MICHELE BRIAMONTE FOTO LAPRESSE
Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore"
Lo studio legale Grande Stevens apre a Londra e sfida l'effetto Brexit. Che - chiarisce il managing partner Michele Briamonte - «è un’opportunità da cogliere». Dopo le sedi di Torino (dal 1954), Milano (dal 2010) e Roma (dal 2012) aperte da Briamonte insieme a Cristina Grande Stevens, figlia del fondatore, la nuova “boutique” avrà sede in Dover Street, piena Mayfair, nel cuore della città londinese. La scommessa è che il futuro dell’alta finanza mondiale continui a passare da Londra. Naturale, dunque, e «opportuno» essere operativi nel posto dal quale altri ritengono si debba scappare.
Briamonte, 38 anni, erede designato da Franzo Grande Stevens che gli ha affidato la responsabilità della boutique che un tempo seguiva Gianni Agnelli e l’intera galassia Fiat, sottolinea che «ci sono diverse considerazioni che hanno fatto maturare la scelta di investire su Londra».
MICHELE BRIAMONTE E ANDREA AGNELLI FOTO LAPRESSE
In primo luogo c’è un aspetto prettamente operativo. «Nell’ultimo anno le operazioni più importanti che abbiamo intermediato -sia nel real estate sia nel capital structure e nel settore dei Npl - erano operazioni che avevano come target l’Italia ma come acquirenti fondi di matrice anglosassone», sottolinea Briamonte. In questo quadro - prosegue - «tutto l’aspetto decisionale e di strutturazione delle operazioni è sempre stato svolto a Londra. Da qui la scelta di puntare a una presenza diretta anche con il supporto di avvocati in grado di dare assistenza di diritto inglese ai clienti».
FRANZO GRANDE STEVENS MICHELE BRIAMONTE EZIO MAURO ALLO STADIO FOTO LAPRESSE
Secondo il managing partner dello studio Grande Stevens, «questa scelta contribuisce allo svolgimento di un lavoro più attivo: non solo assistenza sul sell side ma anche sul potenziale acquirente (buy side). In altre parole la decisione è in linea con gli affari che lo studio negli ultimi anni ha trattato «e auspicabilmente in diversi casi potrebbe raddoppiare il nostro ruolo e quindi la nostra attività», osserva Briamonte.
regina elisabetta brexit
La seconda considerazione, invece, attiene più agli aspetti geopolitici. «Dal nostro punto di vista - prosegue il legale - l’investimento è da considerarsi di medio termine. L’hub di Londra ha una tale robustezza e un livello di maturazione tale per cui, fermo restando l’importanza della decisione Brexit e dei potenziali effetti, difficilmente secondo le nostre valutazioni ci sarà nel medio periodo uno stravolgimento tale da rendere non conveniente tale scelta. E comuque, esserci a Londra come soggetto agente rappresenta anche in un eventuale scenario meno favorevole un vantaggio».
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Al momento la boutique londinese è formata da cinque avvocati. Ma per incrementare l’attività di m&a e diritto dei mercati finanziari lo studio Grande Stevens ha appena strappato alla Germania due specialisti: Daniele Bonvicini e Riccardo Sismondi, provenienti dallo studio Rödl & Partner e ha insierito per la pratica del tax Euplio Iascone, proveniente dallo Studio Maisto. Tra Italia ed estero lo Studio opera ora con 50 legali. Uno dei rinforzi di alto profilo proprio su Londra è Vincenzo Lanni che arriva da Charles Russel Speechlyes.