Flaminia Savelli per “il Messaggero”
PESTE SUINA ROMA 4
Subito, già da oggi, la mappatura sui cinghiali infetti e delle zone rosse da delimitare: gli esperti non hanno tempo da perdere per tracciare la Peste suina africana, Psa, che infetta suini e cinghiali e che è arrivata anche a Roma. L'allarme è scattato dopo il primo caso confermato ieri in un esemplare di cinghiale morto nella riserva dell'Insugherata, tra la via Trionfale e la via Cassia.
Le ricerche ora si allargheranno, l'unità di crisi si riunirà per stabilire le linee da seguire: «Non c'è alcun pericolo per l'uomo, la peste suina non si trasmette dalla specie animale a quella umana ma solo tra suini» precisa Angelo Ferrari, nominato lo scorso febbraio commissario per la gestione per l'emergenza della Psa con compiti di coordinamento e monitoraggio.
PESTE SUINA ROMA
Il contagio tra gli esemplari continua infatti ad allargarsi: in Piemonte e in Liguria (le zone finora colpite sono nelle province di Alessandria e Genova) 113 animali sono deceduti a causa della Peste suina africana. Una malattia che nel 98% dei casi è letale. «Una volta contagiati - spiega il commissario Ferrari - hanno scarse possibilità di sopravvivere, si tratta di una malattia molto aggressiva». Sono stati gli operatori della Asl Roma 1 a notare la carcassa dell'esemplare su cui sono stati eseguiti gli accertamenti. Quindi la conferma e la spia rossa accesa anche per la Regione Lazio.
IL CASO ZERO Il caso di Peste suina africana è stato infatti subito segnalato all'Istituto zooprofilattico del Lazio e confermato da quello di Umbria e Marche, centro di riferimento nazionale su questa malattia. Sono state poi avviate le procedure di notifica europea. Ieri, inoltre, c'è stata una prima riunione tra esperti che lavorano sulla Psa, che si riunisce periodicamente per analizzare i casi, come quelli verificatisi in Piemonte e in Liguria ed è stato attivato il monitoraggio sulla zona per delimitare i confini dell'area interessata.
Peste suina a Roma
«Il primo obiettivo è risalire al caso zero e attivare tutte le misure di tracciamento per accertare quanto la malattia sia già diffusa - prosegue il commissario Ferrari - e poi avvieremo tutta la procedura per risalire alle cause. Un compito arduo» ammette il commissario. Una delle ipotesi, è che il contagio del cinghiale sia avvenuto attraverso il cibo, nello specifico da scarti alimentari trovati nell'immondizia. Una questione spinosa quella dei suidi con le incursioni dei branchi in città in costante aumento. L'ultimo incontro ravvicinato è della scorsa domenica quando una donna, Marta Santangelo, è stata aggredita mentre stava gettando la spazzatura. Un'aggressione avvenuta nel quartiere della Balduina, a Roma nord dunque e quindi nella stessa area che gli esperti analizzeranno nelle prossime settimane.
Peste suina a Roma 3
L'IPOTESI Il timore è che tra gli esemplari che popolano il parco dell'Insugherata sia scoppiato un focolaio. Con il sospetto che sia siano contagiati mangiando cibo contaminato tra gli scarti. Come è accaduto lo scorso anno in Belgio. Dopo le indagini epidemiologiche, gli esperti accertarono che i cinghiali si erano nutriti lungo un'autostrada di avanzi di cibo dei soldati della Nato di rientro dalla Polonia dove, dal 2014, era stata accertata l'avanzata della peste suina. Tra gli obiettivi degli studiosi ora, c'è anche quello di risalire all'origine della letale malattia.
PESTE SUINA