1. DE PUYFONTAINE ANDÒ PER SUONARE E FINÌ PER ESSERE SUONATO
Dagonews - "Il meglio deve ancora venire": con questa citazione di Frank Sinatra l'ormai ex very powerful executive chairman di Tim (Per mutuare la definizione di Gian Mario Rossignolo) Arnaud de Puyfontaine ha più volte commentato il futuro di Vivendi in Tim.
bollore de puyfontaine
Forse si riferiva all'esito dell'assemblea che gli ha fatto perdere la poltrona? A Rozzano il buon de Puyfontaine, che in Italia non sarà ricordato per grandi successi, si è presentato in prima fila con fare canzonatorio all'assemblea che lo ha accompagnato alla porta: un azionista gli ha addirittura fatto presente che il suo atteggiamento non era consono.
Alla base dell'atteggiamento del nobiluomo una fake news: i soliti male informati avevano infatti garantito a de Puyfontaine che la Cassa Depositi e prestiti si sarebbe astenuta e che quindi Vivendi avrebbe vinto contro Elliott. È andata diversamente, e il very powerful executive chairman 2.0 ha perso il posto.
2. LE SCONFITTE IN TELECOM, MEDIASET E L' AFRICA L' ANNO ORRIBILE DEL FINANZIERE FRANCESE
Leonardo Martinelli per ''La Stampa''
DE PUYFONTAINE BOLLORE
Vincent Bolloré non se l' aspettava quest' ennesimo smacco: perdere il controllo di Telecom Italia, ieri all' assemblea milanese. Ci ha creduto fino in fondo, perché è fatto così, duro e sicuro di sé. O almeno, che la potesse spuntare glielo avevano fatto credere i suoi consiglieri, che hanno mediamente molta paura di lui e della sua suscettibilità: quegli scalpitanti americani di Elliott, l' hedge fund che gli faceva la guerra, alla fine sarebbero stati frenati. No, invece, non è andata così. Non è l' unica sua sconfitta: negli ultimi tempi Vincent ne sta incassando di tutti i colori.
Facciamo un lungo passo indietro. Correva il 1981 e lui, ad appena 29 anni, recuperò per due franchi simbolici l' azienda decotta della famiglia, nella Bretagna profonda. Riconvertì la produzione di cartine per sigarette in quella di pellicole di plastica. Allora aveva l' immagine del «simpatico imprenditore». Poi, da quella base, costruì il suo impero, espandendosi già negli anni Ottanta in Africa, nel settore dei trasporti e della logistica.
vincent bollore
Ma soprattutto «bollorizzando» le imprese che si ritrovavano sul suo cammino: è un neologismo francese che significa conquistare una società da un' insospettabile minoranza. Così si è costruito una reputazione da raider e da «smiling killer», l' altro soprannome che gli affibbiarono a Parigi ai bei tempi (che poi, in realtà, Bolloré è sempre stato un tradizionalista e un cattolico praticante, che non si perde una messa domenicale a Saint-Tropez, durante le vacanze, e non corrisponde proprio al profilo di Gekko del film «Wall Street»).
Il giochino della «bollorizzazione», comunque, ha funzionato così tante volte, anche per la media company Vivendi, nelle sue mani dal 2014, ancora oggi con appena il 20,5% del capitale in mano. Aveva applicato la stessa ricetta in Telecom Italia, controllata al 23,9% da Vivendi. Ma ieri il giochino si è infranto. Ha tentato di «bollorizzare» Mediaset, contando sulla debolezza (temporanea) di Silvio Berlusconi e dei figli, ma pure lì, almeno per il momento, non è andata. Ci ha provato con Ubisoft, colosso francese dei videogiochi, dei fratelli Guillemot, bretoni (e tignosi) come lui.
vincent bollore
Ma in marzo ha dovuto cedere e uscire da quella società.
Certo, ha realizzato una plusvalenza di 2,1 miliardi di euro, ma l' ha presa male. Anche dall' esito dell' assemblea di ieri potrebbe trarre qualche vantaggio: non avendo più il « controllo di fatto » di Telecom Italia, non corre il rischio di dover consolidare il suo pro quota del debito dell' operatore nei conti del suo gruppo.
berlusconi bollore vivendi mediaset
Chi è oggi Bolloré? Ha 66 anni, portati bene, per carità, fisico asciutto e occhi d' acciaio. Ma, come dice qualcuno che lo conosce bene, «è sempre più solo, vive isolato e non c' è più nessuno intorno che riesca a dirgli di no». Al di là dell' apparenza smaccatamente smagliante è anche molto provato, dopo che la scorsa settimana è addirittura finito in stato di fermo per una brutta storia africana.
I giudici del pool anti-corruzione di Parigi sospettano Havas, una controllata del suo impero, di aver aiutato i presidenti della Guinea (Alpha Condé, suo carissimo amico) e del Togo (Faure Gnassingbé) a essere eletti, per poi ottenere da loro le concessioni di preziosi terminal containers. Bolloré è indagato.
BOLLORE HAVAS
E si è fatto 36 ore di fila nei locali della polizia di Nanterre, nella periferia parigina, nelle grinfie di un giudice istruttore come Serge Tournaire, famoso per non guardare in faccia nessuno.
Alla fine del primo giorno tutti si aspettavano che il magnate, almeno per la notte, sarebbe stato rimandato a casa, come Tournaire aveva concesso qualche settimana prima a Nicolas Sarkozy. E invece, neanche quello. Lo stato di fermo in Francia non è una passeggiata, ma un' esperienza durissima, anche fisicamente. L' ennesima prova per Vincent. In una bruttissima annata.
bollore sarkozy MAGGIO SARKOZY E FAMIGLIA DOPO LA VITTORIA TRASCORRONO TRE GIORNI DI VACANZA SULLO YACHT DELLAMICO BOLLORE