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    AVANZI DI GALLERA – L’ASSESSORE LOMBARDO È STATO INTERROGATO COME TESTIMONE PER L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI BERGAMO SULLA MANCATA ZONA ROSSA A NEMBRO E ALZANO – LA REGIONE SOSTIENE DI ESSERSI MOSSA IN SINTONIA CON IL GOVERNO E CHE NON SPETTAVA A LORO CHIUDERE. È DAVVERO COSÌ? – OGGI TOCCA A FONTANA. L’INDAGINE SI MUOVE SU UN FILO ROSSO MOLTO SOTTILE DI UN REATO NON COSÌ SEMPLICE DA DIMOSTRARE…


     
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    Paolo Colonnello per “la Stampa”

     

    GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

    Oltre tre ore di interrogatorio per l' assessore al Welfare Giulio Gallera e stamattina toccherà al presidente della Lombardia, Attilio Fontana, entrambi sentiti come testimoni. La procura di Bergamo ha deciso di andare a fondo alla mancata chiusura, il 5 marzo scorso, della zona rossa di Alzano e Nembro diventate poi centro di un furioso focolaio del Covid 19.

    Giulio Gallera Giulio Gallera

     

    E dato che verranno sentiti esponenti politici «regionali e nazionali», non si esclude che davanti al procuratore Maria Cristina Rota possa sfilare presto anche qualche esponente di governo, da Conte ai ministri Speranza e Lamorgese, ovvero tutti i protagonisti di quella convulsa settimana dei primi di marzo che terminò con la proclamazione della Lombardia «zona arancione».

     

    marco bonometti 1 marco bonometti 1

    Nel frattempo la procura ha deciso di convocare un altro protagonista di quei giorni, il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, inizialmente contrario alla chiusura della bergamasca, al punto da dichiarare «nelle riunioni avute tra febbraio e i primi di marzo» che «la Regione è sempre stata d' accordo con noi nel ritenere inutile, anzi dannosa, un' eventuale zona rossa sul modello Codogno».

     

    CONTE E FONTANA CONTE E FONTANA ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo

    L' indagine si muove su un filo rosso molto sottile di un reato, epidemia colposa, che, come vedremo, non è poi così semplice da dimostrare. Esiste infatti una sentenza della Cassazione del dicembre 2017 che su un caso relativamente simile, cioè un' epidemia di gastroenteriti provocata dalla mancata chiusura di un acquedotto, dove si sostiene che il reato di epidemia colposa per sussistere deve prevedere una «condotta commissiva a forma vincolata» e che quindi «la responsabilità omissiva», cioè per omesso impedimento di un evento, risulta «incompatibile con la natura giuridica del reato di epidemia». Che tradotto dal giuridichese significa: se non diffondi direttamente il virus, il reato di epidemia colposa non può essere contestato.

    alzano lombardo alzano lombardo

     

    alzano lombardo nembro alzano lombardo nembro

    E dunque, si capisce come la procura di Bergamo proceda con molta prudenza, scegliendo di ascoltare i protagonisti solo come testimoni. Nel caso poi venisse provato in via ipotetica un nesso di causalità tra la mancata istituzione della zona rossa e il diffondersi della malattia, e dovessero scattare delle iscrizioni sul registro degli indagati, la competenza potrebbe diventare milanese.

     

    giulio gallera patrizia baffi giulio gallera patrizia baffi

    La difesa dei protagonisti, che siedono davanti ai pm senza avvocati, è nota ed è stata riassunta ieri dall' assessore Gallera: ci siamo mossi in sintonia con il governo e non spettava alla Lombardia chiudere la zona della bergamasca proclamandola «rossa».

    GIUSEPPE CONTE ATTILIO FONTANA GIUSEPPE CONTE ATTILIO FONTANA

    Le cose non stanno esattamente così. È vero che la Lombardia aspettò un ok del governo che non arrivò, ma è anche vero che in base all' articolo 32 del testo unico del 1979 che stabilisce le competenze tra Stato e regioni, il presidente Fontana avrebbe avuto la facoltà di decidere da solo. Ma in quella settimana di emergenze, decidere da soli sarebbe stata follia.

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