Alessandro Ferrucci e Federico Pontiggia per “il Fatto quotidiano”
Alle 16 di ieri pomeriggio, Luca Medici non ha più le sembianze di Checco Zalone: da ore è assediato da telecamere e attenzioni per il lancio del suo ultimo film Tolo Tolo (in sala dal primo gennaio, in oltre 1200 copie), e oramai è solo con se stesso, la sua stanchezza, la tensione ("è agitato" confessa la moglie), quindi fuma con gesti automatici, lo sguardo fisso sul cellulare, cerca ossigeno ma non sa dove trovarlo, e arriva a giustificarsi: "Scusate, vado un attimo in bagno per la pipì". E quando il suo produttore, Pietro Valsecchi, lo prende in giro, quasi non reagisce.
CHECCO ZALONE IN TOLO TOLO
Lui ha la responsabilità del successo, è obbligato a portare sulle spalle il botteghino italiano, a zittire gufi, polemiche e critiche ("In Italia il mondo del cinema è portato a godere dei tonfi altrui"), e fuori dallo schermo non è sfrontato e spavaldo come il suo personaggio.
Checco Zalone è il vero alter ego.
È la maschera dietro cui rifugiarsi, il cugino adulto e forte al quale si chiede di picchiare il bullo che ci assilla, mentre Luca Medici ha lo sguardo profondo e grigio di chi si pone dubbi, troppi dubbi, senza trovare sempre le giuste risposte ("per favore sottolineate che a volte esagero per scherzare, non voglio litigare con tutti"). Comprensibile. Già solo la canzone di lancio ha scatenato l' inferno, con le peggiori accuse di razzismo e sessismo, quando al contrario Tolo Tolo è un film dove si ride, si riflette, ci si può commuovere e del salvinismo non ha proprio nulla. Anzi.
CHECCO ZALONE IN TOLO TOLO
In molti cinema con sole prenotazioni è già tutto esaurito.
Questo aspetto mi fa un po' paura.
Valsecchi sostiene: "Sono un grande interventista, ma con Zalone non è facile. E ha quasi sempre ragione lui".
Quando fai incassare molto, sono capaci di dire qualunque cosa; nel primo film Pietro è intervenuto tantissimo, poi meno, e in Tolo Tolo non l' ho quasi mai visto.
Fiducia.
Forse più i 50 gradi all'ombra del Kenya; con me è stato paziente (due anni di lavoro) visto quanto è costato il film.
Tanto?
PIETRO VALSECCHI CHECCO ZALONE
Tantissimo, e siamo stati costretti a rigirare delle scene, a volte ad attendere delle settimane per affrontare gli imprevisti.
Compresa la pioggia nel deserto.
È incredibile, non accadeva da vent' anni: ci sono delle scene buie proprio a causa del temporale. Un marocchino è arrivato ad alzare le mani in segno di resa: 'Tu porti una sfiga incredibile, vattene brutto bianco di merda'.
checco zalone
Questa volta è anche regista: si è sentito solo?
Spesso, e ho percepito la piena responsabilità del progetto, poi i set sono fortemente irregimentati; chi ha la responsabilità viene rispettato, ma chiuso il ciak si resta con se stessi.
Seguire la regia ha tolto spazio all' improvvisazione dell' attore?
Boh, ci devo ancora pensare; però le scene inattese sono nate quando ero in preda alla disperazione, e le amo. A un certo punto non avevo più le comparse.
Com'è possibile?
In una scena ne avevo 400 e in una giornata avevo girato solo un "campo" (la visione di una telecamera); il giorno dopo era previsto il controcampo, ma non c' erano le stesse persone: erano già partite per un' altra zona del Marocco.
checco zalone
Carlo Verdone: "Dovrebbe quotarsi in Borsa. Comprerei le sue azioni".
Qui mi gratto un po' le palle (e porta realmente le mani al pube). Lui è un grandissimo. Ma grande veramente.
Però…
In generale nel mondo del cinema e dello spettacolo c' è una rivalità incredibile.
Su di lei il cinema punta.
Non è vero.
Lei risolve i problemi di botteghino.
Anche qui: non è vero; al massimo risolvo i miei, quelli del produttore, del distributore e dell' esercente (sorride e ci ripensa). Oh, non mi fate entrare in polemica con Carlo, siamo amici!
checco zalone
Maurizio Micheli: "Normalmente il comico subisce. Lui no. Non è un perdente e per questo è un grado sopra gli altri".
Non l' ho capita, però mi è piaciuta, quindi l' appoggio.
Anche Alberto Sordi non subiva sempre.
Passava indenne e con il suo atteggiamento da stronzo; in questo film il dramma iniziale non sfiora minimamente il mio personaggio.
È il mondo che si rapporta a Zalone.
Questa è troppo difficile, togliamola.
In Tolo Tolo chi sono i cattivi?
Non ci sono, così come i buoni, ed è uno dei punti di cui vado più fiero.
checco zalone e moglie
Proprio nessuno?
In teoria il giornalista francese potrebbe inserirsi sotto la categoria "buonista" (il personaggio gira in zone disagiate per riprendere e denunciare), in realtà è un grande ipocrita: va lì, ma usa i poveri per ottenere visualizzazioni.
Sembra lo stereotipo del radical-chic.
No, è proprio il radical-chic; ma in Tolo Tolo attacchiamo anche il fascistoide e il nero che alla fine ci tradisce.
Mentre scriveva il film ha pensato al nostro passato coloniale?
All' inizio volevamo girarlo in Eritrea, poi non è stato possibile.
checco zalone
In alcune scene si tramuta in Mussolini.
Qui voglio citare il mio amico Caparezza, quando dice: 'È la nostra parte intollerante a uscire con il caldo, lo stress e i problemi'; il comico quando scrive un pezzo non pensa ai significati sottintesi, ma immagina una scena.
Ma perché ha assimilato il fascismo alla candida?
Non lo so, ma a Ungaretti uno chiedeva il motivo di certe scelte?
Sì.
Volevo arrivare alla battuta che il fascismo si guarisce con il Gentalyn (ci ripensa). Ho pensato alla candida perché è una malattia fastidiosa, ma risolvibile.
PIETRO VALSECCHI CHECCO ZALONE
Non sempre.
Lo so io, si guarisce.
Ha il timore di essere diventato un autore di sinistra?
Per favore non lo scrivete o perdiamo tantissimo pubblico! Comunque in molti sostengono che questo film sia più impegnato di quelli vecchi, e questa riflessione la trovo ingenerosa per il mio passato; qui sicuramente si vedono i soldi spesi e più momenti commoventi e poetici.
Perché in sottofondo si parla di un dramma vero.
È così, e c'è più forza, c' è della verità, c' è un coglione in mezzo a delle facce reali; in alcuni momenti la difficoltà è stata quella di dover spiegare alle comparse il senso di certi passaggi.
Cioè?
CHECCO ZALONE
All' inizio qualcuno si è scocciato della frase 'da qualche parte nell' emisfero c' è uno stronzo un po' più nero', poi ci ho parlato, ho puntato l'accento sul senso di speranza e tutto è cambiato. Alla fine mi hanno abbracciato.
Sergio Castellitto: "Zalone è un geniale qualunquista".
Il mio personaggio lo è, nella vita no.
Giorgio Panariello: "Non è normale non invitarlo ai David di Donatello".
Va bene così, non ci tengo, non è tra le mie priorità.
Siamo un Paese razzista?
No, siamo in sofferenza e qualcuno ne approfitta per solleticare l' intolleranza.
Lei è permaloso?
No, dipende da come mi dicono le cose (al suo fianco si siede la moglie Mariangela.
Sorride. Non è proprio d' accordo).
checco zalone
Stefano Sollima: "È intelligente. Interessante. Arguto. Non so se durerà".
Chi è? Il regista di Gomorra?
Sì, anche.
Io spero che non duri la Camorra, così non gira più nulla. Oh, mi raccomando, precisate sempre il tono scherzoso.
"Non mi godo il successo, sono coglione e soffro" queste sono parole sue.
E purtroppo confermo, sono perennemente in ansia e ne paga le conseguenze la mia famiglia (la moglie annuisce).
Signora, suo marito quanto ha dormito negli ultimi giorni?
Poco e stressa tanto: è un rompipalle, prende la Melatonina, poi sta male e va perennemente tranquillizzato con frasi tipo: 'Andrà tutto bene, stai facendo un ottimo lavoro'.
checco zalone video immigrato
E serve?
A volte, poi si ributta giù, perché sul lavoro è un perfezionista. Solo sul lavoro.
Lo è sempre stato o lo è diventato?
Diventato.
( Torna Luca Medici ) Sente l' ostilità del cinema italiano?
Ostilità mi sembra esagerato, comunque in questo settore si gode più della sconfitta altrui che dei propri successi, e questa ostilità un po' la capisco; in tedesco si dice schadenfreude
Davvero?
Se Tolo Tolo non dovesse andare bene, tantissimi amici e colleghi brinderanno e questo atteggiamento lo considero umano, e probabilmente al posto loro farei lo stesso.
Un film italiano che le è piaciuto?
checco zalone video immigrato
Anime nere e Dogman. Più Dogman.
Antonio Manzini sostiene: "Ora che sono uno scrittore da classifica, mi chiedono opinioni su tutto. Eppure sono quello di prima che non contava nulla".
Io qualunque cosa dico scoppiano le polemiche.
Qualunque.
Televisione, giornali, social, sempre la medesima reazione.
Quando parla riflette più di prima?
Un po' sì.
È meno libero.
CHECCO ZALONE TOLO TOLO
È così; tempo fa scrivo una canzoncina, e il titolo originario era: Gnocca d' Africa. Uno dei miei collaboratori un giorno mi chiama: 'Sai, Luca, devo depositarla alla Siae, però Gnocca d' Africa mi sembra troppo, meglio Se t' immigra in mezzo al cuore'.
Risultato?
Ho accettato, temevo l' accusa di sessismo, anche se è meno efficace.
Oggi in Italia è più eticamente sensibile il fascismo o il sessismo?
Di tutta questa polemica quella di razzismo era talmente surreale che mi ha divertito; invece non ho tollerato il sessismo, quando nel film ho creato un bellissimo ruolo per Amanda (una delle protagoniste).
CHECCO ZALONE TOLO TOLO
Proprio ci tiene.
Per anni al cinema e in televisione abbiamo vissuto le docce più strampalate, le scene più assurde, mentre nelle mie pellicole non sono mai pruriginoso, non ho mai fatto spogliare un'attrice, non ho mai toccato un culo (e guarda la moglie) quindi l'accusa di sessismo non la tollero.
A cena preferirebbe andare con Salvini o Greta Thunberg?
Con Salvini, ma solo perché Greta non mi farebbe mangiare nulla e romperebbe per i piatti di plastica.
Teo Teocoli: "Zalone è l' Abatantuono degli anni Ottanta".
Teo è un amico e vorrei tanto essere il Teocoli degli anni Ottanta.
Nel film cita Mussolini e fa recitare Vendola: in mezzo c'è qualche politico in cui credere?
dipendenti pubblici checco zalone
Non lo so, sono la faccia della stessa medaglia, con leader tutti presi da loro stessi, oppressi da un ego smisurato
E…
Alla fine si confondono tra loro, e tra questi c' è Matteo Renzi che un tempo ho votato: anche lui è affetto dalla malattia dell'"io".
Sul set qualcuno la chiamava "maestro"?
Ma che scherziamo? Davanti mi chiamavano Luca, poi alle spalle mi prendevano in giro.