Estratto dell'articolo di Arcangelo Ròciola per “la Stampa”
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Nuovo round di tagli. Amazon aggiunge altri 9.000 esuberi ai 18.000 annunciati a inizio anno. Il parziale per i primi tre mesi del 2023 sale così a 27.000. Amazon ha deciso di tagliare nella sua divisione che si occupa di cloud computing. Unità finora redditizia. Ma la necessità di ridurre i costi ha indotto il colosso di Seattle a tagliare anche lì. Diventando così la seconda tra le big tech ad annunciare una seconda fase di licenziamenti.
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Una settimana fa è toccato a Meta, la holding di Facebook, Instagram e Whatsapp ha annunciato 10.000 nuovi licenziamenti dopo gli 11.000 annunciati a fine 2022. […] Per l'ecosistema dell'innovazione della Silicon Valley l'ennesimo piano di esuberi che finora conta 310.000 licenziamenti tra le tech company.
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[…] Amazon si aggiunge a tutti gli altri colossi che hanno licenziato in questi mesi. Microsoft, Salesforce, Alphabet-Google. Ma la lista è infinita e conta centinaia, se non migliaia di aziende, dalla Baia di San Francisco alla East Coast. E la motivazione, per tutti, è sempre la stessa: ridurre i costi e tornare efficienti. E il primo costo da tagliare è quello dei lavoratori.
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«Data l'incertezza dell'economia in cui viviamo e l'incertezza che esiste nel prossimo futuro, abbiamo scelto di razionalizzare maggiormente i costi e l'organico» , ha dichiarato il numero uno di Amazon, Andy Jassy, in un comunicato pubblicato sul sito dell'azienda. Una "razionalizzazione" che in realtà sarebbe non una seconda trance di esuberi, ma un completamento della prima. […]
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[…] «Per molti anni», prima del 2023, «la maggior parte delle nostre attività ha aumentato notevolmente il numero dei propri lavoratori», ha scritto Jassy. Tattica che «aveva senso (in quel periodo) data l'evoluzione della nostra attività e dell'economia», ha aggiunto. Poi, tra la fine del 2019 e la fine del 2022, Amazon ha assunto, al netto, 746.000 persone, aumentando il numero dei dipendenti dell'85%, secondo i dati di Layoff.fyi. Poi la fine dei confinamenti e il graduale ritorno in ufficio hanno rallentato la traiettoria del gruppo.
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Negli ultimi mesi l'ultima tegola: la stretta della Fed. Il ciclo d'inasprimento monetario della banca centrale America, iniziato nella primavera del 2022, ha determinato un innalzamento dei tassi. Mietendo vittime soprattutto nel settore tecnologico, generalmente tra i titoli preferiti a Wall Street quando il costo del denaro è basso o prossimo allo zero.