Nino Sunseri per “Libero quotidiano”
Dopo Marina Berlusconi c' è un' altra first lady con lo stesso nome che sale nell' olimpo dell' economia italiana. Si tratta di Marina Caprotti, 42 anni, figlia del secondo matrimonio di Bernardo, fondatore di Esselunga. Ieri si è chiusa la dinasty che vedeva da una parte Marina, il marito Chicco Moncada di Paternò (principe siciliano che da anni vive a Londra) e la madre Giuliana Albera. Dall' altro Giuseppe e Violetta, figli del primo matrimonio di Bernardo. Il prezzo della pace è stato di 1,83 miliardi per acquistare il 30% di Esselunga che il vecchio Caprotti aveva lasciato ai due figli maggiori.
caprotti esselunga
Con questa operazione Marina e la sua famiglia avranno il 100% della catena dei supermercati. Giuseppe e Violetta incasseranno 915 milioni a testa.
FINANZIAMENTO
Per finanziare l' operazione Marina e la mamma hanno staccato due assegni per un ammontare complessivo di cento milioni. Un' altra parte (435 milioni) è stata coperta con la cessione a Unicredit del 32,5% di La Villata società immobiliare che possiede gran parte degli immobili che ospitano i punti vendita Esselunga. La parte più consistente (1.312 milioni) sarà fornita da un consorzio bancario composto da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnp Paribas. Proprio l' ammontare molto elevato del prestito lascia pensare che, prima o poi, nel capitale di Esselunga entrerà un socio estraneo alla famiglia.
Una ipotesi che il vecchio Caprotti voleva studiare in alternativa alla vendita in blocco. Aveva anche dato incarico ad una banca d' affari di studiare la cosa. Ma si era deciso troppo tardi. L' ultimo giorno era arrivato prima che l' affare potesse chiudersi.
Ma c' è una cosa che Bernardo avrà sicuramente detto a Marina prima di uscire di scena. Per nessuna ragione al mondo Esselunga dovrà finire in mano alla Coop. Troppo forti i dissidi, troppe aspre le liti. Al punto che Bernardo aveva scritto il libro «Falce e Carrello» per elencare tutte le angherie che, a suo parere, aveva dovuto subire dal sistema delle cooperative rosse.
Marina Sylvia Caprotti e marito Francesco Moncada di Paterno
Per Marina non sarà difficile mantenere la promessa fatta a papà. Un po' perché se decidesse di vendere avrebbe la fila di banchieri d' affari davanti la porta per proporre possibili compratori e incassare ricche commissioni. Ben difficile che fra i candidati all' affare ci possano essere le Coop. La divisione fra i due rami della famiglia Caprotti è stata fatta sulla base di una valutazione complessiva di Esselunga di circa sei miliardi.
INVESTIMENTO
Un investimento che supera largamente le possibilità del sistema delle cooperative rosse.
Anche perché è facile immaginare che Marina, se dovesse vendere, chiederebbe ben di più dei sei miliardi con cui ha chiuso la transazione con i fratellastri.
Il futuro di Esselunga è tutto da scrivere. Se Marina non vuole vendere ha due strade davanti: mettere sul mercato il 30% che Giuseppe e Violetta le hanno venduto trovando un socio oppure quotando la società in Borsa.
bernardo violetta e giuseppe e caprotti
In alternativa può studiare un' acrobazia finanziaria per scaricare il debito sulla stessa Esselunga. Il bilancio del supermercato è più che robusto. Basterà ricordare che il 2019, pur non essendo stato eccezionale si è chiuso con un utile netto di 258 milioni. Il 2020 potrebbe anche essere migliore considerando che il virus ha infettato buona parte dell' economia mondiale. Ma per la grande distribuzione alimentare è stato una medicina.
violetta caprotti