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    CHE SUCCEDE ORA AD ASSANGE? – SE L’HACKER VIENE ESTRADATO NEGLI STATI UNITI POTREBBE VENIR FUORI LA VERITÀ SULLE MAIL DI HILLARY CLINTON – E ANCHE SE IL PROCURATORE MUELLER HA CHIUSO L’INCHIESTA CON UN NULLA DI FATTO, I GIORNALONI AMERICANI LO SPERANO PER RIAPRIRE IL DEFUNTO RUSSIAGATE – MISTERO: IL GATTO JAMES NON C’ERA AL MOMENTO DELL’ARRESTO. DOV’È? VISTO COME LO TRATTAVA JULIAN, SI TEME PER LA SUA SORTE…


     
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    1 – NON DIRE GATTO - DOPO AVER LAMENTATO LE PRECARIE ABITUDINI IGIENICHE DI ASSANGE (NON SI LAVA), IL GOVERNO DELL’ECUADOR BACCHETTA IL FONDATORE DI WIKILEAKS PER COME TRATTA IL SUO GATTO - L’AMBASCIATA DI QUITO A LONDRA, DOVE VIVE DAL 2012, GLI HA PRESENTATO DELLE LINEE GUIDA DA RISPETTARE, O L’ANIMALE GLI SARÀ SEQUESTRATO – IL SUO AVVOCATO SI LAMENTA: “È QUASI UN REGIME CARCERARIO E..."

     

    JULIAN ASSANGE JULIAN ASSANGE

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/non-dire-gatto-dopo-aver-lamentato-precarie-abitudini-igieniche-185703.htm

     

     

    2 – ASSANGE: ASSENTE GATTO JAMES AD ARRESTO

    (ANSA) - Il gatto James, che ha fatto a lungo compagnia a Julian Assange nei suoi anni di confino nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, non era stamani nelle stanze della rappresentanza diplomatica ecuadoriano all'arrivo degli agenti che hanno arrestato il fondatore di Wikileaks.

    il gatto di assange 9 il gatto di assange 9

     

    I media britannici, rilanciati dal quotidiano El Universo di Guayaquil, hanno indicato che il felino, visto spesso lo scorso anno alla finestra della stanza di Assange talvolta con vistosi cravattini al collo, è stato portato via da amici del ricercatore nel settembre scorso.

     

    La presenza di James era stata uno dei punti di frizione con il personale diplomatico ecuadoriano che aveva chiesto all'ospite in esilio di occuparsi meglio dell'alimentazione e della pulizia della sua mascotte se non voleva che fosse portata via.

     

     

    3 - PIANI DI FUGA E COPERTURE SOSPETTE SULL' HACKER LO SCONTRO RUSSIA-USA

    Flavio Pompetti per “il Messaggero”

     

    JULIAN ASSANGE PORTATO VIA DI PESO DALL AMBASCIATA DELL ECUADOR JULIAN ASSANGE PORTATO VIA DI PESO DALL AMBASCIATA DELL ECUADOR

    Julian Assange aveva provato in tutti i modi a disegnare un epilogo diverso da quello che si è verificato ieri. Nell' ultimo anno, da quando il nuovo presidente ecuadoriano Lenin Moreno si è insediato alla guida del Paese dopo aver promesso che avrebbe accettato la sua estradizione, l' editore di Wikileaks si era reso conto che le sue ore nell' ambasciata di Kensington Bridge erano contate.

     

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    Lo scorso settembre era riuscito ad ottenere un nuovo passaporto australiano, mentre in Svizzera il Partito Popolare aveva richiesto che il Paese alpino gli concedesse l' asilo politico. Lo stesso governo Moreno gli aveva offerto una parziale immunità se avesse lasciato volontariamente l' ambasciata: la promessa che non sarebbe stato estradato in un Paese il cui ordinamento giudiziario contempla la pena capitale (compresi gli Usa), dopo aver scontato pochi mesi di detenzione in Inghilterra per aver violato i termini della libertà condizionale.

    JULIAN ASSANGE PORTATO VIA DI PESO DALL AMBASCIATA DELL ECUADOR JULIAN ASSANGE PORTATO VIA DI PESO DALL AMBASCIATA DELL ECUADOR

     

    IL FALLIMENTO

    Fin qui le iniziative visibili, sopra l' orizzonte dell' ufficialità. Sotto il tavolo nel frattempo il suo sponsor più fedele, la Russia, lavorava ad altre ipotesi. La notte del Natale 2017 il terrorista internazionale, nella definizione dell' ex vice presidente Usa Joe Biden, sarebbe dovuto fuggire dall' ambasciata ecuadoriana a Londra a bordo di un furgone che l' avrebbe portato in salvo in un altro Paese, probabilmente la Russia.

     

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    Il piano era stato disegnato dall' ex console ecuadoriano a Londra Fidel Narvaez, e fu abbandonato a pochi giorni dalla scadenza, perché nel frattempo le autorità inglesi si rifiutavano di riconoscere l' equivalenza diplomatica delle credenziali che il governo ecuadoriano intendeva rilasciare. Senza un vero lasciapassare, la fuga sarebbe stata troppo rischiosa.

     

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    Il legame tra Assange e il Cremlino è oggetto di inchieste americane e non, da anni. Già nel 2010, poco prima che Wikileaks pubblicasse i video e di documenti forniti dal soldato Manning (oggi la transessuale Chelsea Manning) che mostravano l' uccisione accidentale di civili innocenti in Afghanistan, il giornalista aveva chiesto un visto per la Russia.

    Aveva nominato per l' occasione come suo procuratore Israel Shamir, un giornalista russo-svedese che aveva passato documenti fugati dal dipartimento di Stato di Washington, dalle mani di Assange a quelle dei media moscoviti.

     

    TESTIMONI

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    Prima dell' ottobre del 2016 e della pubblicazione sul sito di migliaia di email dei leader democratici Usa, copie illegittime del registro degli ospiti uscite dall' ambasciata ecuadoriana a Londra mostrano la presenza di diversi cittadini russi, così come quella di Paul Manafort, ex direttore della squadra elettorale di Trump.

     

    Il dipartimento di Giustizia degli Usa non ha chiesto l' estradizione sulla base delle torbide vicende delle influenze russe nelle presidenziali. Lo ha fatto seguendo il filone delle email con le quali un funzionario anonimo di Wikileaks avrebbe istruito il soldato Manning a esplorare oltre i primi video militari, e a decrittare le password di accesso agli archivi del Pentagono. Per la giustizia statunitense quel funzionario è Assange, e da qui l' incriminazione per aver cospirato nell' atto di pirateria che è già costato a Manning una condanna a 25 anni, perdonata da Obama.

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    Ma un eventuale udienza nel tribunale della Virginia con Assange estradato, non potrà ignorare le recenti vicende che hanno accostato la sua figura alla intelligence russa, e i due soggetti alle macchinazioni del Cremlino a favore dell' elezione di Trump. Il presidente ieri è rimasto insolitamente muto di fronte allo sviluppo della cronaca londinese, e interrogato su Wikileaks, da lui elogiata durante la campagna elettorale, ha risposto: «non so nulla, non la conosco».

     

    4 - IL SEGRETO SULLE MAIL DI HILLARY CHE PUÒ FAR RIAPRIRE IL RUSSIAGATE

    Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

     

    julian assange julian assange

    Se Londra concederà l' estradizione di Julian Assange, Washington avrà nelle mani la persona che conosce il segreto più importante del Russiagate: chi aveva rubato e passato a WikiLeaks le mail del Partito democratico, alla vigilia delle elezioni del 2016. Una potenziale manna per gli investigatori, anche se il procuratore Mueller ha chiuso la sua inchiesta, ma pure una fonte di imbarazzo per il presidente Trump, che durante la campagna aveva spesso incoraggiato il sito a spiare Hillary.

    anderson assange foto di dave lachapelle anderson assange foto di dave lachapelle

     

    Assange è stato arrestato su richiesta degli Usa, per il ruolo nella pubblicazione dei documenti riservati relativi alle guerre in Afghanistan e Iraq nel 2010. L'amministrazione Obama aveva rinunciato a farlo, ma quella attuale è tornata all' attacco.

     

    L' incriminazione dell' Eastern District of Virginia, su cui si basa la domanda di estradizione, ha un solo capo d' accusa, secondo cui il fondatore di WikiLeaks avrebbe collaborato con le attività di hacking condotte dall' ex soldato Chelsea Manning, per rubare 90.000 documenti segreti sulla guerra in Afghanistan, 400.000 sull'Iraq, 800 sulla prigione di Guantanamo, e 250.000 rapporti del dipartimento di Stato.

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    In particolare, l' 8 marzo del 2010 Assange si era accordato con Manning per aiutarlo a violare una password del Pentagono. Questa accusa serve ad aggirare le protezioni del Primo emendamento della Costituzione sulla libertà di espressione, che tutela il diritto dei giornalisti di pubblicare qualunque informazione vera. Se i documenti erano stati rubati, e Julian aveva collaborato al furto, avrebbe commesso un reato non protetto dal Primo emendamento. Ciò renderebbe muto il dibattito secondo cui è un giornalista perseguitato, e ora toccherà ai tribunali stabilire se questa linea di accusa regge.

     

    assange ambasciata ecuador assange ambasciata ecuador

    Assange però possiede segreti ancora più attuali e importanti sul Russiagate, perché sa chi ha dato a WikiLeaks le mail sottratte agli archivi del Partito democratico alla vigilia delle presidenziali del 2016. Il procuratore Mueller ritiene che quei documenti siano stati rubati dai servizi segreti russi, interessati a favorire la sconfitta di Hillary Clinton, e infatti ha incriminato 13 agenti di Mosca. Assange però ha negato di aver ricevuto le mail da un' entità statale. Il Russiagate non rientra nella richiesta di estradizione, ma potrebbe essere aggiunto in un secondo momento, e ci sarebbero vari motivi per farlo.

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    Julian è sospettato di essere un agente russo, come l' ex analista della Nsa Edward Snowden, che nel 2013 era scappato da Hong Kong a Mosca accompagnato proprio dall' attivista di WikiLeaks Sarah Harrison. Poi i due avevano litigato per la pubblicazione delle mail di Hillary. Secondo Snowden andavano redatte da un giornalista, ma il sito di Julian gli aveva risposto che stava solo cercando di ingraziarsi la Clinton, per ottenere il perdono se fosse andata alla Casa Bianca. La ruggine però sembra passata, perché Edward è stato il primo a parlare in difesa di Julian dopo l' arresto.

     

    julian assange, sotto accusa dal 2010 julian assange, sotto accusa dal 2010

    Ora il problema sarebbe capire se Assange ha violato la legge anche nel caso del Russiagate, e se ha avuto qualche complicità con la campagna presidenziale repubblicana. Il primo sospetto nasce dall' incontro organizzato nel giugno del 2016 da Donald junior alla Trump Tower. L' avvocatessa russa Veselnitskaya aveva promesso informazioni imbarazzanti su Hillary, forse perché sapeva già che i servizi di Mosca le avevano rubate. Quindi il figlio di Trump l' aveva invitata a New York, e anche se il colloquio era stato deludente, il mese successivo le mail erano state pubblicate davvero su Wikileaks, durante la Convention democratica.

    il gatto di assange 12 il gatto di assange 12

     

    Il secondo sospetto è legato all' ottobre del 2016, quando il Washington Post aveva diffuso la registrazione di "Access Hollywood", in cui il candidato repubblicano si vantava di poter prendere le donne per i genitali. Mueller aveva indagato il consigliere e amico di Trump Roger Stone, perché pensava che avesse contattato Assange attraverso il suo uomo a Londra Ted Malloch, affinché pubblicasse subito le altre mail di Hillary allo scopo di distrarre l' attenzione dallo scandalo sessuale. In quei giorni WikiLeaks aveva contatto Don, domandando di ritwittare le sue informazioni, e lui lo aveva fatto. I messaggi tra Don junior e il sito erano continuati, al punto che dopo l' elezione i collaboratori di Assange gli avevano chiesto di suggerire al padre la nomina di Julian ad ambasciatore dell' Australia a Washington.

     

    Il segretario di Stato Pompeo ha definito WikiLeaks «un servizio di intelligence ostile non statale, spesso sostenuto da attori governativi come la Russia». Ieri però Trump ha detto di non aver opinioni sull' arresto, e in passato aveva negato accordi con Assange. I motivi per indagare su questi punti ci sarebbero, ma l' amministrazione non ha interesse a farlo dopo la pubblicazione del rapporto Mueller, che secondo il riassunto diffuso del ministro della Giustizia Barr non ha dimostrato la collusione tra la campagna elettorale del presidente e Mosca.

     

    5 – LA CASA BIANCA DI TRUMP? DURA A PAROLE

    Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

     

    ASSANGE PUTIN TRUMP ASSANGE PUTIN TRUMP

    Anche se verrà concessa l' estradizione, è improbabile che Assange arrivi in catene a Washington. Di quale Assange parliamo? Del cospiratore contro la sicurezza dell' America denunciato dall' attuale segretario di Stato, Mike Pompeo, quando era a capo della Cia o del «tesoro», capo di un' organizzazione che Donald Trump aveva detto di amare ( I love this Wikileaks, it is a treasure trove ) quando, nel 2016, diffuse le email di Hillary Clinton intercettate dai russi?

     

    L' arresto di Julian Assange, incriminato per le centinaia di migliaia di documenti classificati del Pentagono e del Dipartimento di Stato trafugati e pubblicati 9 anni fa, apre scenari complessi tanto sul piano giudiziario quanto su quello politico: sul primo la magistratura non ha mai chiarito se considera Wikileaks un' organizzazione giornalistica che pubblica informazioni riservate ma veritiere, piuttosto, una « non State, hostile organization » di cospiratori secondo la definizione di Pompeo.

    il gatto di assange 10 il gatto di assange 10

     

    Sul piano politico, i democratici sperano di utilizzare l' estradizione di Assange per riaprire l' inchiesta che il superprocuratore Bob Mueller ha appena concluso senza accuse specifiche (il documento è tuttora segreto).

     

    Mueller non ha mai parlato pubblicamente, ma nei suoi documenti noti, ossia l' incriminazione di ex collaboratori di Trump, ha sostenuto che Wikileaks è in una posizione unica per far luce sul Russiagate, pur non formulando accuse esplicite contro Assange. Il quale, a sua volta, ha respinto una richiesta della Commissione Giustizia della Camera che gli chiedeva di collaborare.

     

    ASSANGE E WIKILEAKS ASSANGE E WIKILEAKS

    Implicazioni politiche e giudiziarie, insomma, si sovrappongono e, nonostante le dure parole di Pompeo, Trump non userà la mano pesante: l' incriminazione contiene accuse di reati informatici (massimo 5 anni di pena) e non quelle di spionaggio (che comportano l' ergastolo) a suo tempo formulate dal governo Obama. Ma tutto può ancora succedere, anche il proscioglimento di Assange o una condanna simbolica, con un ministro della Giustizia, Barr, che ha appena accusato l' Fbi di aver spiato la campagna 2016 di Trump (il capo - repubblicano - dei federali decise di controllare alcuni sospetti, autorizzato a farlo dai magistrati sorveglianti, anch' essi repubblicani).

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