PATURZO
«Condannate Maroni a due anni e sei mesi di carcere». Questa la richiesta del pubblico ministero, Eugenio Fusco, nei confronti del presidente uscente della Lombardia, tra gli imputati a Milano per le presunte pressioni per far ottenere un viaggio a Tokyo e un contratto di lavoro a Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio, sue ex collaboratrici al Viminale.
Chiesti anche due anni e due mesi per Giacomo Ciriello, capo della segreteria politica del governatore. «La presenza di Maria Grazia Paturzo nella delegazione del viaggio a Tokyo era dettata esclusivamente dalla relazione affettiva» con Maroni ed è «in questo contesto che si inserisce la condotta di Maroni affinché la società Expo si accollasse le spese», aveva detto il magistrato durante la requisitoria.
maroni paturzo
Secondo l’accusa, «è noto a tutti che i due (Maroni e Paturzo, ndr) avessero una relazione affettiva, dimostrata in maniera inconfutabile dalla Procura». Maroni rinunciò poi al viaggio in Giappone e al suo posto andò l’allora vicepresidente della Lombardia, Mario Mantovani. La Paturzo a quel punto, ha proseguito il pm, «scomparve» e non partecipò alla missione. A stretto giro, è arrivata la reazione di Maroni: «Accuse contro di me ridicole. Sono tranquillo».
MARIA GRAZIA PATURZO
«QUANTE BUGIE IN AULA»
Il pubblico ministero Fusco ha anche sottolineato quelle che lui ritiene le bugie raccontate in aula da alcuni protagonisti dell’inchiesta, a cominciare dalla stessa Paturzo che, peraltro, non è imputata. «A un certo punto, quando il presidente del collegio le sottopone alcuni messaggi inequivocabili, lei risponde che ha un atteggiamento affettuoso con amici e parenti. La linea difensiva è quella di negare l’esistenza di questa relazione affettiva perché è in questo scenario che si colloca tutto quello che è successo in relazione al viaggio a Tokyo.
MARIA GRAZIA PATURZO
Se Paturzo avesse ammesso la relazione — ha detto Fusco —, avrebbe implicitamente ammesso l’accusa a Maroni e le pressioni del capo della segretaria di Maroni, Ciriello, su Expo attraverso Malangone (allora dg della società, ndr)». La strada scelta dalla difesa di negare «in radice» la relazione, ha continuato il pm, è stata quella di sostenere che la partecipazione al viaggio in Giappone sarebbe stata giustificata da ragioni professionali. «Ma non è così e il viaggio saltò solo per la gelosia della portavoce di Maroni, Isabella Votino, un malessere legato non a ragioni professionali ma all’esistenza di una relazione tra Maroni e Paturzo».
MARONI: «ACCUSE RIDICOLE»
MARIA GRAZIA PATURZO
«Sono tranquillo. Le accuse formulate contro di me in aula dal pm Fusco sono ridicole, totalmente prive di riscontri in fatto o in diritto e sono già state giudicate infondate dalla Corte di Appello di Milano, che ha assolto Christian Malangone per gli stessi fatti». Questa la reazione di Maroni alla richiesta di condanna a 2 anni e 6 mesi nel processo a suo carico.
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