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    MEGLIO AUTONOMO CHE DIPENDENTE – CON LA FLAT TAX LE PARTITE IVA GUADAGNERANNO DI PIÙ DI UN LAVORATORE ASSUNTO – CHI STACCA LA FATTURA POTREBBE PORTARE A CASA IL 30% IN PIÙ. ECCO CHI SARÀ A GUADAGNARCI CON LA “TASSA PIATTA”


     
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    Attilio Barbieri per “Libero Quotidiano”

     

    di maio conte salvini tria di maio conte salvini tria

    Con il nuovo regime fiscale della flat tax al 15% sulle partite Iva individuali - introdotto dalla Legge di Bilancio 2019 - il prestatore d' opera che emetta fattura al datore di lavoro guadagna di più di un dipendente. A parità di reddito lordo. I lavoratori con una retribuzione lorda annua compresa fra 35mila e 80mila euro, qualora stacchino fattura anziché essere assunti con un contratto da dipendenti, porterebbero a casa in media il 30% in più. A quantificare con precisione la differenza, compilando una tabella suddivisa in 18 scaglioni di retribuzione lorda annua, è stato Eutekne.info, il portale d' informazione dei commercialisti italiani.

     

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    Con «l' ampliamento della flat tax per le partite Iva individuali al 15% a decorrere dal 2019 per fatturati fino a 65.000 euro annui e l' introduzione di quella al 20% a decorrere dal 2020 per fatturati annui compresi fra 65mila e 100mila euro», conviene farsi inquadrare come lavoratore «autonomo con partita Iva invece che di dipendente o collaboratore parasubordinato», scrivono i commercialisti.

     

    IL NETTO SALE

    DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

    La convenienza cresce, in particolare, per le remunerazioni lorde comprese nella forchetta fra 35mila e 80mila euro. In termini percentuali il netto destinato al prestatore d' opera è superiore di circa il 30% rispetto allo stipendio di un dipendente con pari retribuzione lorda. Anche calcolando Irpef e relative addizionali, oltre ai contributi previdenziali che il lavoratore autonomo deve pagare.

     

    I risparmi ci sono ugualmente, ma sono di minore entità, anche nelle fasce di remunerazione lorda che vanno da 15mila a 35mila euro e da 80mila a 100mila euro. Sui redditi bassi incide la quota minima fissa di prelievo contributivo destinato all' Inps, pari a 4.500 euro, mentre sugli scaglioni di remunerazione più elevati pesa la progressività del prelievo fiscale.

     

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    Ad esempio su una retribuzione lorda di 45mila euro, il dipendente assunto con un contratto di lavoro, percepisce un netto in busta di 28.453 euro, mentre il titolare di partita Iva che fatturi le proprie prestazioni, introiterà un netto di 38.925 euro. Ben 10.471 in più. Una differenza che equivale al 36,8%. Oltre un terzo in più rispetto al dipendente. Mentre il datore di lavoro sborsa in entrambi i casi 59.346 euro.

     

    DUE ANNI DI STOP

    Non è un caso se nelle disposizioni di legge che introducono la flat tax al 15% a partire dal prossimo anno, è previsto il divieto di accedere al nuovo regime fiscale agevolato, per i titolari di partita Iva che nei due anni precedenti siano stati alle dipendenze dell' azienda o dell' ente a vantaggio dei quali svolgono prevalentemente la propria attività. Una clausola che rischia di penalizzare fortemente ad esempio i dipendenti tagliati da un' impresa che concede loro comunque, come agevolazione per l' uscita, un' attività di consulenza remunerata a fattura. Il motivo del divieto previsto dal legislatore, sta proprio nel regime più vantaggioso ottenibile come titolare di partita Iva.

     

    SALVINI DI MAIO SALVINI DI MAIO

    Esclusa la possibilità di convertire, anche su richiesta del lavoratore, il rapporto di lavoro, da dipendente a fornitore di una prestazione, questa convenienza fiscale potrebbe pesare parecchio sui nuovi rapporti di lavoro. «Non soltanto di chi comincia ma anche di chi cambia datore di lavoro», spiegano sempre i commercialisti, «perché cambiando azienda non si incorre» nel divieto previsto per evitare che vengano trasformati i rapporti di lavoro esistenti. Fermo restando il rischio di incorrere nella «presunzione di subordinazione» introdotta dal Jobs Act nel 2015. Il maggiore guadagno netto della partita Iva, compensa, fra l' altro una mancanza di sicurezza da parte del prestatore d' opera rispetto al lavoratore assunto.

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