Francesca Paci per “la Stampa”
PEPPA PIG
Peppa Pig tira un sospiro di sollievo. Il giorno dopo la notizia del potenziale cortocircuito tra il politicamente corretto e la popolare maialina cartoon, la Oxford University Press precisa di non aver rimosso alcun titolo riferito ai suini, ma che essendo un editore presente in 200 Paesi incoraggia «alcuni autori di materiale didattico a considerare con rispetto sensibilità e differenze culturali».
Il problema è che quelle stesse sensibilità e differenze culturali ritenute patrimonio genetico dell’Occidente fino al 6 gennaio scorso paiono ora un campo minato, trincea avanzata dello scontro in corso tra civiltà e inciviltà.
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Come conciliare Voltaire, società meticce e sicurezza? La domanda che la cronaca impone all’Europa, come già all’America post 11 settembre, non fa sconti a nessuno. Perché mentre nei Paesi islamici, dalla Turchia al Marocco, fioccano le prevedibili censure delle nuove vignette di Charlie Hebdo, l’avanzato mondo anglosassone discute di libertà d’espressione (in Gran Bretagna sono ancora formalmente banditi Lord Horror di David Britton e Il manuale anarchico di William Powell) e il ministro dell’Educazione greco mette al bando un testo di storia reo di definire «trasporto» il furto dei marmi del Partenone da parte di Lord Elgin.
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Numeri impressionanti
A leggere i dati dell’ultima Banned Books Week organizzata ogni anno dall’American Library Association (Ala), l’indice dei libri proibiti è tutto fuorché un ricordo del passato. E non solo in Cina, Iran o Arabia Saudita. Dal 1982 oltre 11.300 volumi sono stati portati in tribunale negli States (dove il divieto legale di censurare i libri si confronta con le mille autonomie locali), 307 nel 2013.
L’elenco comprende Harry Potter, che è bandito negli Emirati Arabi ma che per il suo presunto satanismo ha scatenato anche gli evangelici americani (secondo l’Ala è il titolo più «sfidato» del XXI secolo, ben 23 volte in 13 Stati nel 1999). C’è Persepolis di Marjane Satrapi, che oltre al visto d’espulsione dall’Iran (il Libano lo ha da poco riabilitato) vanta quello richiesto dalle scuole dell’Oregon per il linguaggio duro e le torture.
Mark Twain
C’è Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini, inviso ovviamente al suo Afghanistan ma denunciato anche dai genitori del Wisconsin per la violenza. Ci sono Cinquanta sfumature di grigio di E. L. James con i suoi «contenuti pornografici»; Diario assolutamente sincero di un indiano part-time, troppo «osceno e «anti-cristiano» per l’Idaho; The Hunger Games( giudicato anti-etnico e anti-famiglia) e alcuni titoli della Nobel Toni Morrison come L’occhio più azzurro, contestato in Colorado per i riferimenti espliciti a incesto, stupro, pedofilia.
Pericoloso Mark Twain
Negli Usa che tollerano Mein Kampf in nome d’una libertà più forte dei tabù sembrano moltiplicarsi i tabù etnici, culturali, religiosi (i giornali americani hanno rifiutato le vignette più controverse di Charlie Hebdo). Un rapporto della National Coalition Against Censorship denuncia un’impennata dell’attività censoria tra il 2012 e il 2013 (+53%). L’epicentro sono le scuole, anello critico della catena letteraria perché, conferma un’inchiesta dell’Economist, i sussidiari sono i primi libri che i bimbi di tutto il mondo prendono in mano e spesso i soli che prenderanno mai.
MINETTI LEGGE “50 SFUMATURE DI GRIGIO”
Ma il problema riguarda anche carceri tipo quelle texane, dove, denuncia uno studio Onu, nel 2014 sono stati esclusi dalle biblioteche 11.851 titoli e non tutti per motivi ragionevoli come How to Create a New Identity (Come crearsi una nuova identità). Tra gli autori «pericolosi» moralmente o religiosamente risultano Mark Twain, Vonnegut, Alice Walker.
Il rogo dei libri vagheggiato da Bradbury in Fahrenheit 451 è un pio desiderio coltivabile oggi solo dai più anacronisticamente dispotici dei regimi, dove non a caso (vedi Riad) dilaga con Internet il download di qualsiasi pubblicazione. Ma Peppa Pig suggerisce all’Occidente di non abbassare la guardia, affinché l’autocensura non diventi la censura del secolo scorso.
“50 SFUMATURE DI GRIGIO”