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    DON EURO: UN PRETE, UNA FOGNA - IN CONFESSIONALE CHIEDEVA CENTINAIA DI EURO IN CAMBIO DI ASSOLUZIONI, MINACCIAVA LE SUORE: ‘DAMMI I SOLDI O VAI ALL’INFERNO’ E USAVA UN PARROCO-AMANTE ('AGGANCIATO' IN SEMINARIO QUANDO ERA MINORENNE) PER RICICLARE IL DENARO VERSATO DAI FEDELI PER OPERE DI BENE MA DESTINATO AL PAGAMENTO DI PUTTANI, COCA E VIAGGI DI LUSSO


     
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    1. DON EURO, IL DOSSIER DEI VELENI

    Libero Red Dolce per http://iltirreno.gelocal.it/massa/

     

    francesco mangiacapra francesco mangiacapra

    «Don Morini ha avuto un rapporto con una persona per nove anni. Mi disse anche come si chiamava: Emiliano. Da lì feci alcune ricerche e suggerì alla curia di fare delle indagini interne». Parla Francesco Mangiacapra, uno dei, se non il grande accusatore di don Luca Morini. E si riferisce a una mail che nel maggio 2015 spedì alle caselle e-mail del vescovo Giovanni Santucci e del vicario don Lucio Filippi. Dentro la mail alcuni link.

     

    Bisogna fare un passo indietro. Nel periodo durante il quale don Morini frequenta Mangiacapra, non ammette mai di essere un prete, ma racconta di essere un giudice. Ma infarcisce i suoi racconti di altri aneddoti e ricordi sulla sua vita. Tra questi, spiega Mangiacapra, proprio il nome di questa persona. Quando, qualche tempo dopo, il giovane scopre che Morini è in realtà un prete il sospetto si acuisce. Quel nome gli ritorna alla mente e prova a fare delle ricerche su Google. “Emiliano + don Luca Morini”. Risultato: due articoli de Il Tirreno.

    don luigi morini sniffa cocaina don luigi morini sniffa cocaina

     

    Uno datato settembre 2003, l’altro giugno 2004. Dentro c’è la breve e significativa parabola da parroco di don Emiliano Colombi, il terzo indagato, insieme al vescovo e a don Morini. Negli articoli il nesso tra i due è evidente, si parla di Morini come “guida spirituale” di Colombi. E Mangiacapra decide di aggiungerli al testo inviato in curia. Nel primo pezzo online si racconta della prima messa di don Emiliano. Dopo nove anni di formazione, gli ultimi sei trascorsi in seminario, don Emiliano decide di diventare prete. Viene da Bedizzano e, si racconta nell’articolo, è proprio l’incontro con don Luca ad avvicinarlo alla vita di chiesa.

     

    don luigi morini bacia un escort don luigi morini bacia un escort

    Lasciamo che sia quest’ultimo a raccontare così come riportato dall’articolo: «Era un ragazzo come tanti altri, neanche troppo vicino alla sfera religiosa. Poi il vivere la messa con maggiore intensità, così come la partecipazione ad incontri spirituali, hanno fatto nascere la vocazione che lo ha portato a donare a Dio la propria vita con una serenità consapevole».

     

    Sempre stando all’articolo, il percorso di avvicinamento spirituale inizia nel ’94 alla messa di Avenza. Si conoscono dunque che Colombi è ancora minorenne. Il secondo articolo, posteriore di meno di un anno, racconta invece della crisi vocazionale di Colombi. Che chiede la sospensione di un anno dagli incarichi, perché «incompatibili con la sua fede interiore».

    don euro sniffa cocaina don euro sniffa cocaina

     

    Quando Colombi spiega dei suoi motivi della rinuncia alla tonaca ai vertici, chiarisce anche l’influsso negativo che per lui ha avuto la figura di don Morini. Dunque prima dello scoppio del caso sia Mangiacapra, che molto prima Colombi, fanno presente alla curia che qualcosa non va. E l’escort suggerisce ai vertici religiosi di controllare se magari quei legami fossero reali. Quando i due nomi ricompaiono insieme alla chiusura delle indagini del 2017 Mangiacapra salta dalla sedia.

     

    don euro don luca morini don euro don luca morini

    «Eppure io avevo segnalato che qualcosa non andava», spiega. Colombi negli scorsi giorni si è dichiarato sorpreso di essere finito nelle indagini. E ha spiegato di aver trovato strano l’essere associato al parroco, perché «sembra che io sia stato quasi loro complice mentre, come ho affermato in tutti gli interrogatori, io ero all’oscuro di tutte le truffe fatte da Morini».

     

    E da persone a lui vicine a Carrara sono arrivati attestati di vicinanza e affetto. Ma del possibile legame tra i due, secondo la ricostruzione di Mangiacapra, la curia è al corrente dal 2015.

     

    E s’immagina che anche su questo stia indagando il tribunale ecclesiastico di Pisa che ha aperto un’indagine sul caso don Morini. Sulla quale però rimane totale il riserbo. Forse sarebbe ora di dar conto di quanto scoperto, come molte voci dal basso nella comunità di fedeli chiedono da tempo.

    don euro al centro benessere don euro al centro benessere

     

     

    2. DON EURO, RICHIESTE DI SOLDI DURANTE LA CONFESSIONE - MICROSPIE NELLA TONACA E IN CHIESA

    Dall’articolo di Alessandra Vivoli per http://iltirreno.gelocal.it/

     

    Non erano Ave Maria. E nemmeno Padre Nostro. Con don Luca Morini, per essere assolti servivano dei gran soldi. Denaro contante che il parroco 56enne finito al centro dell’indagine della Procura, chiedeva per la remissione dei peccati. Durante quello che, per tutti i cattolici, è uno dei sacramenti più introspettivi e delicati, quello della confessione.

     

    Le richieste di don Morini sono finite, insieme a centinaia di intercettazioni, nei faldoni della Procura, in quelle 5.900 pagine che costituiscono il corpo centrale di un’indagine che ha coinvolto anche il vescovo Giovanni Santucci - sotto accusa per estorsione e frode - e l’ex sacerdote Emiliano Colombi, che deve difendersi dall’ipotesi accusatoria di ricettazione.

    don luca morini con i suoi maschioni don luca morini con i suoi maschioni

     

    Le cimici nella tonaca e le richieste di soldi in confessione. Il parroco di Avenza (prima), di Fossone e di Caniparola (poi), era da tempo “monitorato”: aveva le cimici anche nella tonaca, anche dentro la chiesa e in canonica. Luoghi sacri, di culto, che ormai lui da tempo utilizzava come bancomat.

     

    «Ho due persone in difficoltà, mi servirebbero 400 euro»: è questa una delle frasi incriminate che don Luca avrebbe pronunciato al termine di una confessione, al parrocchiano che, incredulo, si è sentito dare un prezzo all’assoluzione. (…)

     

     

     

    3. DON EURO: "DAMMI I SOLDI O VAI ALL'INFERNO", LE MINACCE DEL SACERDOTE ALLE SUORE

    Guido Baccicalupi e Alfredo Marchetti per www.lanazione.it

     

    don luca morini don luca morini

    "Dammi i soldi o andrete all’inferno". Don Luca Morini avrebbe minacciato così le suore della casa Facis: niente denaro, niente messa per vedersi aprire le porte del Paradiso. Si parla di truffa, estorsione, cessione di droga, millantato credito e appropriazione indebita nelle pagine che mettono nei guai anche il vescovo Giovanni Santucci, accusato di reati più lievi.

     

     

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    I principali reati di natura patrimoniale che vengono contestati a Morini, per tutti don Euro, nel fascicolo chiuso lo scorso luglio dal sostituto procuratore Alessandra Conforti, e che aveva portato al sequestro di un conto di svariate decine di migliaia di euro e altri 115mila euro di diamanti, che per procura e nucleo investigativo dei carabinieri sono il frutto delle truffe che il parroco ha fatto ai fedeli a cui chiedeva un supporto economico.

     

    Da quanto emerge dalle carte dell’avviso di conclusione indagini c’è anche un terzo indagato, Emiliano Colombi, ex parroco di Avenza, accusato di aver versato sul suo conto personale il denaro che don Euro consegnava, trattenendo per sé ogni volta 300 euro per poi rigirare gli assegni su conto dello stesso don Morini.

     

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    Ques’ultimo avrebbe estorto denaro, un assegno di 416 euro a suor Maria Ausilia Favilla, direttrice dell’istituto religioso «Figlie di nostra signora», albergo Casa Faci, estorto denaro e si era spacciato per magistrato. Avrebbe truffato anche i big del marmo. Soldi che, nel caso della cooperativa cavatori, il sacerdote chiedeva a favore dei poveri della parrocchia e che invece si sarebbe intascato: circa 9mila euro. Sarebbero stati truffati anche la cooperativa Gioia, per 7.450 euro, e la Sam per 6.900 euro.

     

    Truffa anche a un’assicurazione: agendo in concorso con il vescovo il parroco avrebbe tratto in inganno il medico di base Marco Piolanti per ottenere «fraudolentemente il riconoscimento del vitalizio per assistenza domiciliare, così come previsto nell’apposita polizza assicurativa a copertura dei religiosi». E don Euro avrebbe anche truffato il vescovo facendogli credere di aver bisogno di cure in un albergo di cappuccini a Gubbio, ma non era vero, sempre secondo l’impianto accusatorio.

     

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    Si parla anche di appropriazione indebita, 2mila euro, donati da una donna in contanti da dare a Sant’Antonio da Padova, che poi si sarebbe intascato. Avrebbe poi ceduto della droga a degli escort e, per riciclare denaro, acquistato una casa a 300mila euro e rivenduta a 5mila euro in più. Anche il millantato credito: si saebbe spacciato per magistrato e filantropo.

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