Maria Elena Vincenzi per www.repubblica.it
SCAFARTO
Ancora una volta il Noe nel mirino: ora la procura di Roma accusa il numero due del reparto speciale dell'Arma di depistaggio. Il vicecomandante, Alessandro Sessa, è appena entrato all'interrogatorio con il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi che lo hanno iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta su Consip.
L'ufficiale era già stato sentito come persona informata sui fatti per la vicenda che riguarda il capitano Giampaolo Scafarto, accusato di falso per una serie di omissioni in una delle informative a sua firma depositate in procura. Due, in particolare, i falsi contestati dei pm. Uno riguarda l'attribuzione all'imprenditore Alfredo Romeo (arrestato per corruzione il 1 marzo) di una frase su un incontro avvenuto con Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo e accusato di traffico di influenze.
IELO
Peccato che quella frase, come riportavano correttamente i brogliacci, fosse stata pronunciata dall'ex onorevole Italo Bocchino, collaboratore di Romeo, con riferimento all'ex presidente del Consiglio. La seconda, invece, ha a che fare con un presunto interessamento dei servizi segreti all'indagine. Peccato che il presunto 007 di cui Scafarto parlava nell'informativa fosse stato identificato in un residente della zona.
Dettagli sui quali, evidentemente, Sessa ha mentito nel corso della sua audizione come testimone. E ora, per questo, si trova sotto accusa per un reato che prevede una pena massima di 8 anni.
PIGNATONE
L'interrogatorio è appena iniziato. Prima di lui i magistrati hanno sentito il suo sottoposto al quale hanno chiesto chiarimenti sul suo ultimo interrogatorio, durante il quale aveva chiamato in causa il sostituto procuratore di Napoli, Henry John Woodcock, anche lui titolare di un filone di inchiesta su Consip. "Fu lui a dirmi di fare un apposito capitolo sul coinvolgimento dei servizi segreti", aveva messo a verbale Scafarto.
woodcock