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    DAL BARCONE ALL'OLIMPICO – L’INCREDIBILE TRAVERSATA DI "IBRA" DARBOE FUGGITO DALL’AFRICA PER INSEGUIRE IL SUO SOGNO. IL DIFENSORE AL TERMINE DEL MATCH CONTRO IL MANCHESTER UNITED HA RACCONTATO IL SUO LUNGO VIAGGIO DAL GAMBIA – CHI E’ NICOLA ZALEWSKI, IL POLACCO DI TIVOLI, CHE HA PROVOCATO L’AUTORETE DI TELLES: "L’ITALIA AVEVA ANCHE PENSATO DI TESSERARLO MA ZALEWSKI HA SCELTO LA POLONIA..."


     
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    Da corrieredellosport.it

     

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    La Roma esce a testa alta dalla semifinale di ritorno di Europa League. La squadra di Paulo Fonseca ha battuto il Manchester United 3-2 grazie alle reti di Dzeko, Cristante e l'autogol di Alex Telles. Non è bastato però per ribaltare il risultato dell'andata (6-2) e approdare alla finale di Danzica. La Roma esce in semifinale, con tanti rimpianti per gli errori dell'Old Trafford e tante occasioni sprecate all'Olimpico. Al termine del match il giovane Darboe è intervenuto ai microfoni delle emittenti televisive.

     

    Cosa hai provato entrando in campo?

    “Cerchiamo sempre di allenarci al massimo quando siamo in Prima Squadra, Fonseca mi ha detto di giocare tranquillo e di fare quello che faccio in allenamento. Ho cercato di aiutare la squadra”.

     

     

    Chi ti sta aiutando in questa fase della tua carriera?

    “Un po’ tutti diciamo, all’inizio c’era De Rossi che mi aiutava tanto, poi anche Kolarov. Adesso sono molto legato con Diawara”.

     

    La tua storia?

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    “Avevo questo sogno fin da piccolo, in Africa è difficile giocare a grandi livelli senza un aiuto. C’era un mio amico fraterno lì in Gambia che mi diceva sempre che sono troppo forte e di parlare con i miei genitori per farmi portare in Europa per arrivare al top. I miei mi hanno dato una mano, non era facile per il visto: non ho avuto scelta, sono fuggito con due amici, un viaggio duro e avventuroso.

     

    In Italia mi hanno raccolto in una casa famiglia, vorrei ringraziarli tanto. Dopo un anno ho conosciuto Miriam Berruti, una talent scout che mi ha cambiato la vita e mi ha reso parte della loro famiglia: ero troppo piccolo, ne avevo bisogno. Vorrei ringraziare tutta la sua famiglia, so che mi stanno guardando.”.

     

    Qual è il tuo punto forte e dove devi migliorare?

    “Devo dare sempre il massimo, dico ai giovani di credere nei loro sogni”.

     

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    CHI È ZALEWSKI

    Chiara Zucchelli per gazzetta.it

     

    Davanti al presidente della sua federazione (Zibì Boniek, è stato anche un idolo di mamma e papà), Nicola Zalewski è stato, insieme a Darboe, uno dei protagonisti dell’ultima notte di Europa League della Roma. Entrato al posto di Pedro, ha provocato l’autorete di Telles (ma lui in porta ha tirato, eccome se ha tirato) e si è regalato una serata magica. Se non fosse stato fermato da un Covid anche piuttosto fastidioso e poi dai mesi complicati della Roma, uno dei talenti più puri della Primavera giallorossa, 19 anni compiuti a gennaio e seguito dagli stessi agenti di Lorenzo Pellegrini, forse avrebbe esordito già prima. E invece, come l’amico e idolo De Rossi (Daniele) si è tolto lo sfizio di giocare in Europa prima ancora che in Serie A. Adesso aspetta un’occasione in campionato, intanto si gode un day after speciale da condividere con gli amici di sempre, la famiglia e la fidanzata Carlotta.

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    Nato a Tivoli da genitori polacchi, inizia a giocare a calcio a Poli, la stessa cittadina del Lazio dove abita ancora. Fa su e giù per andare e tornare da Trigoria, dove fino al diploma dello scorso anno abitava anche, adesso è tornato nelle sue zone, dove tutti lo conoscono (gli abitanti non sono più di 3mila) e tutti fanno il tifo per lui. Centrocampista offensivo, trequartista, all’occorrenza mezzala o esterno d’attacco anche con il piede invertito (è un destro naturale), è nel vivaio giallorosso ormai da quasi 10 anni e in questa stagione in 17 partite ha realizzato 7 reti e 5 assist.

     

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    TRA ITALIA E POLONIA—   L’Italia aveva anche pensato di tesserarlo ma Zalewski ha scelto la Polonia con cui, per ora, è arrivato fino all’Under20. Sogna la Nazionale maggiore, Boniek lo segue e lo consiglia così come la famiglia che quando lo accompagnò al Bernardini la prima volta gli chiese di non trascurare lo studio. E la Roma, in questo, lo ha sempre sostenuto. Suo padre Krzysztof nel 1989 si rifiutò di prestare servizio militare per il regime comunista e decise di trasferirsi in Italia, nella zona dei Monti Prenestini con la moglie Ewa.

     

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    Mai pensava che il figlio sarebbe diventato calciatore professionista e invece grazie allo scout Stefano Palmieri, che lo segnalò a Bruno Conti, tutto è cambiato. Ha un contratto fino al 2024, in Primavera spesso indossa la maglia numero 10 e ieri sera ha ammesso: "Penso di aver dato il massimo". In un quarto d’ora scarso ce l’ha messa tutta, con la speranza di avere presto un’altra occasione. Visti tutti gli infortunati della Roma, non dovrebbe essere così difficile.

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