Nadia Muratore per “il Giornale”
LA FUNIVIA STRESA MOTTARONE PIENA CON I FRENI DISATTIVATI
Ci sono attimi nella vita che rimangono impressi nella mente per sempre, con una precisione che ha dell’incredibile. Ed è anche sul ricordo di questi particolari che la Procura di Verbania punta per ricostruire la dinamica della strage della funivia Stresa-Mottarone, che ha ucciso 14 persone ed ha lasciato orfano un bimbo di 5 anni, unico sopravvissuto alla tragedia.
In Procura, da quella maledetta domenica, sono sfilate - come persone informate sui fatti - i testimoni che si trovavano in quella zona. Escursionisti, turisti e soprattutto gli addetti all'impianto di risalita che quel giorno erano in servizio.
FUNIVIA STRESA MOTTARONE
Le loro considerazioni sono fondamentali, soprattutto se valutate in parallelo con i molti video e le fotografie che hanno immortalato gli istanti della tragedia. Particolare importanza per gli investigatori, è quello che ha messo a verbale, l'addetto della funivia che si trovava in quella che in gergo si chiama la «fossa di arrivo», che si è visto sfuggire dalle mani la cabinovia numero 3 che, dopo qualche attimo, si è trasformata in un groviglio di lamiere.
funivia del mottarone 3
Il testimone ascoltato dai carabinieri si chiama Pietro Tarizzo, da quasi 4 anni è stagionale presso l'impianto di Stresa-Mottarone. «Ho sentito - ha detto - un forte rumore netto di rottura. Così per impedire alle persone in attesa di avvicinarsi e mettermi in salvo, sono corso via. Ho schiacciato il pulsante che aziona il freno d'emergenza sulla fune traente che però non ha funzionato».
Non ha funzionato - si scoprirà dopo poche ore - perché c'era il forchettone inserito che disattivava l'impianto frenante di sicurezza. Quello che Tarizzo ha raccontato agli inquirenti è certificato dal video della telecamera posizionata all'arrivo, che rende le sue parole ancora più forti e drammatiche.
filmato della funivia 1
Le immagini, infatti riprendono gli ultimi istanti di vita dei passeggeri: ormai arrivati in cima, sono pronti a scendere e, fuori, l'addetto è già in posizione per aprire il portellone. Un gesto quasi automatico per Tarizzo, ma all'improvviso accade l'impensabile. La cabina arretra e anche lui torna indietro di corsa, si guarda attorno e si scansa, per la paura che il cavo strecciato gli finisca addosso. Attiva il freno ma è inutile. In quei pochi secondi concitati, si compie la tragedia.
strage funivia del mottarone 2
La cabinovia sobbalza e prosegue la sua corsa all'indietro fino ad arrivare ai rulli del pilone tre, che fanno da trampolino e la lanciano nel vuoto.
Pesanti come macigni anche le parole di Cristiano L'Altrella, volontario soccorritore e caposquadra del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Stresa, primo ad arrivare sul luogo della tragedia.
il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone
«Abbiamo trovato un campo di battaglia - ha raccontato - corpi di ragazzi, uomini e donne sparsi sul pendio della montagna. Dalla vetta siamo scesi seguendo la linea dei cavi, un pendio ripidissimo, circa dell'80 percento. Poi abbiamo visto la cabina rossa accartocciata: non dimenticherò mai quello che ho visto. Uno mi è morto tra le braccia».
funivia stresa
Intanto dalla Procura si attendono nuovi avvisi di garanzia, anche per permettere agli indagati di nominare i periti per assistere gli accertamenti irripetibili che inizieranno domani.
forchettone funivia stresa funivia Stresa Mottarone funivia di stresa IL SISTEMA DI SICUREZZA DELLA FUNIVIA funivia stresa