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    JUST SPOSITO? – DOPO IL FALLIMENTO DELLA TRATTATIVA CON I RUSSI DI VTB, ROBERTO CAVALLI PROVA A VENDERE IL MARCHIO AL FONDO CLESSIDRA DI CLAUDIO SPOSITO


     
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    Carlo Di Foggia per “il Fatto Quotidiano

     

    flavio briatore ritwitta roberto cavalli flavio briatore ritwitta roberto cavalli

    Nell’eterna saga della cessione della maison Cavalli, l’ultima nota è un ritorno di fiamma: niente russi, potrebbe essere il fondo Clessidra dell'ex numero uno di Fininvest, Claudio Sposito, a prendersi il marchio fondato 40 anni fa da Roberto Cavalli. Nonostante la conferma ufficiale, il condizionale è d’obbligo: la stessa operazione era data per fatta già nel 2009, salvo saltare all’ultimo. In mezzo decine di trattative, tutte fallite a un passo dalla chiusura.

     

    L’ultima, quella coi russi di Vtb Capital è naufragata poche settimane fa: troppa distanza tra i 450-500 milioni offerti, e la richiesta dello stilista fiorentino, affezionato alla sua creatura al punto – stando ai rumors – da chiederne 800. Cifre imponenti per un'azienda – 201 milioni di fatturato (e utili quasi a zero) – in crescita, ma che negli ultimi anni ha attraversato diverse turbolenze.

     

    briatore twitta la foto di roberto cavalli con l erezione briatore twitta la foto di roberto cavalli con l erezione

    Stando alle indiscrezioni, il “banchiere d’affari di Silvio Berlusconi” – etichetta appiccicata all’epoca in cui, a capo di Morgan Stanley in Italia, portò in Borsa Mediaset (per poi approdare nella holding dell'ex Cavaliere) – potrebbe acquistare fino al 90 per cento del marchio, con un ricambio al vertice: il vice presidente di Clessidra, Francesco Trapani alla presidenza del gruppo Cavalli, dove il patron resterebbe con un ruolo operativo, come ha sempre preteso.

       

    DA MESI NELL'AMBIENTE finanziario si parlava del crescente interesse dei fondi di private equity per il gruppo di moda, da oltre un quinquennio alla ricerca di un acquirente. L’ultimo è stato il fondo Permira, anch'esso ritiratosi per le pretese eccessive dello stilista. Difficile capire se stavolta ci siamo, finora tutte le valutazioni si sono fermate a 500 milioni. Il marchio di moda ha chiuso un 2013 con un fatturato consolidato in crescita di oltre il nove per cento, ma ha debiti per 51 milioni verso le banche (40 verso il suo stesso fondatore).

     

    CLAUDIO SPOSITO CLAUDIO SPOSITO

    La Cavalli spa ha anche dovuto attingere alla riserva straordinaria per coprire la perdita di 10,3 milioni di euro che si è aperta nei conti civilistici, cioè quelli riferiti alla sola capogruppo, peggiori del “rosso” di 9,3 milioni dello scorso anno. Considerando tutto il gruppo, l’utile si è fermato a 100 mila euro. Stando al bilancio, il passivo è dovuto a una serie di svalutazioni (circa 8 milioni) dell’area asiatica (Roberto Cavalli Japan; Asia e China).

     

    Il restante è dovuto a “contenziosi in corso”: 1,6 milioni di euro, mentre 2 milioni sono stati accantonati per una controversia legale sul marchio Just Cavalli, strascico del crac della molisana Ittiere di Tonino Perna, che ne aveva la licenza (250 milioni). “Ci ha messo in ginocchio, e rovinato gli ultimi dieci anni del mio lavoro”, spiegò nel 2009 lo stilista. A gennaio scorso, Gianluca Brozzetti e Carlo Di Biagio, i due manager che avevano “rimesso in forma” l’azienda si sono dimessi, lasciando la guida al Patron.

       

    Grande fan di Matteo Renzi, Cavalli si fa notare spesso per i suoi curiosi endorsement: “Quando Renzi andò da Briatore gli mandai un sms. Ero meravigliato. Io non sopporto chi scherza con le tasse. Si figuri che quando vedo le Ferrari parcheggiate in giro mando le targhe ai finanzieri”, spiegò al Fatto nel settembre 2013.

     

    matteo renzi al quirinale matteo renzi al quirinale

    Seguì scontro su Twitter, e residui del passato riaffiorarono. Come quello che vide la figlia Cristiana patteggiare nel 2010 a Firenze una pena a 10 mesi di reclusione – con sospensione condizionale – per un reato legato all’evasione fiscale: l’accusa era omessa dichiarazione dei redditi riferita alla Iga Finance Bv, una società “estero vestita” con sede in Olanda ma in realtà operante in Italia. L’attenzione della finanza sul gruppo era arrivata nel 2009, con alcune ispezioni che avevano trovato un imponibile sottratto a tassazione (anche Iva) fino al 2005. Cavalli aveva già subito una prima verifica fiscale, poi chiusa “pagando una sanzione di 250 mila euro”, scrisse il Corriere Fiorentino.

       

     

    LA IGA FINANCE è uno dei due bracci, insieme alla Roberto Cavalli Holding, della maison di moda. Nell’estate dello stesso anno le due società, entrambe con sede fiscale in Olanda, dove la tassazione sulle royalties è un terzo di quella italiana (e decine di società parcheggiano le capogruppo), vennero spostate in Italia e incorporate nella Erreci, guidata da Cristiana Cavalli ma controllata dalla Euroimmobiliare, la fiduciaria del Credito Emiliano. Una schermatura della proprietà, stando alle visure consultate dal Fatto. “Da oltre un anno e mezzo, però, il controllo è tornato direttamente nelle mani del Patron”, chiariscono dalla società”.

     

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