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Definire come “improvvida” l’approvazione del disegno di legge 988 (si tratta di finanziamenti pubblici, quindi non prendiamola alla leggera) per quanto mi riguarda è irrispettoso e fuorviante per i lettori.
CRISTIANA LAURO
Ed è stato impreciso anche l’intervento della senatrice a vita Elena Cattaneo. Proviamo a fare chiarezza. Il disegno di legge, controverso per molti, equipara l’agricoltura biodinamica a quella biologica.
Apparentemente, ma non è proprio così. E quando si parla di sovvenzioni, di denaro pubblico, si fa presto a dare fiato alle trombe e a fare a gara a chi la spara più grossa pur di sostenere una corrente partitica o l’altra. Tant’è che volano stracci e dilagano movimenti di opinioni che fanno del separatismo e della polemica i vettore più rapidi di messaggi privi di reale informazione, conoscenza e basi culturali.
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La Biodinamica, figlia dei dettami di Rudolf Steiner (esoterista, per molti filosofo) può essere contestata in quanto ritenuta vicina alla magia e alle pratiche esoteriche. Fin qui, non trova riscontri scientifici dimostrati. Tuttavia esclude - attraverso enti certificatori molto rigidi - l’uso di prodotti chimici e di sintesi sia sulla coltivazione della vite che sulla successiva vinificazione delle uve. In più prevede una serie di pratiche agricole tese alla cosiddetta dinamizzazione dei suolo che - sempre secondo Steiner - dovrebbe permettere una vera esplosione di vita nei terreni e una conseguente minore necessità di concimazioni e uso di sostanze dannose.
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Questo è il punto fondamentale che rende difficilmente attaccabile il disegno di legge. Il sistema biodinamico viene equiparato al biologico (che fin qui con le normative europee si è mosso a maglie abbastanza larghe, diciamolo) perché non fa uso di prodotti chimici di sintesi. Dobbiamo informarci e studiare per essere bravi divulgatori e non possiamo abdicare alla necessità di essere laici. Le pratiche “esoteriche” della biodinamica non tolgono nulla alle sovvenzioni in quanto sono libero pensiero.
CRISTIANA LAURO
“Come deve essere libero e rispettato quell’agricoltore che fa benedire dal prete le sue vigne” ci ricorda Fabrizio Pagliardi, scrittore sommelier e imprenditore della ristorazione. La biodinamica, da tempi di Steiner in poi, ha fatto passi da gigante, e sentite, riguardo alle polemiche di questi giorni, come la pensa Daniele Cernilli (Doctor Wine):”Mi sembra che la questione sul valore della biodinamica sia un argomento mal posto. Più che sul valore scientifico della pratica in viticoltura, in questo caso, io mi chiederei se funziona o meno, e che cosa comporti di positivo o eventualmente di negativo. Il fatto che molte importanti aziende a livello mondiale, cito solo per esempio il Domeine de la Romanée Conti in Borgogna e Zind Humbrecht in Alsazia, considerate nel Gotha della vitienologia mondiale, la adottino è già di per sé un elemento che dovrebbe far pensare.
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Per esperienza personale, del tutto empirica ovviamente, posso dire che in diversi casi ho notato che dei vigneti condotti con la pratica biodinamica hanno avuto vantaggi in situazioni particolare, durante annate siccitose, ad esempio. In più se si adotta la biodinamica si evitano molte pratiche invasive in agricoltura, con il risultato di avere meno fattori di inquinamento. Tutto questo al di là delle considerazioni sulla “non scientificità”.
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Mi sembra, in fin dei conti, che se i risultati sono positivi e se non sussistono delle palesi controindicazioni, non sia un grave scandalo che la biodinamica sia stata presa in considerazione da una legge che tiene in considerazione quegli elementi e che non si possa liquidare in modo semplicistico la questione definendo la biodinamica una pratica da stregoni”. Pertanto mi pare una polemica poco sensata, sarebbe come prendersela con le sovvenzioni alle testate giornalistiche o alla Rai che pubblicano gli oroscopi.
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