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    I SOLITI FORCHETTONI (E POI DICI CHE I CITTADINI DETESTANO IL PARLAMENTO) - CON I LOCALI COSTRETTI ALLA CHIUSURA ALLE 18, IL RISTORANTE DELLA CAMERA ERA LIBERO DI RIAPRIRE DI SERA - IL SERVIZIO È EQUIPARATO ALLE MENSE, QUINDI NON RIENTRA NELLE MISURE ANTI-COVID - “FRATELLI D’ITALIA” INSORGE: "CHE SEGNALE LANCIAMO AI RISTORATORI CHE FUORI PROTESTANO?" - E IL PRESIDENTE FICO S’ADEGUA: “RESTERÀ CHIUSO” - AI PARLAMENTARI RESTANO I PANINI


     
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    Emanuele Lauria per www.repubblica.it

     

    I ristoranti chiusi dovunque, ma a Montecitorio no. Era tutto pronto, per garantire nuovamente la cena ai deputati. Finché, nell'immediata vigilia della riapertura del servizio, quando cuochi e camerieri erano quasi all'opera, una frangia dell'opposizione - Fratelli d'Italia - ha posto in aula una questione di opportunità e il presidente Fico ha bloccato tutto. Ai parlamentari restano i panini.

     

    RISTORANTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI RISTORANTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

    Il caso esplode nel pomeriggio. Sugli smartphone dei deputati arriva un sms: "Dal lunedì al giovedì, presso i locali della ristorazione al piano Aula avrà luogo un servizio mensa con orario 19-21. Il servizio è attivo da oggi, 27 ottobre". Fino ai giorni scorsi il ristorante era rimasto aperto solo a pranzo, con la possibilità - nelle ore successive - di giovarsi solo dell'asporto dei cibi. L'amministrazione della Camera decide invece di riaprire il suo ristorante pure di sera, mentre tutto intorno le luci dei locali si spengono. Com'è possibile?

     

    roberto fico roberto fico

    In realtà, se si equipara il ristorante di Montecitorio a un servizio mensa, il problema è facilmente risolto: le mense aziendali, infatti, rientrano fra gli esercizi per i quali si deroga alla chiusura dopo le 18 disposta dal Dpcm, "purché sia garantita la distanza interpersonale di un  metro". Il parlamentare, insomma, non è diverso da un operaio che svolge lavoro serale: ha diritto anche lui ad avere un pasto durante l'orario di "servizio".

     

    "Il calendario di questa settimana prevede sedute notturne - spiega il deputato segretario Francesco Scoma (Iv) - e dunque per consentire al deputato di restare in prossimità dell'aula viene garantito il servizio di ristorazione. Anche se qualcuno di noi volesse uscire per consumare una veloce cena, d'altronde, troverebbe tutto chiuso... Non vedo dove sia lo scandalo. Ci indigniamo forse per la norma che prevede l'apertura continuativa degli autogrill per agevolare chi viaggia di notte? O noi parlamentari dobbiamo per forza limitarci al cibo da asporto, ovvero ai panini?". La questione, con l'interrogativo di Scoma, sembra chiusa. E invece no. Diventa un caso d'aula.

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    A protestare per quella che "è una vera discriminazione rispetto a tutti i ristoratori italiani" è FdI. "Fico ci spieghi se è vero, e anche Conte deve chiarire se il ristorante della Camera esce dal Dpcm, è una discriminazione. Tutti i ristoranti devono riaprire dopo le ore 18. Nessun deputato di FdI frequenterà il ristorante della Camera finchè tutti i ristoranti non saranno riaperti", la protesta di Walter Rizzetto, di Fratelli d'Italia.

     

    Il presidente Roberto Fico è costretto a precisare: "Il ristorante non è in funzione, ma è un prolungamento dell'orario della mensa. Fermo restando questo, effettuerò una verifica e comunque da questo momento anche il prolungamento dell'orario non ci sarà, il ristorante sarà chiuso". Come dire: nel dubbio, meglio evitare di lanciare un pessimo segnale all'esterno.

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