1 - CONCORDIA 10 ANNI DOPO
Niccolò Zancan per “la Stampa”
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C'era da fare il passaggio all'isola del Giglio. Era una cosa decisa da giorni. «Ricordamelo al ristorante» aveva detto il comandante Francesco Schettino al capo maître Antonello Tievoli. Volevano cambiare rotta per andare sotto costa. Fare un gioco di luci. Il famigerato inchino. «Tra poco passerà vicina vicina la Concordia di Costa Crociere, c'è mio fratello a bordo», scrisse Patrizia Tievoli su Facebook alle 21.08 del 13 gennaio 2012. Alle 21.45 di quella sera ci fu l'impatto contro gli scogli: 32 morti, 4.229 vite stravolte, una delle più grandi vergogne della storia marittima italiana. E non solo marittima.
domnica cemortan
Metafora del Paese, si diceva allora. Quella nave da crociera rovesciata su un fianco. Per fare un gioco. Sciatteria e imperizia. Il comandante è l'unico in carcere. Schettino che giustificò l'abbandono della nave durante i soccorsi con questa frase: «Sono caduto in una scialuppa». Schettino deve scontare 15 anni e 6 mesi di condanna. A maggio, dopo cinque anni di detenzione, potrà chiedere misure alternative al carcere.
SCHETTINO DOMNICA SU CHI
Sta studiando giornalismo e giurisprudenza a Rebibbia, si è sempre considerato «il capro espiatorio» della sciagura, e ancora è convinto di esserlo. Aspetta che la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo valuti la sua richiesta di revisione del processo. In plancia di comando c'era anche Domnica Cemortan, che aveva 24 anni e faceva la ballerina a bordo della Concordia. Finì al centro dei sospetti e dei pettegolezzi. Anche perché era salita a bordo senza essere registrata. Chiamata al processo in qualità di testimone e dunque con l'obbligo di dire la verità, due anni dopo il naufragio ammise di aver avuto una storia con il comandante: «Quando sei l'amante di qualcuno non ti chiedono il biglietto».
gregorio de falco 3
E sulla notte del 13 gennaio, spiegò: «Cenai al ristorante con lui. Mangiavo un dessert col capitano, e a un certo punto Schettino per scherzo fece finta di chiamare gli ufficiali per chiedergli di rallentare la nave perché io dovevo finire il dolce. Sull'avvicinamento al Giglio non mi disse nulla, non ho mai saputo del tragitto che doveva seguire la nave. Solo alla fine della cena mi ha invitata sul ponte di comando». Domnica non vuole più parlare di questa storia, è tornata a vivere in Moldavia. Ha cercato senza successo di fare politica nel partito popolare «Democrazia in Casa».
CAPITAN SCHETTINO
Ha fondato una Ong a suo nome a Chiinu. Zainetti da scuola per bambini poveri, sostegno a una madre in carcere con cinque figli piccoli, libri per la biblioteca di un penitenziario, tazze per gli orfanatrofi. Registrata come fondazione nel 2015, la Ong di Domnica Cemortan non ha mai presentato un rendiconto economico. L'ex ballerina della Concordia è stata avvistata a Ginevra al summit per la democrazia, in una foto impugna un cartello per i diritti delle donne.
gregorio de falco
E subito qualcuno le ha ricordato con un commento acido quello che lei sta cercando di dimenticare: «Ehi, non distrarre il capitano!». Non si è salvato nessuno, a ben vedere. Anche l'eroe del naufragio, quello che sempre viene cercato nella semplificazione di ogni storia. Il capitano Gregorio De Falco della capitaneria di Livorno, l'autore della famosa frase rivolta al comandante Schettino: «Salga a bordo cazzo».
È stato subito tolto dai ruoli operativi e messo a capo dell'ufficio studi: promosso per rimuoverlo. Si è candidato in parlamento con il Movimento 5 Stelle, è stato eletto ma è passato al Gruppo Misto e poi ha cambiato ancora due formazioni parlamentari. Ora tutti gli chiedono di rievocare quella notte tragica: «Avremmo potuto salvarli tutti, perché la nave ha resistito per parecchie ore, benché rovesciata su un fianco. Quella mia frase fu una sorta di preghiera laica. Se Schettino mi avesse ascoltato, se fosse risalito sulla Concordia così come gli avevo detto di fare, lui oggi sarebbe un eroe. O comunque sarebbe ricordato come uno che ha fatto di tutto per salvare vite umane».
COSTA CONCORDIA PH SESTINI
È una storia troppo dolorosa da ricordare. Ma è passato del tempo e lo sgomento sta lasciando il posto a sentimenti più maneggevoli: «Per due o tre anni ho provato grande rabbia verso Schettino. Ma ora provo un po' di dispiacere anche per il comandante. L'intera colpa non può ricadere su di lui». Umberto Trotti, ristoratore di Ferentillo, uno dei sopravvissuti: «Il vero dolore è quello delle famiglie delle vittime».
2 - ANCHE IL GIGLIO VUOLE RIMUOVERE LA CONCORDIA
Estratto dell’articolo di Cristiana Mangani per “il Messaggero”
schettino e domnica
[…] L'isola del Giglio, dieci anni dopo la tragedia della Costa Concordia, ha riconquistato i suoi spazi. Nelle acque specchiate davanti al porto sono state ripiantate le posidonie, quattro biologi continuano a lavorarci per ripristinare l'ecosistema, ma ormai il più è fatto. I danni ambientali prodotti dal naufragio del colosso del mare sono un ricordo. […] oggi, l'isola vuole soprattutto voltare pagina. Vuole provare a dimenticare.
costa concordia
Giovedì prossimo la Costa Concordia, i familiari delle vittime, la rimozione di quel gigante dell'acqua, verranno ricordati per il decennale. Una cerimonia importante: torneranno in tanti sullo scoglio. Ma sarà l'ultima volta che i ricordi saranno pubblici. «Questo è l'ultimo anniversario con i riflettori accesi - conferma Sergio Ortelli, sindaco del Giglio da tre mandati -. Dal prossimo anno, silenzio. La tragedia diventerà un fatto intimo. Abbiamo istituito a livello comunale, per il 13 gennaio, una giornata del ricordo per le vittime della Concordia, ma sarà una celebrazione locale».
schettino firma autografi alla presentazione del suo libro
[…] «[…] dice Matteo Cotta, ormeggiatore del porto, 33 anni, e una testa piena piena di ricordi -. Quello che è successo al Giglio è stata una cosa di livello mondiale. All'inizio quella presenza non ci dava fastidio, eravamo increduli, alla fine, però, ha cominciato a diventare ingombrante. Ogni giorno ci giravo intorno con la barca per vedere quanto stesse sprofondando.
sala slot costa concordia foto di jonathan danko kielkowski
A pochissimi metri c'era l'abisso, il mare lì è profondo fino a 100 metri. Se il vento di Grecale non l'avesse posizionata su quegli scogli, oggi di morti ne avremmo più di 4 mila. Sa cosa si dice qui? […] Che è stato il braccio di San Mamiliano a salvarli. Sta a Giglio Castello, proprio sopra il punto di impatto. È vero, che qui non si vuole più parlare della Concordia, ma io continuo a farlo perché la storia non si dimentica mai. E, se ci arriverò, continuerò a raccontare quello che è successo anche da vecchio». […]
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3 - RISARCIMENTI PER 85 MILIONI NON TUTTI HANNO ACCETTATO
Michela Allegri per “il Messaggero”
A bordo, tra passeggeri ed equipaggio, c'erano 4.229 persone. Mentre il comandante Francesco Schettino abbandonava la nave, la maggior parte dei naufraghi della Costa Concordia riusciva a salvarsi grazie alle scialuppe, alle motovedette e agli elicotteri di soccorso. Ma 32 persone sono morte. Schettino è stato condannato in via definitiva a 16 anni per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave.
rottami interni costa concordia foto di jonathan danko kielkowski
E, una volta concluso il processo, la Costa Crociere ha risarcito circa l'85 per cento dei passeggeri. Su 3.206 persone, 2.623 hanno accettato la transazione per un importo totale di 66,5 milioni di euro. Ai quali vanno aggiunti 17,421 milioni, relativi ai risarcimenti all'equipaggio. Un totale di quasi 85 milioni di euro. La cifra comprende anche il risarcimento per i familiari delle persone morte: 24,5 milioni di euro in totale. I parenti di chi non ce l'ha fatta hanno ricevuto circa un milione per ciascuna vittima.
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Nei 66,5 milioni sono compresi anche i risarcimenti per passeggeri che hanno ottenuto dalla compagnia di navigazione circa 16mila euro a testa. Ai 964 membri dell'equipaggio, invece, sono andati complessivamente 17,5 milioni di euro. Di questi, quasi 7 milioni, sono stati versati alle famiglie dei cinque lavoratori della Costa Concordia che hanno perso la vita nel naufragio. Una parte dei passeggeri, però, ha rifiutato il denaro: la somma non è stata considerata adeguata.
quel che resta delle slot nella costa concordia foto di jonathan danko kielkowski
Alcuni hanno avviato una causa di risarcimento nei confronti della Carnival, società statunitense che controlla Costa, altri hanno intrapreso singole cause e per la compagnia di navigazione potrebbe aprirsi un nuovo capitolo.
Lo scorso dicembre, infatti, la prima sezione civile del Tribunale di Genova ha emesso una sentenza storica, che potrebbe diventare un importante precedente giuridico: la Costa Crociere dovrà risarcire con 92.700 euro a Ernesto Carusotti, un passeggero che la notte del 13 gennaio 2012 era a bordo della nave naufragata. I giudici hanno riconosciuto sia il danno patrimoniale sia quello non patrimoniale subiti. Al passeggero è stato diagnosticato un danno da stress post traumatico subito a causa dell'incidente, cioè pesanti conseguenze psicologiche legate all'evento catastrofico.
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Ora anche altri passeggeri, che avevano rifiutato il risarcimento e che hanno portato avanti le cause sperano in sentenze simili. A Carusotti è stato riconosciuto il disturbo da stress post traumatico dovuto non solo al naufragio, ma anche alla conduzione delle operazioni di salvataggio, che non sarebbero state gestite nel modo adeguato. Il generatore diesel di emergenza non si sarebbe attivato, il personale non avrebbe evitato il panico.
schettino in lacrime
domnica cemortan
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