Tommaso Ciriaco per La Repubblica
BERTOLASO BERLUSCONI MELONI MARCHINI
Il retroscena. Il leader costretto a fare i conti con un partito ormai esploso. Con tre correnti spaccate sul candidato sindaco di Roma e pronte a minacciare l' addio a Forza Italia "Dal segretario leghista e dalla Meloni solo cattiverie. Ma se si va su Alfio, si deve sapere che è una strada senza ritorno"
Il Cavaliere frena la fronda "Una soluzione è Marchini pure Salvini lo aveva scelto"
«La cosa più logica sarebbe convergere su Marchini. È il candidato meno divisivo, secondo tutti i sondaggi l' unico in grado di battere al ballottaggio sia la Raggi che Giachetti. E d' altra parte, ricordo male o era proprio Alfio il candidato della Lega, quello arrivato primo alle loro primarie? ». Silvio Berlusconi ci riprova.
BERTOLASO BERLUSCONI
Sogna di costruire un centrodestra poco lepenista e molto moderato. Senza Giorgia Meloni e Matteo Salvini, quindi. Una mini Casa delle libertà aperta a Francesco Storace e Guido Bertolaso.
Con un ultimo dubbio: «Meloni e Salvini hanno voluto solo farmi una cattiveria, ora tocca a me decidere se rispondere duramente scegliendo Marchini, oppure in modo meno conflittuale con Bertolaso. E sarebbe una strada senza ritorno».
I dilemmi dell' ex premier, a dire il vero, riflettono a perfezione Forza Italia, una logora mappa del Risiko dove almeno tre anime si combattono furiosamente, contendendosi ogni singolo centimetro di territorio. E dove l' asse del Nord di Giovanni Toti e Paolo Romani si avvicina a rapidi passi verso la scissione.
BERLUSCONI BERTOLASO
La fronda settentrionale ruota tutta attorno all' ex direttore Mediaset. Guida la Liguria assieme alla Lega, coltiva un rapposto speciale con Matteo Salvini. I due parlano molto al telefono, spesso anche a quattr' occhi. È Toti il nuovo interlocutore del Carroccio: «Magari Forza Italia scegliesse di seguire la sua linea...», sospira spesso proprio Salvini. Da governatore delle Liguria siede sull' unica poltrona del Nord mai occupata dal Carroccio.
E da quella postazione punta a scalare Forza Italia, "pensionando" Berlusconi. «Primarie, primarie, primarie », invoca da tempo. In questa sfida lo sostengono gli azzurri lombardi Paolo Romani e Maria Stella Gelmini. «Io chiedo solo l' unità del centrodestra - spiega il capogruppo al Senato - perché credo che solo stando assieme provocheremo la sconfitta di Renzi alle amministrative. Se invece scegliamo soluzioni pasticciate, finirà diversamente».
L' intesa nordista coinvolge anche la Toscana, dove Altero Matteoli non si nasconde: «Sì, sto sulla linea di Toti. Salvini e Meloni non sono Bossi e Fini, lo so bene, ma voglio comunque ricompattare il centrodestra ». A Roma, poi, la fotografia si scompone ancora. E rispecchia gli equilibri interni al partito.
berlusconi e bertolaso batman robin
C' è il cerchio magico di Francesca Pascale, Maria Rosaria Rossi e Deborah Bergamini, che combatte un' asprissima battaglia contro Meloni e Salvini. Adorano Marchini, ma intanto spingono Bertolaso. Lavorano ai fianchi l' ex Cavaliere assieme a Silvia Cirocchi, una new entry del cerchio magico che anni fa ha sposato Elio Vito e oggi si occupa della comunicazione di Bertolaso. Proprio Vito, invece, è stato avvistato al Pincio per incoraggiare Meloni.
MARCHINI
Nel momento più difficile, servirebbe serrare i ranghi. E invece tutti litigano con tutti. Come ieri, quando Bertolaso ha convocato un vertice a Palazzo Grazioli.
Una riunione organizzativa, sulla carta. E invece: Antonio Tajani frena sull' ex capo della Protezione civile e invoca la candidatura di Marchini. Matteoli spinge ancora per Meloni. E che dire della "corrente Guido"? La coordina Marcello Fiori, a capo degli zoppicanti circoli "Forza Silvio". Con lui Renato Brunetta, che sorprende tutti con un rilancio: «Ormai c' è solo Bertolaso. Se serve, mi candido alla guida del municipio di Roma in cui abito». Nel dubbio, Maurizio Gasparri alza ancora l' asticella: «Sono pronto a correre per la presidenza del municipio più rosso della Capitale».
MARCHINI o
Difficile tenere assieme questo caos. Ci prova Berlusconi, meditando di riunire entro domenica attorno allo stesso tavolo Bertolaso, Marchini e Francesco Storace. Ufficialmente sono ancora tutti in campo, anche se l' ex governatore del Lazio lascia aperto uno spiraglio: «Da due mesi chiedo unità, mi sa che avevo ragione. La Meloni evidentemente non la vuole, altrimenti avrebbe evitato di schiaffeggiare gli alleati. Restiamo noi tre, vediamo che succede».
roberto giachetti (1)
Succede che Berlusconi ha rimandato ieri la partenza per Milano e prepara una serie di incontri bilaterali per favorire il patto. Lo scoglio più difficile è convicere Bertolaso ad accettare la leadership di Marchini.
Con gli alleati, invece, volano ormai parole grosse. A Salvini, per dire, non vanno giù i continui attacchi azzurri. Non gli piace sentirsi dare del "fascista" da Tajani, «uno che fa lo scendiletto della Merkel». E non gradisce che la fidanzata di Berlusconi lo definisca «troglodita» su Instagram. «Ce l' ha come, non so perché - ragiona, nel giorno in cui apre la sede del Carroccio nella Capitale - Non replico, ma se la sua diventa la linea politica di FI, allora è un problema...».
virginia raggi con bruno vespa a porta a porta
Difficile per Berlusconi far pace con i due quarantenni che insidiano la sua leadership, se è vero quanto confidava ieri a un amico: «Lo sai che giovedì ho invitato Salvini a vedere il Milan a Grazioli? Mi ha fatto sapere che non aveva tempo! Arrogante, come la Meloni...».