'arroganza che lo contraddistingue da quando si è liberato dei vicepremier di cui, secondo Repubblica, era il vice, Conte «invitò i governatori a fidarsi di chi ha specifiche competenze per tutelare i cittadini», in altre parole a fidarsi di lui.

     

    A fargli mutare indirizzo non ha contribuito neppure la scoperta dei primi contagiati da coronavirus. Di fronte all' annuncio di un focolaio tra Lombardia e Veneto, il presidente del Consiglio infatti si è lasciato andare a un esercizio di sicumera: «Siamo, nell' ambito dei Paesi occidentali, quello che ha adottato le misure più garantiste, più efficaci e di massima sicurezza». Non contento, a chi gli contestava l'aumento dei malati, Conte ha replicato dicendo che non c' era da preoccuparsi, perché se i contagiati erano in crescita era solo in quanto in Italia «siamo più bravi degli altri a scoprirli».

    conte conte

     

    Così, in poco tempo, si è passati dal siamo i migliori d' Europa per aver bloccato i voli, e dunque l' importazione del virus, a siamo sempre i numeri uno del continente perché abbiamo medici a cui non sfugge neppure un infettato. Insomma, per il capo del governo, a Palazzo Chigi non poteva essere rimproverato nulla, perché con la task force messa in campo non ce n' era per nessuno, neanche per un virus insidioso come quello cinese. Che nel comitato scientifico istituito ad hoc per combattere l' epidemia non ci fosse nemmeno un virologo, ma solo altri medici coordinati da un ginecologo, come ha notato Franco Bechis, nella narrazione dell' ex avvocato del popolo era naturalmente un dettaglio.

     

    FONTANA E CONTE FONTANA E CONTE

    Dopo aver celebrato davanti a microfoni e telecamere l' azione dell' esecutivo, domenica però Giuseppi è stato spiazzato dalle notizie in arrivo dalla Lombardia e Veneto e così, a Lucia Annunziata, ha confessato di essere sorpreso «da questa esplosione dei casi». Sì, per giorni Conte si è dimostrato sicuro e deciso come un vero condottiero poi, dopo essersi dichiarato stupito per le centinaia di contagiati e per i morti, ha annunciato che anche se il numero dei contagi avrebbe potuto crescere ancora, non c' era da spaventarsi, perché aveva «appena firmato un decreto attuativo che dispone nuove misure per i prossimi 14 giorni».

     

    FONTANA E CONTE FONTANA E CONTE

    Ma poi l'uomo stupefatto che si dimostrava tutt' altro che impaurito «perché siamo i più bravi d' Europa», lunedì sera attaccava i medici accusandoli di non aver rispettato i protocolli. Le gaffe del primario del popolo non sono però finite qui. Il noto virologo di Palazzo Chigi ieri ha addirittura annunciato di voler dare «un messaggio ai rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della Sanità: l' Italia è un Paese sicuro, in cui si può viaggiare».

     

    Oscillando come un pendolo condannato al moto perpetuo, Conte si è lasciato andare a uno sfogo, dicendo che forse si è esagerato nei controlli, facendo i tamponi a tutti. Sì, lo dobbiamo ammettere, qualche esagerazione c' è stata e qualche cosa è scappata di mano. Ma non si tratta del coronavirus, bensì del Contevirus, un morbo impazzito che se ne esce ogni giorno con un nuovo trasformismo. Speriamo che gli scienziati trovino presto un vaccino.

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