• Dagospia

    “CREDO CHE UN LOCKDOWN A NATALE SIA NELL’ORDINE DELLE COSE” – SENTITE ANDREA CRISANTI: “TRA 15 GIORNI TEMO 15MILA CASI AL GIORNO. SI POTREBBE RISETTARE IL SISTEMA, ABBASSARE LA TRASMISSIONE E AUMENTARE IL CONTACT TRACING. COSÌ COME SIAMO IL SISTEMA È SATURO” – L’EPIDEMIOLOGO DELL’ISS PEZZOTTI: “I 40 MORTI CHE CONTIAMO SI SONO AMMALATI QUANDO AVEVAMO 1600 CONTAGI AL GIORNO. ORA, CON QUASI 6MILA, LA CURVA DEI DECESSI TRA UN PAIO DI SETTIMANE È DESTINATA A SFIORARE LE...”


     
    Guarda la fotogallery

    CORONAVIRUS, CRISANTI: TRA 15 GIORNI TEMO 15MILA CASI AL GIORNO

    ANDREA CRISANTI ANDREA CRISANTI

    (LaPresse) - "Via via che i casi sono aumentati, la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus. Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non non vorrei trovarmi a discutere di 15mila casi al giorno. Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews.

     

    CORONAVIRUS, VIROLOGO CRISANTI: POSSIBILE LOCKDOWN A NATALE

    (LaPresse) - "Credo che un lockdown a Natale sia nell'ordine delle cose: si potrebbe risettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo". Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews citando l'esempio della Gran Bretagna che ha deciso di fare lockdown durante le vacanze scolastiche

     

    CORONAVIRUS - ASSEMBRAMENTO NEL BUS CORONAVIRUS - ASSEMBRAMENTO NEL BUS

    CORONAVIRUS, VIROLOGO CRISANTI: MEZZI AFFOLLATI FAVORISCONO CONTAGI

    (LaPresse) - "I mezzi affollati sono una situazione che favorisce il contagio. Una cosa che si potrebbe fare è obbligare i passeggeri a indossare mascherine chirurgiche e vietare l'ingresso con mascherine fai da te. Avrebbe più effetto che discutere se diminuire la capienza". Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews.

     

    ANDAMENTO DELLE TERAPIA INTENSIVE IN ITALIA AL 13 OTTOBRE 2020 ANDAMENTO DELLE TERAPIA INTENSIVE IN ITALIA AL 13 OTTOBRE 2020

    CORONAVIRUS, CRISANTI: IN CTS ESPERTI CHE HANNO VISTO EPIDEMIA IN TV

    (LaPresse) - "Il Cts manca di supporto tecnico-scientifico: è incredibile che non ci siano esperti del mondo accademico come avviene in tutti i Paesi del mondo. Invece ci sono esperti che l'epidemia l'hanno vista in televisione, non hanno visto come si combatte contro il contact tracing e gli effetti delle misure". Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews.

    PATRIZIO PEZZOTTI PATRIZIO PEZZOTTI

     

    CORONAVIRUS, CRISANTI: MISURE PER INSEGUIRE E NON ANTICIPARE VIRUS

    (LaPresse) - "Il vero problema è l'impostazione per cui le misure vengono prese per inseguire il virus e non per anticiparlo. È vero che non c'è un manuale per affrontare la pandemia ma dalla prima ondata avremmo dovuto imparare molte cose". Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews.

     

    CORONAVIRUS, CRISANTI: CON AUMENTO CONTAGI PIÙ RICOVERI E MORTI

    conte meme conte meme

    (LaPresse) - "Le terapie intensive sono in ritardo di una settimana, i morti di circa 20 giorni: con l'aumento dei contagi questi numeri peggioreranno". Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews. "Forse più che le Regioni dobbiamo chiuse temporaneamente determinate aree di una regione, capire quali sono i luoghi dove ci sono più contagi. Se si generalizza si crea più danno che beneficio", ha aggiunto.

     

    LA CURVA DEI MORTI SALIRÀ ANCORA "A BREVE SARANNO 100 AL GIORNO"

    Paolo Russo per “la Stampa”

     

    Erano 14 il 5 ottobre, sono saliti a 39 due giorni fa per arrivare ai 41 di ieri, a fronte di 5.901 contagi. Dai primi del mese la curva nera dei decessi ha iniziato a risalire via via più ripida, come a voler smentire chi ha continuato a recitare il ritornello «che la situazione è sotto controllo perché oltre il 90% dei casi è asintomatico, e i morti sono pochi».

     

    E invece gli ospedali iniziano ad avere il fiato corto e di morti, tra un paio di settimane, ne sfioreremo i cento al giorno. Il perché lo spiega Patrizio Pezzotti, l' epidemiologo dell' Iss che cura il rapporto mensile sulla mortalità da Covid.

    ITALIA Coronavirus ITALIA Coronavirus

     

    «Tra la comparsa dei sintomi e il decesso trascorrono mediamente due settimane, perciò le oltre 40 vittime che contiamo oggi sono quelle che si sono ammalate quando avevamo poco più di 1600 contagi al giorno. Ora, con quasi seimila contagi in un giorno e con il nostro tasso di letalità, la curva dei decessi tra un paio di settimane è destinata a sfiorare le tre cifre», conclude amaramente.

     

    Intanto anche i ricoveri continuano ad aumentare. Ieri altri 255 nei reparti di medicina e 62 in terapia intensiva, che portano il totale dei letti occupati da pazienti Covid rispettivamente a 5.076 e 514. Numeri che si sono triplicati nell' arco di tre settimane.

     

    Italia coronavirus Italia coronavirus

    «Se dovessimo assistere a un aumento esponenziale dei casi come sta accadendo in altri Paesi europei, il nostro sistema ospedaliero può tenere altri due mesi al massimo», mette in guardia Carlo Palermo, segretario nazionale dell' Anaao, il più rappresentativo sindacato dei camici bianchi ospedalieri.

     

    In questo momento ad essere più sotto stress sono in realtà i reparti di medicina, dove i 30mila letti tagliati in dieci anni lasciano soprattutto al Sud pochi margini per reggere all' urto di una nuova ondata epidemica. A Napoli in questi giorni trovare un letto ai contagiati meno gravi è un terno al lotto. Ma anche nelle terapie intensive un terzo della dote di letti Covid se ne è già andata perché quelli realmente disponibili sono circa 500 dei cinquemila preesistenti alla pandemia e un migliaio quelli già messi in sicurezza dalle regioni dei circa 3.500 tirati su in tutta fretta durante i mesi dell' emergenza, ma non del tutto adeguati ad assistere pazienti gravi e intubati.

    ANDREA CRISANTI ANDREA CRISANTI

     

    Se i reparti di rianimazione tornano a riempirsi non deve poi stupire che si debbano contare anche più vittime. Soprattutto in un paese come il nostro che è il più vecchio d' Europa con il 22,8% di over 65 contro una media Ue del 20,3. E la mortalità da Covid si concentra quasi esclusivamente tra gli anziani.

     

    Italia, seriate - coronavirus Italia, seriate - coronavirus

    Per questo, come ha ricordato a La Stampa il Presidente dell' Iss, Silvio Brusaferro, ora più che mai è indispensabile proteggere chi è più in là con gli anni. Che è poi quello che tenta di fare l' ultimo Dpcm vietando o sconsigliando raduni familiari e tra amici. Perché oggi l' età media dei contagiati In Italia è ferma da due settimane a 42 anni, mentre a marzo, quando di contagi ne avevamo poco più di oggi, era di oltre 70. E proprio per questo di vittime ne contavamo quasi mille al giorno.

    «Noi rischiamo di avere una mortalità più alta, perché se nel nord Europa gli anziani vivono per conto proprio, in Italia restano spesso in famiglia. Dove però avviene oltre il 70% dei contagi», spiega il virologo Andrea Crisanti.

     

    CORONAVIRUS - CONTAGI IN ITALIA ALL 8 OTTOBRE 2020 CORONAVIRUS - CONTAGI IN ITALIA ALL 8 OTTOBRE 2020

    «Ogni contagiato non rintracciato può infettare un anziano e siccome ogni infetto richiede di testare in media 20 suoi contatti stretti, oggi avremmo bisogno di fare 180mila tamponi al giorno oltre a quelli che già facciamo per i ricoverati e gli screening». Poi la conclusione pessimistica. «Il sistema si è rotto facendo aumentare contagi e vittime quando con l' incremento dei positivi non è stato più possibile fare sul territorio i tamponi a chi ha avuto contatti a rischio con positivi».

     

     

    Che occorra scavare una trincea a difesa degli anziani lo conferma chi di pazienti Covid ne vede tanti al giorno come Gianpiero D' Offizi, primario infettivologo dello Spallanzani. «Da noi la mortalità da Sars-Cov-2 può diventare più alta che altrove perché non solo abbiamo più anziani, ma sono anche più fragili, come mostra uno studio della Bocconi sull' aspettativa di vita in buona salute: in Italia è più bassa che in molti altri Paesi europei. E la cassetta dei farmaci per combattere l' infezione - ammette - è ancora povera».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport