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    DEI DIRITTI E DI LE PEN - MARINE NON È MAI STATA TANTO VICINA ALL’ELISEO: SI È DATA UNA PATINA MODERATA, MA SE DIVENTASSE PRESIDENTE HA INTENZIONE DI CAMBIARE LA COSTITUZIONE A COLPI DI REFERENDUM PER RINEGOZIARE I TRATTATI EUROPEI E STABILIRE IL PRINCIPIO DELLA “PREFERENZA NAZIONALE” - HA PROMESSO DI ABOLIRE LO IUS SOLI E ANNUNCIA CHE BANDIRÀ IL VELO DAI LUOGHI PUBBLICI. MA IN QUESTA FASE, A PREOCCUPARE LE CANCELLERIE EUROPEE SONO PIÙ I SUOI LEGAMI CON PUTIN: NON SOLO I RAPPORTI CORDIALI, MA ANCHE I FINANZIAMENTI RICEVUTI DA MOSCA…


     
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    Gaia Cesare per “il Giornale”

     

    marine le pen al voto marine le pen al voto

    Cambiare la Costituzione francese a colpi di referendum, per stabilire innanzitutto il principio della «preferenza nazionale»: prima i francesi. E con l'obiettivo di «intraprendere una rinegoziazione di numerosi testi di diritto derivato, compresi i trattati» internazionali, cioè quelli con l'Unione europea.

     

    Marine Le Pen, 53 anni, alla sua terza corsa per l'Eliseo mai così vicina come stavolta al traguardo - non è più il diavolo per i francesi, non chiede più l'uscita dall'Ue e dall'euro, non attacca più frontalmente i musulmani ma l'islamismo, eppure il suo programma, è tanto radicale da poter cambiare il volto della Quinta Repubblica e ribaltare il ruolo della Francia in Europa.

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    Come De Gaulle nel '62, la leader del Rassemblement National vuole usare l'articolo 11 della Costituzione francese, che prevede sia sottoposto a referendum «qualsiasi progetto di legge sull'organizzazione dei poteri pubblici, su riforme relative alla politica economica, sociale o ambientale della nazione».

     

    Allora De Gaulle se ne servì per introdurre l'elezione del presidente della Repubblica a suffragio universale. Marine intende sfruttarlo per attuare, come promesso, la prima misura del suo mandato: sottoporre a referendum un progetto di legge, già redatto, su «immigrazione e identità».

    LE PEN PUTIN LE PEN PUTIN

     

    L'idea è di svuotare una parte del preambolo della Costituzione del '46 e modificare almeno sei articoli di quella del '58. Un colpo di mano costituzionale, attaccano molti esperti di diritto, inorriditi. Ma la strategia di Marine è oltrepassare i controlli della Corte Costituzionale, che «non può esaminare una legge adottata per referendum». La norma sarebbe dunque «interamente applicabile, senza restrizioni». E l'eurodeputato Jean-Paul Garraud, possibile futuro ministro della Giustizia in una presidenza Le Pen, chiude la vicenda in stile lepeniano: «Se il popolo lo vuole, si fa».

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    Il costituzionalista Dominique Rousseau lo chiama «colpo di Stato». Ma è la strada con cui Marine Le Pen vuole attuare la «priorità nazionale», cardine sui cui ruota tutta la sua politica, e con la quale la leader dell'ultra-destra vuole marcare la differenza tra cittadini francesi e stranieri, dando accesso privilegiato ai primi in ambito di diritti su lavoro, casa, ospedali e prestazioni sociali.

     

    Anche per questo promette di abolire lo ius soli e considerare «straniero» anche chi è nato in Francia da genitori «stranieri», seppur nati a loro volta in Francia. E vuole diminuire del 75% i ricongiungimenti familiari. Prima i francesi, poi gli «stranieri», anche se in Francia da generazioni. Per Le Monde si tratta di un attacco al cuore della Repubblica e al principio di «égalité» sancito dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789 e dalla Costituzione.

    Ma Marine è rimasta radicale, pur essendosi liberata dei toni razzisti. Attacca l'islamismo ma annuncia che il velo, «uniforme totalitaria», sarà bandito dai luoghi pubblici, a differenza della kippa.

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    Quanto all'Ue, dopo aver fatto sparire i volantini con Putin e aver contratto un prestito con una banca ungherese vicina a Orban, ora dice niente più Frexit, ma difesa della priorità del diritto nazionale su quello europeo, modello Polonia, oltre che uscita dal comando integrato Nato.

     

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    Promette «controlli nazionali alle frontiere» sulle merci, mettendo in discussione la libera circolazione. E per controllare l'immigrazione vuole rinegoziare gli accordi di Schengen, con procedure semplificate solo per i cittadini europei. Promesse irrealizzabili senza entrare in scontro diretto con l'Ue o violando i Trattati, su cui vuole rimettere le mani. Per facilitare i respingimenti, Marine vuole uscire dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, da cui l'Europa ricava i suoi diritti civili e politici. Una Frexit di fatto. Dolori per Bruxelles.

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