Anna Guaita per “il Messaggero”
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Quella di ieri negli Usa è stata una giornata convulsa, che si è aperta con uno scontro fra l'Amministrazione e la Procura di New York, ed è proseguita con il via libera di un giudice alla pubblicazione del libro denuncia di John Bolton su Trump, con la rivelazione di altri casi di violenza contro i neri e con nuove manifestazioni di protesta, e si è conclusa con il comizio del presidente in Oklahoma per il rilancio della sua campagna elettorale.
donald trump geoffrey berman bill barr
I FUNZIONARI
La questione della procura distrettuale di Manhattan sembra rientrare nella pratica tipica di Donald Trump di disfarsi di funzionari che non si siano dimostrati fedeli. Trump avrebbe voluto le dimissioni del procuratore federale di Manhattan, Geoffrey Berman. Ma questi ha reagito con una fredda dichiarazione: «Non mi sono dimesso, e non ho intenzione di dimettermi».
donald trump
Anzi, si è anche presentato al lavoro. Poche ore dopo, il ministro della Giustizia ha a sua volta risposto annunciando che Trump aveva deciso per il licenziamento in tronco: «Lei ha scelto di fare uno spettacolo pubblico, invece di servire il pubblico» ha commentato William Barr. Berman, ex collaboratore di Trump, era stato nominato a New York proprio dal presidente. In questi due anni Berman si era però rivelato uomo super partes, e aveva ottenuto la stima degli stessi colleghi che lo avevano accolto con diffidenza.
Al suo attivo ci sono inchieste di peso come quella sul pedofilo Jeffrey Epstein, e alcune che sfiorano la persona di Trump, quella sul suo ex avvocato Michael Cohen e quelle, ancora in corso, sul suo attuale avvocato Rudy Giuliani, sulle sue tasse e sui suoi rapporti con la Deutsche Bank.
william barr
Non si può parlare di uno scontro istituzionale, in quanto i procuratori sono parte dell'Esecutivo e non del Giudiziario, e quindi dipendono direttamente dal presidente, ma certo lo scontro con Berman è di eccezionale gravità, tanto che la Commissione Giustizia della Camera lo ha convocato per una testimonianza, nel sospetto che il procuratore si stesse avvicinando a verità scomode per il presidente.
jeffrey epstein
Di verità scomode comunque ne stanno per arrivare molte in pubblico fra due giorni, quando il libro dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton sarà in libreria. «The room where it happened - ha constatato il giudice rigettando il ricorso della Casa Bianca - mette a repentaglio la sicurezza degli Usa. Ma come si dice in Texas: il cavallo è già uscito dalla stalla».
Il volume, che rivela quella che Bolton definisce «la totale inettitudine» del presidente, nonché il suo unico interesse a farsi rieleggere, infatti è già stato stampato in 200 mila copie e consegnato ai media per le recensioni. Nella speranza proprio di farsi rieleggere, nonostante i sondaggi lo diano al momento distanziato di oltre dieci punti dal rivale democratico Joe Biden,
rudy giuliani
Trump ha tenuto ieri sera un grande comizio a Tulsa, nell'Oklahoma, dove 19 mila persone venivano ammesse in un palazzo dello sport senza l'obbligo di indossare una maschera e di rispettare la distanza fisica. Nonostante ben sei membri della squadra presidenziale che ha preparato il comizio siano risultati ieri positivi al test del covid. A Seattle un uomo di colore è stato ucciso da una guardia privata durante una manifestazione anti razzista.
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