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    IN UN MONDO DI CORBYN, ANCHE JOHNSON È UN RE – L’UNICO OSTACOLO DI FRONTE A “BORIA” PER OTTENERE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI ALLE ELEZIONI DI GIOVEDÌ NON È “JEREMY IL ROSSO”, MA IL VOTO TATTICO: ALMENO IL 10% DELL’ELETTORATO POTREBBE INFATTI SCEGLIERE SOLO DI VOTARE “CONTRO” – MA PER MOLTI BRITANNICI L’ELEZIONE DEL “SOCIALISTA” CORBYN, CHE VUOLE AUMENTARE LE TASSE E NAZIONALIZZARE TUTTO, È COMUNQUE UNA MINACCIA PIÙ GRANDE DELLA BREXIT… – VIDEO


     
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    Cristina Marconi per “il Messaggero”

     

    boris johnson leccato dal cane boris johnson leccato dal cane

    Nessuno ha mai la vittoria in tasca prima di un'elezione, ma per Boris Johnson, premier britannico alla ricerca di una maggioranza parlamentare che gli permetta di governare senza gli ostacoli del passato, questi ultimi giorni in vista del voto del 12 dicembre sono pieni di insidie: se da una parte i sondaggi gli danno dieci punti di vantaggio rispetto al Labour, con una quarantina di seggi di distacco, dall'altra il suo nemico principale si chiama voto tattico.

     

    LA STRATEGIA

    JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH

    E sono tanti, almeno il 10% dell'elettorato, quelli che invece di votare seguendo l'affiliazione politica potrebbero scegliere di puntare sul candidato con più possibilità di battere i Tories, in modo da ostacolare il governo e, soprattutto, il suo progetto di Brexit. Un sondaggio pubblicato nel fine settimana indica che basterebbero 41mila voti per cambiare il destino di almeno 36 seggi in bilico, facendo rischiare un parlamento senza maggioranza e aumentando le possibilità di un secondo referendum. I dati sono di Best for Britain, una lobby che sostiene il secondo voto e che sottolinea come per realizzare questo scenario molti si dovrebbero «turare il naso».

    jeremy corbyn jeremy corbyn

     

    LA MINACCIA

    boris johnson al mercato del pesce di grimsby 1 boris johnson al mercato del pesce di grimsby 1

    Ma se da una parte la Brexit ha rimescolato le carte e ha fatto saltare le tradizionali simpatie laburiste o conservatrici, è vero che per molti britannici l'elezione del leader laburista Jeremy Corbyn rappresenta una minaccia più grande dell'uscita dalla Ue, con le sue promesse di rinazionalizzazioni e di aumenti fiscali e le sue misure considerate troppo a sinistra da un elettorato che di solito bada molto al portafoglio. Personalità vicine a Corbyn hanno dovuto richiamare all'ordine chi, invece di concentrarsi sulle elezioni, si sta preparando per una possibile, attesissima nuova elezione di un leader, possibilmente più moderato e dall'appeal meno di nicchia, entro poche settimane da una eventuale nuova sconfitta.

    boris johnson boris johnson

     

    boris johnson al mercato del pesce di grimsby 2 boris johnson al mercato del pesce di grimsby 2

    Neppure il New Statesman, settimanale laburista, sostiene Corbyn: per loro occorre puntare al voto tattico e bloccare la Brexit, sostenendo chiunque abbia qualche chance di entrare in parlamento e di riuscirci. Mentre per l'Economist i LibDem sono il partito giusto per guidare il paese, anche se nei sondaggi sono in picchiata da quando la leader Jo Swinson ha promesso di revocare l'articolo 50 senza passare per le urne in caso di vittoria. Una mossa, questa, che anche i remainer più convinti trovano contraria al fair play tanto importante per i britannici.

    Jo Swinson Jo Swinson

     

    LA QUESTIONE IMMIGRATI

    Nell'ultimo fine settimana di campagna elettorale, i conservatori hanno insistito sull'immigrazione e su come, una volta finita la libera circolazione, un sistema a punti sul modello australiano permetterebbe di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro tenendo sotto controllo i numeri e «attirando i migliori e i più brillanti».

    boris johnson visita un ospedale di watford boris johnson visita un ospedale di watford

     

    Questo, secondo i critici, è assai difficile, visto che di fatto legherebbe ogni immigrato a un datore di lavoro con condizioni ben poco attraenti. Andando a toccare un altro punto delicato, Johnson ha garantito che non ci saranno controlli per i beni in transito dall'Irlanda del Nord alla Gran Bretagna dopo che la soluzione trovata per non spaccare l'isola celtica con una frontiera fisica verrà attuata e l'Ulster resterà allineato al mercato interno.

     

    IL CASO SCOZZESE

    boris johnson boris johnson

    Anche in Scozia si gioca una partita importante: i Tories avevano ottenuto ben 12 seggi grazie all'energia formidabile della ex leader Ruth Davidson, una remainer che però da allora si è ritirata, accampando scuse legate alla nascita di un figlio. In Scozia la Brexit non è popolare, e anzi sta rinfocolando i venti indipendentisti, mai maggioritari ma mai veramente sopiti. 

    boris johnson grimsby boris johnson grimsby boris johnson al mercato del pesce di grimsby boris johnson al mercato del pesce di grimsby

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