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    CI VUOLE LA CASA BIANCA REPUBBLICANA PER MENARE SUI COLOSSI DEL WEB? CROLLA IL NASDAQ, L'INDICE DEI TITOLI TECNOLOGICI, SUI RUMOR DI UNA STANGATA ANTITRUST CHE PIACE SIA A TRUMP CHE AL SOCIALISTA SANDERS. PERSO IL 10% DAL RECORD RAGGIUNTO POCO TEMPO FA. NEL MIRINO GOOGLE, FACEBOOK, AMAZON E PURE APPLE - IL PROBLEMA È: COME COMBATTRE I LORO MONOPOLI? SPEZZETTANDOLI? TASSANDOLI? I PRECEDENTI DI AT&T E MICROSOFT


     
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    Arturo Zampaglione per “la Repubblica

     

    I timori di una maxi-offensiva antitrust contro i colossi della Silicon Valley, istigata sia da Donald Trump che da Bernie Sanders (e dalla sinistra democratica), ha provocato ieri nuove incertezze sui mercati finanziari, colpendo in particolare Google e Facebook, ma anche Amazon e persino Apple, con le prime due che a un certo punto della seduta perdevano più del 7%. L' intero indice Nasdaq è entrato in una fase di "correzione", con un calo del 10 per cento rispetto al record storico del maggio scorso.

    trump e sergey brin di google trump e sergey brin di google

     

    I giganti tecnologici americani sono da tempo nel mirino dell' Unione Europea. Nel luglio scorso, ad esempio, Bruxelles aveva dato una multa di 5,1 miliardi di dollari a Google per abuso di posizione dominante (l' installazione automatica del motore di ricerca negli smartphone Android, cioè l' 80% del totale). Gli Stati Uniti, invece, sono stati più lenti, e forse permissivi, nel reagire agli enormi poteri acquisiti in pochi anni da Big Tech, anche grazie all' assenza di un quadro normativo di riferimento.

     

    Ma le violazioni della privacy da parte di Facebook, emerse con lo scandalo di Cambridge Analytica, e le proteste dei concorrenti di Amazon o Google, hanno avviato una svolta. «È ora di reagire», dice la senatrice democratica Elizabeth Warren, paladina dei consumatori americani e candidata alla Casa Bianca. Ma anche Trump è tutt' altro che tenero rispetto ai colossi della West Coast: accusa il motore di ricerca di Google di minimizzare ad arte le notizie politiche di destra e critica Amazon e il suo fondatore, Jeff Bezos (proprietario anche del Washington Post ), per ragioni fiscali.

     

    sundar pichai sundar pichai

    In questo clima, l' amministrazione americana si muove. Proprio ieri il ministero della Giustizia di Washington e la Ftc (Federal Trade Commission), l' agenzia che si occupa del settore del commercio, hanno ufficializzato la divisione dei compiti in materia di antitrust. Sarà il ministero, guidato ora dal fedelissimo di Trump, William Barr, a occuparsi di Google, mentre la Ftc si concentrerà su Facebook e su Amazon.

     

    Nulla è stato ancora deciso. Ma è bastata la notizia sulla spartizione delle responsabilità tra enti del governo, assieme all' indiscrezione raccolta dal Wall Street Journal secondo cui starebbe per scattare una inchiesta su Google, per mandare in fibrillazione Wall Street. Del resto, i mercati erano già nervosi per la guerra commerciale, per la quale non si vede una soluzione, e per i nuovi guai della Boeing con i suoi modelli 737 Max ed Ng.

    TRUMP ZUCKERBERG TRUMP ZUCKERBERG

    Google si sta già attrezzando per una grande battaglia anti-antitrust, aprendo il portafoglio e mobilitando centinaia di esperti e avvocati.

     

    Certo, sarebbe diversa da quella che dovette combattere Microsoft negli anni '90. Il vero rischio resta quello di uno spezzettamento del colosso imposto dai giudici, come accadde per l' At&t. Google ha linee di business diversificate: il motore di ricerca, i video di YouTube, il sistema operativo per cellulari Android e i servizi web come le mappe o la posta elettronica. Ma il contesto di Big Tech è molto diverso: l' ipotetico monopolio non determina prezzi crescenti a danno dei consumatori.

     

    BEZOS E TRUMP BEZOS E TRUMP

    Tutt' altro: i prodotti tecnologici costano sempre meno, come Sundar Pichai, chief executive di Google, non si stanca di ripetere. Di qui la difficoltà di una azione giudiziaria che dovrebbe adattare i principi dell' antitrust a situazioni in evoluzione.

    BERNIE SANDERS BERNIE SANDERS JEFF BEZOS LARRY PAGE SHERYL SANDBERG MIKE PENCE DONALD TRUMP PETER THIEL JEFF BEZOS LARRY PAGE SHERYL SANDBERG MIKE PENCE DONALD TRUMP PETER THIEL

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