Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
carabinieri
È l' ennesima tegola che si abbatte sull' Arma dei carabinieri. Un' inchiesta che provoca imbarazzo, ma soprattutto rabbia. Perché è vero - come precisano al comando generale - che bisognerà attendere l' esito delle verifiche disposte dalla magistratura sul racconto delle due ragazze statunitensi.
Ma è pur vero che la loro denuncia ha scatenato un caso internazionale, con la nota del Dipartimento di Stato che rischia di trasformarlo in un incidente diplomatico. Non a caso il comandante generale Tullio Del Sette in serata ha diramato una nota ufficiale e ha affermato: «Se fosse vero, cosa che auspichiamo tutti venga accertata quanto prima, si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita che rende i protagonisti indegni dell' uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e della condizione di stato».
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Già due giorni fa, quando sono filtrate le prime notizie, il ministro della Difesa Roberta Pinotti aveva parlato con il generale Tullio del Sette per avere chiarimenti. E ieri, dopo la conferma dell' iscrizione sul registro degli indagati dei due militari, ha chiesto di «procedere con rigore e massima severità».
Vuol dire che bisognerà attendere l' esito delle perizie già disposte sui vestiti delle studentesse, sui locali dove - hanno raccontato - sarebbe avvenuta la violenza.
Ma vuol dire anche che, se dovesse essere accertato il rapporto sessuale, i due carabinieri sarebbero subito sospesi dal servizio e sottoposti alla procedura disciplinare che può portare fino alla messa in congedo.
Nei prossimi giorni i due carabinieri saranno interrogati dal magistrato. Al momento filtrano indiscrezioni su quanto avrebbero raccontato ai superiori, ma anche sulle verifiche disposte dagli stessi reparti dell' Arma. E sulla loro determinazione a negare di essersi comportati in maniera violenta, ma anche smentendo categoricamente che ci sia stato un rapporto sessuale.
Tanto che a livello provinciale i carabinieri evidenziano la «presenza a Firenze di almeno 4.000 studenti stranieri e l' esistenza di centinaia di denunce per stupro che si rivelano totalmente infondate». E anche questa volta - dicono - «potrebbe essere andata così».
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Per difendersi i due carabinieri avrebbero sostenuto che «quella sera era la prima volta che uscivamo in pattuglia insieme, ci siamo limitati ad accompagnarle a casa. Possiamo aver sbagliato perché dovevamo accompagnarle in ospedale, ma la storia che raccontano non è vera».
Escludono la violenza «perché non è possibile che nessuno abbia sentito le grida». Una posizione che al momento non appare però convincente.
2. I DOVERI DELLA DIVISA E LA SEVERITÀ NECESSARIA: I RAPPRESENTANTI DELLO STATO DEVONO ESSERE IRREPRENSIBILI
Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
RACCONTO RAGAZZE 5
È giusto attendere l' esito delle verifiche disposte dalla magistratura sul racconto delle due studentesse statunitensi che hanno accusato due carabinieri di averle stuprate. Ma non potrà esserci alcuna indulgenza qualora venga accertata l' esistenza di un rapporto sessuale, anche se non c' è stata violenza.
Chi indossa la divisa rappresenta lo Stato, dunque ha il compito di occuparsi della sicurezza dei cittadini, di tutelare la loro incolumità. Non può e non deve mai andare oltre i propri doveri. E invece a Firenze - al di là degli aspetti penali che potranno essere focalizzati quando si conosceranno i risultati delle perizie - alcune irregolarità sembrano essere state commesse.
La scelta di far salire le due giovani sull' auto di servizio è certamente inusuale, soprattutto se questo non viene poi menzionato nella relazione di servizio compilata dai due militari al termine del turno. È accertato che le due giovani erano ubriache e forse anche sotto effetto di sostanze stupefacenti.
DISCOTECA FLO - FIRENZE
Altrettanto inusuale è che si sia deciso di non far intervenire un' ambulanza, preferendo accompagnarle quasi dentro casa.
Le parole del ministro della Difesa Roberta Pinotti secondo la quale «risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse» lasciano aperta l' ipotesi più grave. E proprio per questo è necessario agire con urgenza e - qualora si scoprisse che anche un minimo contatto c' è stato - con la massima severità.
Il rigore, invocato dopo lo stupro di Rimini contro i quattro stranieri accusati di aver violentato una turista polacca e una transessuale peruviana, deve valere ancora di più in questo caso. È necessario indagare ogni minimo dettaglio proprio perché non ci sia alcun dubbio su quanto accaduto, ma è indispensabile farlo agendo con fermezza, dunque mandando via chi dimostra di non essere all' altezza di far parte delle istituzioni. Perché in gioco c' è la credibilità dello Stato e anche la sua capacità di tutelare proprio l' immagine dell' Arma dei carabinieri .
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