1. IL FIGLIO DEL MAGISTRATO PEPINO DENUNCIATO PER FURTO DI LIBRI
Erica Di Blasi per ‘la Repubblica - Torino’
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Daniele Pepino, Il figlio dell'ex magistrato Livio Pepino, è stato denunciato per aver rubato dei libri da un negozio di Oulx. Si tratta in tutto di undici volumi, tra cui due pubblicazioni legate ai No Tav: "Un viaggio che non promettiamo breve" e "Fuori dal tunnel". La merce valeva in tutto 151 euro. Ad accorgersi delle copie che mancavano è stato lo stesso libraio che qualche giorno fa è andato a presentare denuncia ai carabinieri.
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Per arrivare al ladro si sono rivelati fondamentali i filmati delle telecamere di zona e degli impianti di videosorveglianza. Avvicinandosi più volte al bancone è riuscito a nascondere ben undici libri sotto il suo giaccone. Daniele Pepino, 40 anni, è stato identificato grazie alla targa del suo furgone. Nei filmati lo si vedeva anche poco prima in azione all'interno della libreria. I carabinieri di Susa lo hanno quindi denunciato per furto aggravato. Ironia della sorte, il ladro di libri collabora come editor per le edizioni "Tabor".
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2. FIGLIO DEL GIUDICE SI ADDESTRA COL PKK
Da www.lospiffero.it del 3 luglio 2012
Pepino senior, toga rossa, si scaglia contro l'ex collega Caselli e giudica "repressione" l'azione della magistratura torinese contro i No Tav. Il figliolo è sulle montagne del Kurdistan con i guerriglieri
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Il padre è Livio Pepino, giudice a riposo, fondatore di Magistratura Democratica, ultimamente in rotta con Gian Carlo Caselli, compagno di corrente rinnegato per la sua azione di contrasto alle frange violente No Tav. Il figlio, Daniele Pepino, è uno dei militanti più in vista dell’anarco-insurrezionalismo nostrano, sempre in prima fila su ogni fronte di lotta. Entrambi valsusini, residenti a Chiomonte dove possiedono terreni espropriati per la realizzazione del cantiere dell’alta velocità.
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Insomma, ideali e interessi privati li spingono sulle barricate. E se il babbo si è lanciato spada in resta contro il procuratore capo della Repubblica di Torino e ha vergato un pamphlet (scritto a quattro mani con lo storico engagé Marco Revelli) per difendere le ragioni del movimento No Tav, bollando l’iniziativa giudiziaria di Caselli nientemeno come “repressione”, l’erede ha momentaneamente abbandonato il campo di battaglia valsusino per le montagne del Kurdistan, dove ha raggiunto i guerriglieri del Pkk.
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È lo stesso Pepino junior a farlo sapere in una mail indirizzata a Sara Nicoletti, cui è legato sentimentalmente, e ai compagni d’arme: «Cari compagni – scrive il descamisados casalingo - Ho letto con piacere le notizie che Manu ha mandato su Luca... (Abbà, il militante fulminato su un traliccio dell’alta tensione, ndr) Chi può gli mandi direttamente, o tramite lei, un saluto anche da noi e dai compagni di qua, dal Kurdistan. Noi siamo qui, a Dyarbakir, da un paio di giorni.
Domani partiremo per Van, Hakkari, Yuksekova, le montagne insomma, quindi non ci sentiremo per un po’... Per questo son venuto a un internet point finché siamo in città, per vedere se c’erano novità su Luca e mandarvi un saluto. Qui la situazione, come del resto più o meno sapevamo, si è ulteriormente aggravata rispetto al nostro ultimo viaggio, dal punto di vista repressivo, nell’ultimo mese gli arresti sono stati decine... Dall’inizio dell’operazione KCK, cioè negli ultimi due anni e mezzo, hanno arrestato circa 7.000 persone (7.000!!!). (oltre ai circa 8.000 prigionieri del PKK)
Ora i prigionieri hanno incominciato, in centinaia, uno sciopero della fame. Anche da fuori diversi gruppi e associazioni di sostegno ai prigionieri e ai loro familiari, lo stanno facendo da fuori per sostenerli. Stamattina siamo stati a trovarli... Sono decisi a scioperare a oltranza. Sappiamo cosa questo ha significato troppe volte qui in Turchia (troppi/e compagni/e morti/e nelle carceri e fuori...). Quindi la situazione è questa... Il resto ve lo racconteremo poi. Un abbraccio. Forza! Pepi».
La vicenda è al centro dell’attenzione di Stefano Esposito, il parlamentare Pd da sempre schierato a favore della Torino-Lione e, soprattutto, nemico giurato delle frange violente del movimento No Tav.
Livio Pepino
«Premesso che le colpe dei padri non ricadono sui figli e che le scelte dei figli non impegnano i padri – scrive in una nota l’esponente democratico - trovo stupefacente il fatto che mentre l’ex magistrato Livio Pepino è impegnato in un’opera di santificazione del movimento No Tav e di contestazione dell’operato della Procura di Torino e del suo collega Caselli, la cui azione nei confronti di qualche decina di teppisti violenti viene etichettata come “repressione”, Pepino jr, Daniele, uno dei leader storici dell’anarco-insurrezionalismo piemontese, ha abbandonato momentaneamente Chiomonte e le montagne valsusine, per recarsi in Kurdistan, forse per migliorare alla scuola del Pkk lo studio delle tecniche di guerriglia e approfondire il concetto di “guerra civile totale”che gli è particolarmente caro?
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Così, mentre Pepino senior, da sempre un alfiere della non violenza, offre copertura ideologica alle azioni di un gruppo di balordi che assaltano con pietre e bilie di ferro il cantiere e le forze dell’ordine, Pepino junior va a fare esperienza sul campo per affinare le capacità di lotta da poter esportare in Valle di Susa. D’altra parte, sono noti i rapporti tra alcuni centri sociali torinesi e realtà insurrezionali quali Eta, Farc e Pkk. Ora, dopo tante parole contro Caselli e i magistrati torinesi, ci piacerebbe conoscere il giudizio che il magistrato Pepino senior dà delle azioni del figliolo. Neo-partigiano in pectore o aspirante terrorista?».
Gian Carlo Caselli