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    IL METODO DRAGHI - SUPERMARIO HA LASCIATO AI MINISTRI L'ILLUSTRAZIONE DEL DPCM IN CONFERENZA STAMPA, PER "FARE SQUADRA". MA E' L'UNICO SPAZIO CHE AVRANNO: COME DAGOANTICIPATO, LA LINEA DI COMANDO E' DRAGHI-GAROFOLI-GABRIELLI - IL RECOVERY PLAN LO SCRIVERA' SUPERMARIO CON IL MINISTRO DELL'ECONOMIA DANIELE FRANCO - IERI E' STATO CONVOCATO IL DG DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE, ERNESTO MARIA RUFFINI...


     
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    Tommaso Ciriaco e Roberto Mania per "la Repubblica"

     

    Il Draghi politico non è esattamente lo stesso del Draghi tecnocrate e banchiere centrale. Stesso metodo, sì, ma tempi diversi per le decisioni. E quelli da premier sono diventati molto più rapidi, non solo per la situazione di emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo.

     

    roberto garofoli roberto garofoli

    Dall'Eurotower di Francoforte, sede della Banca centrale europea, Draghi sceglieva quando sapeva di avere un consenso così largo da ridurre gli spazi di manovra dei suoi oppositori; da Palazzo Chigi, da dove guida la politica italiana, Draghi decide bruciando i tempi - coinvolgendo solo i suoi più stretti collaboratori, a cominciare dal sottosegretario Roberto Garofoli - e sfruttando la mancanza di opposizione.

     

    ROBERTO SPERANZA E MARIASTELLA GELMINI ROBERTO SPERANZA E MARIASTELLA GELMINI

    Sfidando anche i malumori. Che sono emersi pure ieri nella maggioranza, dopo che il premier ha affidato ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Affari regionali) l'illustrazione del primo Dpcm.

     

    Un decreto che, come si intuisce fin dall'acronimo, è proprio del presidente del Consiglio. A dire il vero, l'ex banchiere centrale ha valutato se intervenire. Ma alla fine ha preferito puntare su un evento simbolico, anche per motivare il Paese di fronte alle prossime sfide nella battaglia al Covid (tra le ipotesi, che non trovano conferma ufficiale, una visita in un ospedale simbolo oppure in un'azienda innovativa, come ad esempio quelle che operano nel distretto biomedicale di Mirandola, nel modenese).

     

    MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

    Intende comunque «parlare al Paese», nei prossimi giorni. E anche la portavoce Paola Ansuini, spiegando la filosofia della presenza dei ministri davanti alla stampa - «rappresenta lo spirito di squadra con cui il presidente del Consiglio e il governo operano» - ha confermato quanto trapelato su un imminente intervento del capo dell'esecutivo: «Per quanto riguarda la presenza di Draghi in occasioni pubbliche, stiamo studiando un'agenda che soddisferà le vostre legittime domande e ho fiducia che presto ci saranno comunicazioni su questo punto».

     

    daniele franco g20 daniele franco g20

    Ma torniamo al metodo Draghi. Dalla linea di comando principale ha sostanzialmente escluso i partiti che lo sostengono. Le decisioni economiche passano lungo l'asse Palazzo Chigi-Ministero dell'Economia, dove siede il tecnico Daniele Franco, ex direttore generale della Banca d'Italia. Così il nuovo Recovery Plan lo scriveranno insieme entro la fine di aprile. Ieri è stato convocato a Palazzo Chigi il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

     

    ERNESTO MARIA RUFFINI ERNESTO MARIA RUFFINI

    È facile pensare che il prossimo decreto per il sostegno alle imprese e per il quale è già stato autorizzato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro, sarà definito tra il premier e il responsabile dell'Economia, con poco spazio per le bandiere dei partiti.

     

    Nella gestione logistica dell'emergenza sanitaria ha rafforzato la componente tecnica con la nomina di Fabrizio Curcio al vertice della Protezione civile e, soprattutto, mettendo al posto del commissario straordinario per il Covid Domenico Arcuri, manager dalle antiche e feconde frequentazioni politiche, il generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante della logistica dell'esercito. Due scelte senza coinvolgere i partiti.

     

    MARIO DRAGHI - CONSIGLIO EUROPEO IN VIDEO CONFERENZA MARIO DRAGHI - CONSIGLIO EUROPEO IN VIDEO CONFERENZA

    Quando nel luglio del 2012, invece, pronunciò a Londra il famoso "whatever it takes" salvando l'euro, Mario Draghi sapeva di avere dalla sua la cancelliera Angela Merkel e che dunque "il nemico" Jens Weidmann, capo della Bundesbank, era rimasto disarmato. Fece, allora, un passo dopo l'altro scegliendo il momento più opportuno per calare l'asso. Ma tutto era stato accuratamente (e politicamente) preparato prima con un intenso negoziato multilaterale all'interno del Consiglio della banca centrale. Il Draghi politico non cerca (per ora) il consenso preventivo pur muovendosi con lo stesso pragmatismo.

     

    franco gabrielli fabrizio curcio franco gabrielli fabrizio curcio

    Adotta il metodo con cui ha lavorato al Tesoro, alla Banca d'Italia e, infine, alla Bce. Punta a snellire ed accelerare le procedure (riunioni brevi e ristrette), a tagliare i rituali e a delegare, una volta individuato e condiviso l'obiettivo. Tutto questo, tuttavia, in politica si trasforma in discontinuità. Ed è inevitabilmente destinato a generare tensioni tra gli azionisti di maggioranza.

     

    ROBERTO CINGOLANI ROBERTO CINGOLANI

    Nel Consiglio europeo della scorsa settimana l'Italia ha rotto il tabù del vaccino monodose. Ora l'obiettivo è vaccinare nei tempi più rapidi possibili il maggior numero di persone. Le nomine di Curcio e Figliuolo sono coerenti con questa logica.

     

    giancarlo giorgetti giancarlo giorgetti

    Discontinuità anche sul fronte dell'organizzazione ministeriale: sono state spostate competenze, e personale, dal ministero dello Sviluppo economico (guidato da Giancarlo Giorgetti) ai neonati dicasteri per la Transizione digitale e per quella ecologica dei tecnici Vittorio Colao e Roberto Cingolani.

     

    Qualche malumore ma l'operazione è passata. Che poi i due nuovi ministeri riusciranno a operare subito con efficienza lo si vedrà. E si vedrà se il rilancio dell'"l'autonomia strategica" europea porterà a una nuova leadership costruita lungo la traiettoria Roma-Parigi.

     

    Campagna vaccinale e stesura del nuovo Recovery Plan sono le due partite principali in cui si giocherà la discontinuità ma intanto c'è - ancora - la crisi dell'Alitalia: se ripartirà senza altri aiuti pubblici (nei decenni ne sono arrivati fino a dieci miliardi) sarà un segnale.

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