papa francesco con andrea monda al liceo albertelli
DAGOREPORT
In Vaticano è cominciata una nuova stagione di Dr. House. Il regista è Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, nonché nipote meno dotato del defunto Riccardo Misasi, ministro dc della Pubblica Istruzione.
Lì, sul giornale ufficiale della Santa Sede, tale Lucio Coco ha pubblicato una serie di articoli sugli archiatri, cioè i medici dei papi, nella storia. Figure defilate ma ovviamente decisive e che aiutano a capire come vanno le cose nell’antica corte che papa Francesco detesta, senza accorgersi del cortile, e del pollaio, che ha intorno.
Ratzinger Patrizio Polisca
Nelle pagine culturali del foglio vaticano, l’ultimo articolo sugli archiatri, quello dedicato al Novecento, non era soltanto reticente al limite del ridicolo, ma sbagliava clamorosamente il nome del più famigerato, e cioè Riccardo Galeazzi Lisi.
JOSEPH RATZINGER
Costui è diventato infatti Riccardo Galeazzi Nisi, e in un sommario è stato addirittura trasformato in Galeazzo Nisi (mentre più avanti Wojtyla è diventato Woytila, con la sussiegosa “l” polacca tagliata, evidente lascito grafico dei 27 anni in cui regnò il pontefice slavo, che si accompagna però all’imperdonabile scambio tra “j” e “y”).
L’autore si spinge imprudentemente fino a Benedetto XVI e scrive dunque anche di Renato Buzzonetti, che il papa bavarese aveva ereditato da Giovanni Paolo II, ma rimuove del tutto il suo collega Patrizio Polisca, che segue tuttora Joseph Ratzinger (e che l’ha accompagnato di recente in Baviera nella visita al fratello Georg morente).
FABRIZIO SOCCORSI
La ragione è presto detta: Polisca è stato anche il primo medico di Bergoglio, che all’improvviso ha deciso di sostituirlo con Fabrizio Soccorsi, poi messo da parte anche lui, senza successori ufficiali. Il motivo? Secondo gli immancabili spifferi vaticani, l’incazzoso pontefice argentino, fidandosi dei suoi giovanili studi chimici, non sopporta i medici e preferisce curarsi da solo.
Renato Buzzonetti e ratzinger
Ma torniamo a Galeazzi Lisi, l’oscuro oculista divenuto l’archiatra di Pio XII. Il medico venne mantenuto nella sua carica nonostante una caratteristica non proprio adatta al suo ruolo: aveva continuo bisogno di denaro che perdeva al gioco e nella prima metà degli Anni ‘50 divenne l’informatore, ovviamente ben pagato, di giornalisti e testate. Fino a vendere le foto di papa Pacelli sul letto di morte a giornali e rotocalchi. «Sembra che ci sia stata una incrinatura nel patto che lega medico e paziente» sintetizza serafico il quotidiano vaticano.
Renato Buzzonetti
Più avanti l’autore dell’articolo sfida la lingua italiana, descrivendo in termini contorti e surreali Mario Fontana, l’archiatra di Paolo VI: «La sua persona la si vede stilare e sottoscrivere un referto per una ferita di arma da taglio infertagli da un attentatore nell’aeroporto di Manila il 27 novembre 1970», il pittore boliviano Benjamín Mendoza, autore del fallito attentato che venne subito immortalato sui muri di Milano dalla scritta «Mendoza, grazie lo stesso». Nulla invece si legge della tormentata storia sanitaria di Giovanni Paolo II.
Papa raffreddato
A questo punto è d’obbligo chiedersi se il direttore del giornale sappia qualcosa di storia, ma anche se legga gli articoli di cui autorizza la pubblicazione. Se qualcuno lo interrogasse gli si può suggerire la risposta del suo storico predecessore Giuseppe Dalla Torre a un ambasciatore che gli chiedeva conto indignato di un articolo uscito sul foglio vaticano: «Quale articolo, eccellenza? Io L’Osservatore Romano non lo leggo!».
L’AGGHIACCIANTE STORIA DI RICCARDO GALEAZZI LISI
Da Wikipedia
Papa anti medici
Oculista, membro onorario della Pontificia accademia delle scienze, fu archiatra pontificio e medico personale di papa Pio XII dalla sua elezione e per tutto il suo pontificato.
Nel 1953 fece parte della commissione medica che decretò l'appartenenza all'apostolo Pietro delle ossa umane avvolte in un panno di porpora rinvenute durante gli scavi nelle Grotte Vaticane[2]; tre anni dopo, tuttavia, venne escluso dalla commissione a causa di alcuni debiti di gioco[3].
Pio XII e Galeazzo Lisi
Nel 1954, il suo nome apparve sui giornali a causa dei suoi rapporti con Ugo Montagna, all'epoca tra i maggiori protagonisti del Caso Montesi[4].
Durante l'agonia di Pio XII, Galeazzi Lisi scattò una ventina di fotografie al pontefice steso sul letto con la cannula dell'ossigeno in bocca[5], vendendole poi ad alcuni giornali francesi, e già nei mesi precedenti aveva più volte venduto agli organi di stampa indiscrezioni sulla salute del pontefice, che non lo aveva licenziato solo per rispetto nei confronti del fratello, architetto e importante funzionario del Vaticano, limitandosi a dispensarlo de facto dal suo incarico di archiatra.
Pio XII e Galeazzo Lisi
Il Galeazzi Lisi fu inoltre responsabile della prematura errata notizia della morte di Pio XII. Ai molti giornalisti che attendevano incessantemente sotto l'appartamento papale, egli disse infatti che avrebbe aperto la finestra della camera da letto del pontefice non appena morto il papa. La finestra venne però aperta da una monaca presente ma ignara che pertanto diede l'annuncio della morte di Pio XII quando ancora il papa stava combattendo tra la vita e la morte.
Dopo la morte del pontefice, poiché i papi vengono tradizionalmente imbalsamati, Riccardo Galeazzi Lisi annunciò di voler utilizzare sul corpo del papa defunto una tecnica conservativa da lui stesso definita "rivoluzionaria",[6] che aveva illustrato a Pio XII ancora vivente, il quale era apparso all'epoca assai restio all'idea che, dopo la morte, il suo corpo dovesse essere denudato e manipolato.
Pio XII e Galeazzo Lisi
A sostegno della sua "invenzione", Galeazzi Lisi portò in visione al papa la mano imbalsamata di un automobilista morto in un incidente anni prima, ottenendo così l'approvazione di Pacelli. Alla morte di Pio XII, avvenuta il 9 ottobre 1958, Galeazzi Lisi, incaricato di imbalsamare il pontefice, applicò il suo metodo sperimentale: l'avvolgimento della salma dentro alcuni strati di cellophane insieme a una miscela di erbe aromatiche, spezie e prodotti naturali, simili a quelle, secondo lui, che erano state utilizzate per seppellire Gesù Cristo.
riccardo galeazzo lisi 9
Tale metodo si rivelò però fallimentare dal momento che, lungi dal preservare la salma, ne accelerò la decomposizione, causando problemi nel corso delle esequie, come lo svenimento di alcune guardie d'onore stordite dai miasmi sprigionati dal corpo, che come da tradizione fu esposto pubblicamente per nove giorni su un catafalco all'omaggio dei fedeli nella Basilica di San Pietro[7].
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Per rimediare, venne convocato un gruppo di medici legali esperti nel campo dell'imbalsamazione per eseguire un nuovo trattamento conservativo con ovatta e formalina, volto a rallentare il processo di decadimento organico: la situazione era però ormai tanto compromessa da rendere necessaria la posa sul volto del papa (sfigurato dalla putrefazione) di una maschera di cerone miscelato a composti alcalini.
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Una volta che fu emersa la speculazione delle foto, Galeazzi Lisi il 20 ottobre 1958 venne licenziato in tronco dal Collegio cardinalizio che lo sostituì col professor Antonio Gasbarrini (già membro del suo team medico), e venne radiato dall'Ordine dei Medici per comportamento indegno.
Il successore di Pio XII, papa Giovanni XXIII, lo bandì a vita dal Vaticano. Nel 1960 scrisse un libro intitolato Dans l'ombre et dans la lumière de Pie XII[8] che fu pubblicato dalla casa editrice francese Flammarion, con la riproposizione delle fotografie di Pio XII durante l'agonia e l'imbalsamazione.
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Ricordato per questi fatti come "l'archiatra corrotto", morì nel 1968 rivendicando fino all'ultimo la bontà del suo operato.
Pio XII e Galeazzo Lisi Pio XII riccardo galeazzo lisi 4 riccardo galeazzo lisi 5 pio xii e giovanni xxiii riccardo galeazzo lisi 7 papa pio xii PAPA PIO XII E GIULIO ANDREOTTI riccardo galeazzo lisi 14 riccardo galeazzo lisi 15 riccardo galeazzo lisi 2 riccardo galeazzo lisi 11 riccardo galeazzo lisi 1 riccardo galeazzo lisi 3