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    GUERRA TOTALE – DAL TESORO A PALAZZO CHIGI, CRESCE L’INSOFFERENZA DEI RENZI-BOYS PER LO STRABORDANTE POTERE DI ANDREA GUERRA – SULLE BANCHE POPOLARI E SULLA BANDA LARGA, L’EX AD DI LUXOTTICA VUOL FARE TUTTO DA SOLO


     
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    Guerra a Guerra (Andrea). Se ne parla con circospezione, sapendo che il Capo (Matteino il fiorentino) diventa una bestia se sente qualcuno lamentarsi, ma ormai è straripante la rivolta contro Andrea Guerra, passato senza soluzione di continuità da amministratore delegato di Luxottica ad amministratore unico di Palazzo Chigi. Persino la vigilessa-zarina Antonella Manzione gli è subordinata.

     

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    Se ne lamentano fratel Delrio (che dietro l’aria da fraticello cela un carattere da incazzoso), il terreo Pier Carlo Padoan (e con lui tutto il Tesoro) e la pattuglia di ministri Ncd capeggiati da Angelino Alfano, cui il furbetto Renzie ha detto a brutto muso che non devono occuparsi del decreto sulle banche popolari perché l’ha messo nelle mani del suo plenipotenziario.

     

    Tutti hanno tentato di parlare con l’uomo cacciato dal Del Vecchio, ma lui li ha mandati a stendere. “Abbiamo degli emendamenti che non cambiano il senso dell’intervento del governo ma soddisfano alcune esigenze ragionevoli delle banche quotate, e abbassano la tensione che si è creata”, gli è stato detto dal Tesoro. Risposta del Guerra(fondaio): “Non li guardo nemmeno, non apro alcuna trattativa”. Mancava solo che dicesse “non mi rompete più i coglioni”, ma ci è andato vicino.

    andrea guerra andrea guerra

     

    Stessa sorte è toccata a Raffaele Tiscar, il vicesegretario generale di Palazzo Chigi che Renzi in persona ha chiamato da Milano (dove ha lungamente lavorato in Regione Lombardia a fianco di Formigoni) per coordinare la baracca e il cui lavoro per la seconda volta è stato clamorosamente svilito. Il primo caso scoppiò sulla legge di Stabilità, e in quella circostanza a buttare le carte scritte da lui nel cestino fu la vigilessa fiorentina. Ora, dopo aver redatto per conto del governo il piano per la banda larga, è stato messo all’angolo dall’intervento bellicoso del solito Guerra. Tiscar è andato su tutte le furie e ora minaccia di dare le dimissioni (nel caso precedente le aveva già date, poi è stato convinto a ritirarle).

     

    E a leccarsi le ferite per le continue intromissioni di Guerra ci sono anche molti renziani della prima ora, da Yoram Gutgeld, ormai fuori gioco da tutto dopo aver svolto un ruolo analogo a quello del licenziato di Luxottica, a Marco Carrai, che non a caso si trova sempre più spesso a Washington, dove ultimamente è stato avvistato in compagnia del lobbista repubblicano con un passato di lunga frequentazione in Italia, Michael Ledeen.

    yoram gutgeld yoram gutgeld

     

    Insomma, altro che “merchant bank che non parla inglese”, come l’avvocato Guido Rossi definì la tendenza a mettere il naso nei grandi affari del governo D’Alema: ora a Palazzo Chigi si parla una lingua sola, quella di Andrea Guerra. Ma il figlio di Pietro Guerra, principe del foro romano (dalla somiglianza incredibile con Giulio Andreotti) che ha assistito l’Imi nella causa con la Sir di Nino Rovelli e ha lavorato per Carlo De Benedetti, con quale decreto di nomina è stato messo nella condizione di contare più dei ministri, secondo solo a Matteino?

    Raffaele Tiscar Raffaele Tiscar

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